Mi unisco alla difesa del rapper “censurato” per le sue alte parole:
«Prendi la tua troia
Le serve una museruola
Metti un guinzaglio alla tua ragazza
Ci vede e si comporta come una troia»
«La tua tipa tra i miei seguaci
Mi vede e dopo apre le gambe
La scopo e poi si mette a piangere»
«Bitch ogni giorno non mi lasciano libero
Le ordino da casa come su Deliveroo».
«Lei la comando con un joystick
Non mi piace quando parla troppo
Le tappo la bocca e me la fotto
«Bionda, mi piace quando è italiana
Mora, se è sudamericana
Rossa, bella e maleducata
Basta che a letto fa la brava».
«Prendo una bitch, diventa principessa
Le ho messo un culo nuovo,
le ho comprato una sesta
Arriva Tony, inizia il party
Volano schiaffi e reggiseni da ogni parte
Con una sola botta faccio due gemelli
Copro la mia puttana di gioielli
Ma non sei la mia tipa, quindi niente anelli»
«Sono Tony, non ti guardo nemmeno
A novanta così neanche ti vedo
Mi dici che sono un tipo violento
Però vieni solo quando ti meno»
E’ chiaro infatti che questa arte, ascoltata dai giovani maschi, esprime un tale odio e disprezzo totale per la donna, trattata come un pezzo di carne – da portarli – da adulti- ad uccidere l a loro donna appena mostra una sua autonomia (per dirla tutta, lasciando il “compagno” per farsi scopare da un altro).
Uno si potrebbe domandare da dove nasce, nell’artiSta e nei suoi ascoltatori, tanto disprezzo della donna. Posto che sia un sentire “primario”, connaturato a giovani maschi che sono barbari non civilizzati (i civilizzati si vergognano di esprimerli), va però riconosciuto che questo rapper, mi dicono “piace alle ragazze”: e difatti anche ”le ragazze” postano le loro foto sui social proponendosi – praticamente tutte – come, appunto, troie affamate di sesso, come dice del resto lo stesso rapper in uno dei suoi versi imperituri: veridico
Ci vede e si comporta come una troia»
Per questo approvo, esalto e difendo il giovane educatore e desidero che il suoi verbo sia ascoltato da più numerosi “giovani” possibile: desidero che aumenti il numero dei femmicidi giovanili – tanto scarsi fra i post-adolescenti che i media hanno dovuto parlare per mesi del Turetta, per fare un po’ di pubblicità al fenomeno- – che aumentino tanto, che diventi così frequente, che “le ragazze”! superstiti comincino a capire che “devono darla meno”, soprattutto a ragazzi cos, e anzi non darla affatto, a apprendere l’arte di rendersi desiderabili appunto perché non accessibili, ; a non proporsi nelle foto come troie, ma magari come ragazze “serie” – chissà che, a forza di stragi il controllo sociale renda desiderabile, anzi obbligatorio a queste ragazze di diventare più o meno vergini al matrimonio – quando vigeva infatti il patriarcato (quello vero) si faceva – certo erauna società “repressiva”….
Che se poi le ”ragazze” continuassero a lottare contro la “repressione”, comne gli insegnano i loro suggeritori di media e dello spettacolo (anche Vasco Rossi – poteva mancare ? -ha difeso il rapper) fino all’estinzione di tutte esse (ed essi in galera), noi incoraggiatori del femminicidio di massa accetteremmo anche questo. E volentieri.
Perché, anche una volta abolito il senso morale e il timor della pena eterna (i,medievalismi), il carattere fondamentale che rimane definisce un vivente essere umano, intelligente (“razionale”, diceva Aristotile) è – era –la capacità di capire che i fatti hanno delle cause, e prevedere le conseguenze in modo da prevenirle oanche da favvorirle – ora gente che non capisce che i sopraddetti versi sono già violenza “contro le donne” e portano al femminicidio, e vogliono che siano diffusi e pubblicizzati – ebbene, non appartengono non appartengono più al genere umano.
Come si può vedere qui sotto:
e da qui:
Si estinguano questi bipedi senza intelligenza, come in fondo desiderano – verrà un’altra umanità .
WOKE E FINTE CENSURE
Una nota di Weltanschauung Italia :
Uno pseudoartista viene “censurato” da eventi mainstream perché “sessista”.
In realtà il mainstream usa queste false censure per mantenere il controllo sulla narrazione culturale e apparire progressista senza intaccare i propri interessi economici (sanno bene di aumentare la popolarità dell’ “artista” censurandolo).
Essi creano controversie che generano attenzione mediatica per dimostrare una falsa sensibilità sociale, permettendo alle istituzioni di mostrarsi “attive” su tematiche woke.
È una pura questione di contesto e di “facciata”. Quando si tratta di fare soldi attraverso streaming, vendite e concerti privati, i contenuti “controversi” sono tollerati e promossi, quando invece si tratta di eventi pubblici, televisivi o istituzionali, scatta la censura per mantenere un’immagine politicamente corretta.
È un classico caso di ipocrisia commerciale, lucrano ma poi fingono indignazione per gli stessi contenuti.
Questa doppia morale rivela come il problema non è veramente il presunto “sessismo” ma solo l’immagine pubblica e il politically correct di facciata.
WI