Vorrei umilmente sapere, da cittadino qualunque, cosa significa questo titolo:
Su Repubblica e sul Corriere sono apparsi titoli simili. E’ legittimo, è legale, regolare, che il banchiere centrale influisca su un governo attraverso un capo dello Stato che ha dimostrati di essere a questo governo ostile? E’ questo secondo lo “stato di diritto”? In che modo si qualifica – in Costituzione – questa pressione e ingerenza assolutamente irrituale?
In attesa di una risposta (che non verrà), i lettori possono constatare cosa è diventata, nell’eurozona, la mitica “indipendenza della Banca Centrale”: nel fatto che la suddetta BCE difende gelosamente la sua “indipendenza” dai governi, ma per quanto sta a lei si ingerisce nei governi; insomma i governi sono dipendenti dalla banca centrale, esssa ne rigetta l’autonomia nelle scelte politiche. E’ la dimostrazione più plateale che la UE viola lo stato di diritto.
L’altra domanda è perché “Il Colle” abbia voluto far sparare in prima pagina tale titolo. E’ noto da tempo che Mattarella dipende continuamente dai “consigli” di Draghi: lo si è visto nella sua resistenza contro la nomina di Savona, lo scrivono anche i tre media complici:
“I due si consultano il più delle volte al telefono, ma con lo spread alle stelle e il governo sotto pressione hanno preferito vedersi a quattr’occhi” .
E’ consueto che i due si telefonino (ma è costituzionale?) riservatamente; ma stavolta nessuna riservatezza, Mattarella ha voluto informarne in prima pagina attraverso i giornali amici. Sapendo quale sia la dipendenza dei giornalisti quirinalisti dagli umori personali dell’Inquilino, non è pensabile che abbiano sparato la notizia in prima e con tanto rilievo, senza l’autorizzazione diretta dell’Inquilino.
L’avvertimento che mandano è, a leggere i giornali, una minaccia già ripetuta: la BCE non difenderà l’Italia, il debito pubblico italiano, “di fronte ad una una possibile ondata di vendite” dei nostri titoli di debito. Ondata che si prevede “massiccia” quando verrà il “ declassamento da parte delle agenzie di rating. L’Italia è ancora due «tacche» sopra il livello spazzatura […] . Ma il singolo downgrading delle due agenzie più grandi [ Moodys e Standard & Poors] sarebbe, già da solo ,in grado di provocare danni incalcolabili, moltiplicando la sfiducia sui mercati. Per cui la prudenza del governo è d’obbligo”.
Ciò perché “ gli strumenti a disposizione di Draghi sono terminati: dal primo gennaio l’Italia sarà senza rete. In caso di difficoltà avrebbe come unico salvagente il ricorso al cosiddetto «Omt», lo strumento di sostegno finanziario che costringerebbe Roma ad un programma concordato con la Commissione europea e il Fondo salva-Stati. Di fatto il commissariamento del Paese”.
Il punto è che questa minaccia non ha nulla di nuovo. Sono mesi che gli Oettinger si fanno sfuggire “saranno i mercati a insegnare agli italiani per chi votare”, mesi che sentiamo insulti e propositi punitivi da Moscovici e minacce di “durezza” assoluta da Drunker. Mesi che i media seminano il terrore sulla nostra “Insolvenza”.
Che c’è di nuovo? Quale avvertimento di nuove e più efficaci punizioni annuncia la pubblica coordinazione fra Draghi e Mattarella? E’ interessante constatare che i testi de Stampa e Repubblica di fatto ricalcano – copiano – un articolo uscito sul New York Times.
“Complete Insanity’ of Italy Debt Plans May Lead to Huge Restructuring-Euro Officials
Un articolo strano già dalla non-firma (è firmato Reuters, l’agenzia), dove “altissimi esponenti UE” (anonimi) avvertono l’Italia che verrà sottoposta ad una immensa “ristrutturazione del debito” da parte dell’Europa.
Strano e apparentemente contraddittorio il ragionamento: La UE, ci informano gli anonimi seniores della UE (Moscovici , Druncker di sicuro), non aiuterà l’Italia con il fondo di salvataggio del Meccanismo europeo di stabilità (MES) della zona euro, istituito per concedere prestiti ai sovrani esclusi dai mercati – in cambio di riforme”.
Sì, il MES “, ha aiutato la Grecia [sic!] a rimettersi in piedi dopo tre salvataggi successivi per un totale di quasi 250 miliardi di euro” , ma il MES non ha abbastanza fondi per fare prestiti all’Italia – e soprattutto, non c’è la volontà politica: “i membri del Nord non vogliono affatto usare il MES per l’Italia”.
Qui, veramente, i “senior officials” della UE sembrano dar addirittura ragione a Claudio Borghi: stanno dando la prova che l’Italia non ha nessun aiuto da attendersi dalla UE e della BCE. Che non la proteggere dall’assalto speculativo dei mercati, che non la soccorre con i prestiti eccezionali. Conferma che la BCE è solo inutile e dannosa per l’Italia. La conclusione logica è: perché allora dovremmo accettare le condizioni punitive della UE? Visto che la BCE dichiara di non voler funzionare da banca centrale per l’Italia, ma solo per la Francia, la Germania e i “nordici” , è come essere dipendenti dalla banca centrale cinese – che sicuramente ci tratterebbe con più cordialità.
Questa minaccia anonima non fa che spingere alla conclusione: l’Italia non ha altra via di salvezza che uscire dall’euro; invece di lasciarsi “ristrutturare” il debito dalla BCE, che ci manderà la Troika per impoverirci come la Grecia mettendo le mani nei risparmi degli italiani, ci conviene fare default. Smettere di pagare il debito impagabile.
