E’ un banalità dirlo, ma bisogna: il popolo italiano ha detto soprattutto NO alle larghe intese. A sinistra ha tolto i voti a Renzi, a destra ha fatto mancare i voti Berlusconi, in modo da rendere impossibile l’inciucio – che tutti (da Mattarella a Napolitano a Eugenio Scalfari a El Papa) davano ormai per certo, pur negandolo. Furbescamente.
Vorrei che si capisse: un governo di larghe intese non è per sé un male, anzi è necessario quando si tratta di ampie riforme della stato profondo e corrotto, di sfidare poteri forti (un esempio: magistratura manettara, pubblici ministeri intercettatori, regioni “autonome” mafiose, grand commis incompetenti che hanno in mano le leve del potere, cosche e caste statali potenti da disciplinare: operazioni pericolose e impopolari, dove bisogna che l’impopolarità sia condivisa), e Dio sa se non abbiamo bisogno di queste riforme. Un progetto di “larghe intese” però diventa “Inciucio” quando è condotto con metodi surrettizi, e senza una chiara indicazione all’elettorato delle riforme che esso si propone. Bastava guardare dieci minuti Berlusconi ripetere i suoi “programmi” a Vespa, vecchio copione, senza mai alzare lo sguardo, per capire che mentiva.
Punito il metodo furbastro di governo
Quanto al sistema di potere PD, Renzi, Gentiloni Minniti è la furbastreria come metodo di governo. Aver fatto fermare barconi ed ONG nelle settimane pre-elettorali è solo l’ultimo esempio; aver seppellito l’orrendo omicidio di stregoneria nigeriana di Macerata sotto la “lotta antifascista”, è un altro. Ma anche il referendum fu un esempio preclaro di furbasteria come metodo: dietro proposte di riforme utili e necessarie, voleva contrabbandare normative che servivano solo a Renzi e al suo cerchio magico. La legge elettorale con cui ci hanno costretto a votare è furbastra a massimo grado. Piazzare Casini a Bolona per farlo votare dai trinariciuti automatici, è una furbastreria pari solo a far votare la Boschi in Alto Adige. Gentiloni, il finto moderato (di Hillary Clinton, anti-Assad) è la furbastreria incarnata. Non parliamo di Montepaschi, dove c’è addirittura il morto ammazzato da sicari del sistema piddino, furbescamente gabellato come suicidio. La “gestione” degli immigrati, con urla e strilli perché gli altri europei non si prendono le loro quote, quando poi si è saputo che era stato lui, Renzi, a chiedere alla UE di tenerseli tutti in Italia; le finte polemiche con la Merkel; il disastro economico aggravato dai metodi di governo, e proclamato un insieme di successi; tutto questo metodo di governo furbastro è stato rigettato dagli italiani – che hanno detto no alla furbastre ria estrema, l’inciucio Berlusconi-Renzi.
E’ persino strano: un popolo che si crede furbastro, ha rifiutato il furbismo come metodo di governo. Sarà un caso da studiare.
Emma Bonino premier 5 Stelle?
E’ più urgente notare che invece si prospetta il mega-inciucio, quello fra Cinque Stelle e (rataplan) PD, “Liberi e Uguaglia” e “Più Europa”: Secondo l’Internazionale, “si lavorerebbe alla nascita di un governo di “salvezza nazionale” che metterebbe insieme Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali e +Europa. Uno scenario che sta seriamente prendendo corpo in ambienti politici e che smentirebbe clamorosamente quanto dichiarato in campagna elettorale da Renzi, Di Maio e Grasso.
L’obiettivo sarebbe quello di relegare all’opposizione Berlusconi, Salvini e Meloni. Non si tratterebbe affatto di un semplice governo di scopo che duri solo per riformare la legge elettorale, e poi tornare al voto, ma un esecutivo politico che resti in carica almeno due anni. Quanto descritto è l’ultimissima voce che circola tanto a sinistra quanto tra i grillini. E qualcuno ipotizza che il premier possa essere Emma Bonino, visti soprattutto gli ottimi rapporti europei con l’ex ministro degli Esteri”.
I Cinque Stelle lo faranno appena il PD sarà de-Renzizzato. Insomma avremo l’inciucio fra Di Maio e Gentiloni? Con la Bonino a capo che tanto tranquillizzerà i poteri euro-cratici, a garantire che nessuna liberazione italiana dalla “prigione dei popoli” avvenga.
Del resto il metodo di governo furbastro è una specialità di Grillo-Casaleggio e Di Maio. Appena un anno fa, Casaleggio jr., al parlamento europeo, ha tentato di portare il movimento dentro il gruppo ALDE Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, il gruppo parlamentare formato dall’alleanza del Partito Democratico Europeo, centrista e co-presieduto peraltro dall’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli. Hanno fatto parte del gruppo ALDE al Parlamento Europeo i membri del Partito Democratico eletti con la Margherita e i Radicali (dal 2004 al 2009) e l’Italia dei Valori (dal 2004 al 2014). Il PD è uscito dall’ALDE nel 2009, per confluire nell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici. Casaleggio voleva distanziarsi dall’UKIP di Farage, con cui faceva gruppo: segnale importante della normalizzazione europeista del movimento, e il suo transito verso i …. Rotschild. Fingendo furbastramente di restare il partito “rivoluzionario”.
Invece lo sviluppo rivoluzionario sarebbe un’alleanza del Movimento 5 Stelle con Salvini – avendo l’elettorato dato una maggioranza oltre il 50% alle formazioni “populiste” e sovraniste (o credute tali, come i M5S), comunque anti-sistema. Di Maio e i suoi referenti non lo faranno, mancano di coraggio e lucidità, vogliono farsi accettare “In Europa”, tranquillizzare l’ambasciatore USA (A cui hanno fatto promesse) .
A questi Di Maio tentati dall’inciucio a sinistra, con Bonino premier, dedichiamo un commento a caldo di Borgognone: “Chi governa in nome dell’Unione Europea crolla, si suicida, come il PASOK in Grecia – Temo che il M5S possa essere una ripetizione di Syriza”.
Tanto più che, significa non capire che l’UE è il passato che non passa, con la Merkel ormai a capo di un governo LGBT vecchio e risaputo, mentre Trump – sia pure come un camionista ubriaco, unilateralista anche contro il suo governo – sta facendo a pezzi l’epoca della globalizzazione senza dazi, a cui la Germania deve il suo mostruoso surplus. Aderire al merkelismo furbesco oggi, significa solo disordine e disordine.