L’8 novembre Bill Gates, il World Economic Forum, le Nazioni Unite e l’Unione Europea della von der Leyen hanno lanciato “50-in-5”per accelerare il DPI, l’infrastruttura pubblica digitale che comprende ID digitale, valuta digitale e portafogli digitali. Esperti concordi: In caso di successo, il DPI darà ai governi e alle aziende il potere di implementare sistemi di credito sociale in grado di determinare dove e come viaggiare, cosa è consentito consumare e come sarà possibile effettuare transazioni con il denaro programmabile. E’ un piano per eliminare la privacy e la libertà in tutto il mondo. WEF: siamo a metà strada dei nostri obiettivi! Avvisiamo altri e non aderiamo! Iscriviti gratis https://t.me/dentrolanotizia
da DWN:
Ogni cittadino dell’UE riceverà un’identità digitale (eID), necessaria per numerosi servizi. L’innovazione pone il pericolo di un cittadino trasparente. Sorgono domande sulla protezione dei dati, sulla sorveglianza e sulle libertà individuali.
La recente decisione del Parlamento Europeo dell’8 novembre sull’identità digitale europea (eID) segna un profondo cambiamento nel tessuto digitale europeo. In futuro, tutti i cittadini dell’UE dovrebbero avere un’identità digitale (eID), sotto forma di portafoglio digitale o di altro documento elettronico.
Questa identità digitale è un sistema che consente ai cittadini di dimostrare la propria identità e scambiare o verificare documenti elettronici. Inoltre all’eID possono essere collegati documenti personali come patenti di guida, diplomi o conti bancari.
L’UE ha obiettivi ambiziosi: almeno l’80% dei cittadini dell’UE dovrebbe utilizzare una soluzione di identificazione elettronica entro il 2030. Nadia Calviño , vice primo ministro ad interim e ministro dell’Economia e della transizione digitale dell’UE, sottolinea l’importanza di questo regolamento : “Con l’adozione del regolamento sull’identità digitale europea, compiamo un passo fondamentale che consentirà ai cittadini di avere un’identità digitale europea unica e sicura. Si tratta di un significativo passo avanti per l’Unione Europea nella sua ambizione di diventare un riferimento globale nel campo digitale, tutelando al tempo stesso i nostri diritti e valori democratici”.
Nonostante il plauso suscitato da questa rivoluzione digitale, ci sono anche preoccupazioni. Vengono sollevate domande sull’introduzione dell’eID come possibile percorso per diventare un cittadino trasparente. Restano i timori che l’Europa possa entrare in un’era di sorveglianza globale à la Cina, in cui ogni cittadino viene monitorato in modo completo attraverso un sistema di punteggio dettagliato. Queste preoccupazioni gettano un’ombra sul dibattito sull’eID e richiedono un’analisi approfondita del potenziale impatto sulla privacy e sulle libertà individuali.
Come cambierà la vita dei cittadini
L’introduzione dell’eID segna senza dubbio un profondo cambiamento nella nostra quotidianità digitale. L’identità digitale può essere utilizzata in vari modi: dalla prova dell’identità all’e-government, all’e-commerce, all’e-health e all’e-education. L’obiettivo è non solo facilitare l’accesso ai servizi pubblici e privati, ma anche consentire un networking sicuro ed efficiente e un utilizzo transfrontaliero. Dalle semplici visite mediche e accesso ai dati sanitari fino alle questioni ufficiali, alle informazioni educative, all’online banking, alle prenotazioni di viaggi e ai contenuti in streaming: l’eID sta diventando un compagno indispensabile nella nostra vita digitale.
Inoltre, l’uso dell’eID in transazioni specifiche potrebbe avere un impatto significativo sull’antiriciclaggio e sull’applicazione della legge. Potrebbe rendere più difficile lo spostamento di grandi quantità di denaro e persino contribuire a fermare il flusso di denaro proveniente da fonti illegittime nelle transazioni di criptovaluta. Ciò collega strettamente l’eID con la prevista introduzione dell’euro digitale . L’identità digitale non solo faciliterebbe gli sviluppi in questo settore, ma svolgerebbe anche un ruolo cruciale nell’autorizzare le transazioni digitali in euro e nel verificare l’identità delle persone che effettuano transazioni digitali in euro.