Rovina? Terrore? Nessuno ci farà più credito? A parte il fatto che la Germania ha fatto bancarotta sette volta nella storia recente e l’Italia mai – ha sempre pagato i suoi creditori, l’Italia è dotata di mezzi che la Grecia non aveva, e Francia o Spagna non hanno: un attivo primario del 2,8 per cento.
Spieghiamo per l’ennesima volta: “avanzo primario” significa quello che resta in attivo dopo aver pagato gli interessi sul debito pubblico. Significa che se facciamo bancarotta e “nessuno ci farà più credito”, possiamo reggere senza bisogno di indebitarci con l’estero. Anzi, se facciamo default come la Germania ha già fatto 7 volte, potremmo utilizzare a vantaggio dell’economia e dei lavori pubblici l’immensa cifra (85 miliardi) che oggi dedichiamo a pagare i nostri creditori. Inoltre gli italiani dispongono di quasi 4 mila miliardi di liquidità, più di quanto serve per “coprire” il debito acquistando BOT come abbiamo sempre fatto prima.
Insomma, secondo ogni apparenza, con le sue minacce la UE ci spinge a fare ciò che ci conviene. Come dice il professor Alan Sked, docente emerito alla London School of Economics:
“La UE ha cominciato a fare il gioco del pollo con l’Italia sulle sue finanze”.
Cosa sia il goco del pollo, ricordiamolo da wikipedia: “L’esemplificazione classica è la sfida del film Gioventù bruciata con James Dean del 1955 in cui due ragazzi fanno una corsa automobilistica lanciando simultaneamente le auto verso un dirupo. Se uno sterza e l’altro continua per un tratto di strada maggiore, il primo farà la figura del coniglio, mentre il secondo guadagnerà il rispetto dei pari. Se entrambi continuano sulla strada, moriranno”.
Chi finirà nel dirupo? Il professor Sked: “..Ma l’Italia non è la Grecia. E’ un contributore netto alla UE [da cui riceve meno di quello che paga], ha un surplus corrente del 2,8%, e un settore industriale più grosso di quello della Francia. I suoi leader possono vedere conveniente uscire dall’euro”.
Naturalmente la BCE può reagire – come ha fatto Draghi alla Grecia – facendo mancare immediatamente i fondi dai Bancomat, con ciò seminando il panico fra la gente. Però ciò renderebbe assolutamente giustificata l’emissione di una moneta parallela nazionale, insomma giustificherebbe il piano B di Savona. Irreversibilmente: che dopo alcune settimnana di tempesta, sarebbe tutto a vantaggio del nostro export, i mercat che tornerebbero a prestarci perché a quel punto saremmo perfettamente solvibili – beninteso con una banca centrale nazionale che faccia da calmiere agli interessi richiesti dalla speculazione.
Insomma pare, dalla lettura accurata delle loro minacce anonime e firmate, che ‘preferiscano provocare la reazione dei “mercati”. Ovviamente le agenzie di rating abbassano il rating; lo spread salta a 500; la BCE le altre banche “sono obbligate” a vendere e svendere i titoli di debito italiani. Portando le banche italiane al fallimento, e alla perita dei risparmi depositati – secondo loro.
Che sia questo il calcolo, lo ha rivelato senza volerlo Giovanni Maria Flick, il notorio ministro della violazione del diritto nel governo Prodi, e allora capo del procuratore Cozzi di Genova, che distaccò presso il suo ministero. Lo ha detto alla 7:
“Popolo italiano, corri alle banche. Prenditi i risparmi e portateli via”.
http://www.la7.it/piazzapulita/video/flick-popolo-italiano-corri-alle-banche-04-10-2018-251914
Insomma Flick invita a una corsa agli sportelli gli italiani, un bank run che precipiterebbe l’insolvenza. Essendo lui quello che è e membro interno a certi ambienti “senior”, non c’è dubbio che sta riecheggiando il Progetto di lorsignori, quelli che vengono intervistati da “Reuters” sul New York Times.
Uno di questi anonimi esala: “
“The kind of confrontation they would get is way beyond what they could imagine,” a second senior official said…
Ossia letteralmente: “Il tipo di scontro che loro [gli italiani] si beccheranno è molto oltre quello che essi possono immaginare”.
L’unica reazione per ora è quella di Barra Caracciolo, il giurista sottosegretario ai rapporti UE, che nota da giurista all’anonimo alto funzionario intervista, in cui non è difficile immaginare Moscovici o un Drunker, o il suo segretario Selmayr:
Ma ha letto il trattato o pensa che lo “Stato di diritto” sia che l’autorità minaccia i suoi sudditi creando le regole secondo interpretazioni personali?”.
Una nostra che rischia di essere ingenua. Anche l’esortazione di Flick è contraria alla legge e merita una segnalazione alla Consob: ma la Consob a chi obbedisce? Alla Giustizia..Ma quale? L’incontro ostentatamente pubblicizzato di Mattarella e Draghi è forse dentro lo stato di diritto? Sarebbe da porre il questi alla Corte Costituzionale, competente nelle cause che riguardano la presidenza della rep. Ma quale Corte? Quella dove siede Giuliano Amato che ha subito dichiarato il governo appena insediato, praticamente, nazista? Dove ha seduto Flick? No, non esiste una sola istanza dove si possa invocare il diritto.
I nostri due vicepresidenti, e i loro elettori, stiano desti e svegli. E’ il gioco del pollo delle oligarchie, estralegale (in tedesco avrebbe un altro nome), senza limiti per terrorizzare gli elettorati. Hanno armi che loro nemmeno immaginano.
Ricordiamo solo quetso, quando rischiano di saltare i nervi: