MA FINITELA CON L’ECO–BALLA DEI CONTROLLI SULLE EMISSIONI

di Franco Battaglia

Chi di spada ferisce… La Germania s’è messa a capo della più grande frode mediatica che ha afflitto l’intero pianeta (o, per lo meno, la parte occidentale di esso) negli ultimi 30 anni: la frode ambientalista. In Europa, i tedeschi hanno imposto la politica del cosiddetto 20–20–20, che vorrebbe ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica, portare al 20% il consumo energetico da fonti rinnovabili, ed aumentare del 20% l’efficienza energetica. Naturalmente, non una molecola di anidride carbonica è stata immessa lo scorso anno in meno che negli anni precedenti, e il contributo delle rinnovabili all’energia primaria è fermo all’8%; il terzo 20 è un proposito senza significato alcuno, parole per parlare e, comunque, cozza col primo proposito.

 

Perché lo fanno, ‘sti tedeschi? Due suggerimenti: innanzitutto perché liberano il mercato dalla competizione di altri Paesi, che invece si dissanguano nel tentativo di perseguire quegli scriteriati propositi. Per esempio: che competizione possono avere le aziende energivore italiane con quelle tedesche quando l’energia elettrica in Germania è prodotta al 50% col carbone, che è il più economico dei combustibili? Che noi ci lesiniamo (naturalmente, senza alcun beneficio per l’ambiente) per compiacere al diktat ecologista. In secondo luogo, perché sono principalmente i tedeschi a produrre quelle sòla che sono gli impianti eolici e fotovoltaici, che poi vendono ai gonzi che si sono lasciati ammaliare dai propositi ecologisti, presunti virtuosi. I primi della classe tra i gonzi siamo naturalmente noi, seguiti a ruota da spagnoli e greci.

 

Altro accorgimento per far fuori i concorrenti è imporre limiti che è difficile, se non impossibile, rispettare. Limiti che, privi di alcuna valenza sanitaria, sono però sufficienti a far chiudere i battenti di aziende concorrenti, quando non a spedire in prigione con pretestuose accuse. Ilva docet. Sembra ora che neanche i tedeschi, Grünen ispiratori di quei limiti, abbiano saputo come rispettarli. E, a quanto pare, hanno installato sulle loro auto un ingegnoso trabiccolo che faceva entrare in azione il sistema di riduzione delle emissioni ogni volta che l’auto veniva controllata (e solo in fase di controllo). Insomma tedeschi un po’ napoletani, e già solo per questo più simpatici: se anche i napoletani provassero a fare un po’ i tedeschi avremmo il mondo perfetto.

 

Passiamo agli americani. Costoro si sono accorti della sòla e, messi i tedeschi alle strette, li hanno indotti a sputare il rospo. Questa almeno la notizia ufficiale. A me, a dire il vero, lascia alcune domande in sospeso, ma fatemici sorvolare e restiamo ai fatti. E i fatti sono che il Clean Air Act (Caa) americano impone, tra le varie bizzarrie, anche la conquista di un certificato-di-conformità per qualunque auto si volesse immettere nel mercato americano. Insomma, qui sono gli americani a fare i tedeschi.

 

Voi direte: giusto! L’ambiente va protetto, l’inquinamento ridotto, e via di questo passo con siffatte litanie. Che, rammentiamolo, nel caso specifico sono il parto di un parlamento, quello americano, ove la presunzione non brilla meno che nel nostro. Il Caa in particolare, è una conseguenza della seguente premessa: «l’aumentato uso di autoveicoli ha avuto come conseguenza un incrementato pericolo alla salute e al benessere della popolazione». Bum! A me parrebbe l’esatto contrario, ma sorvoliamo anche su questo punto e approfondiamone un altro. Il Caa, più specificamente, «intende proteggere la salute umana e l’ambiente vigilando sulle emissioni dell’ossido d’azoto». Che il trabiccolo montato sulle auto tedesche faceva apparire «fino a 40 volte minore del reale».

 

Sicuramente sapete che l’aria contiene azoto (80%) e ossigeno (20%). I quali alle temperature ordinarie non reagiscono producendo l’ossido, ma lo fanno se la temperatura aumenta localmente, come avviene nei pressi di una fonte di calore. Insomma l’ossido d’azoto è quella fastidiosa molecola che si forma sotto il naso delle massaie quando lavorano ai fornelli. Much ado about nothing, alla fine. La stessa Agenzia per l’ambiente americana che ha sollevato questo polverone, alla domanda se le auto in commercio fossero pericolose per l’ambiente o per la salute, ha risposto come diversamente non poteva: decisamente no. A meno che non vi siano notizie non rivelate (e non rivelabili), direi che questa guerra tra fessi finirà a tarallucci e vino. Come sarebbe giusto che finisca.

 

Franco Battaglia

 

 

 

 

Il Giornale, 23 settembre 2015