Sebbene l’uso dell’eID sia attualmente definito “volontario”, questa natura volontaria potrebbe essere rapidamente limitata se gli Stati membri rendessero obbligatoria l’eID per determinati scopi. Ciò potrebbe includere transazioni ad alto prezzo, acquisti di proprietà o persino l’uso di servizi pubblici specifici. Quando vengono definiti gli ambiti obbligatori, cessa il carattere volontario e coloro che non vogliono utilizzare l’eID vengono automaticamente esclusi da questi ambiti della vita e degli affari.
Gli svantaggi dell’eID: protezione dei dati, rischi e accessibilità
La raccolta di dati personali estesi solleva notevoli preoccupazioni in materia di privacy. La sicurezza di queste informazioni archiviate è fondamentale in quanto rischia un uso improprio tramite pirateria informatica o furto. Esiste la possibilità che questi dati possano essere utilizzati per scopi di marketing o identificazione da parte delle autorità. Sebbene l’UE sottolinei che l’eID dovrebbe portare a una maggiore sicurezza digitale, permangono dubbi sull’inviolabilità di questi dati. È importante ridurre al minimo i rischi quali violazione dei dati, furto di identità, censura e sorveglianza.
Sono state adottate misure di protezione per garantire la protezione e la sicurezza dei dati e, secondo l’UE, i dati dovrebbero “essere raccolti e trattati solo nella misura necessaria”. Ma la domanda resta: è sufficiente? Per evitare che l’eID diventi uno strumento di sorveglianza globale, è necessario prendere in considerazione possibili misure come il divieto di utilizzo dell’eID per determinati scopi, una limitazione della conservazione dei dati eID e diritti trasparenti di informazione e cancellazione per i cittadini.
Ad esempio, al momento non è chiaro come funzionerà nella pratica il processo di cancellazione dei dati eID. Dove possono presentare richiesta di cancellazione i cittadini e chi decide in merito? Molte domande importanti sull’eID non hanno ancora ricevuto una risposta definitiva.
Un altro punto critico è l’accessibilità dell’eID per tutti i cittadini. L’eID attualmente non è accessibile a tutti a causa della mancanza di requisiti tecnici. Le persone senza computer o smartphone potrebbero avere difficoltà nell’utilizzo dell’eID, il che potrebbe ulteriormente approfondire il potenziale divario nella digitalizzazione. Queste persone verrebbero quindi sempre più escluse dalla vita pubblica. Esiste anche il rischio che i cittadini limitino le proprie libertà per evitare un’eventuale sorveglianza da parte delle autorità.
L’eID nell’UE: strumento mirato o possibile pericolo come in Cina?
Rispetto ai sistemi di sorveglianza globali esistenti in altre parti del mondo, l’eID nell’UE è stata finora concepita come uno strumento mirato per la verifica dell’identità e l’accesso ai servizi pubblici. A differenza dei sistemi cinesi, l’eID non valuta il comportamento sociale dei cittadini mediante un sistema a punti.
Tuttavia, resta la questione se l’eID possa diventare in futuro un sistema di sorveglianza più completo, soprattutto se gli Stati membri renderanno l’eID obbligatoria per scopi specifici. È importante che le decisioni politiche sull’eID siano attentamente considerate per garantire che siano coerenti con i diritti fondamentali dei cittadini.
Spetta ai cittadini essere consapevoli dei rischi potenziali e adottare misure per proteggere la propria privacy. L’uso dell’eID dovrebbe essere ridotto al minimo e la sicurezza dei dati eID deve essere una priorità assoluta. In questo caso è fondamentale studiare attentamente le norme sulla protezione dei dati.
Per i consumatori che desiderano già utilizzare un’eID, il portale della carta d’identità del Ministero federale offre ulteriori informazioni su come richiederla. L’eID viene rilasciata pagando una tariffa di 37 euro ed è valida per dieci anni.