Paolo Magliocco
Le Nazioni Unite, nell’ultimo rapporto sulla popolazione mondiale , adottano l’idea che il numero di migranti resterà stabile fino al 2050 dopo essere diminuito in questo decennio rispetto al periodo 2000-2010. In questo scenario l’Europa continuerà ad assorbire circa un milione di migranti all’anno ma la popolazione europea comincerà a diminuire dal prossimo decennio a causa di un saldo naturale che è già negativo oggi e che andrà peggiorando a partire dal 2020. L’immigrazione, insomma, non sarà in grado di compensare il saldo naturale della popolazione europea.
Nell’America Settentrionale, invece, l’immigrazione diventerà dal 2020 il fattore più importante di crescita della popolazione, sorpassando il saldo naturale della popolazione residente. Il rapporto ammette però che la volatilità dei flussi migratori rende impossibile prevedere con buoni livelli di confidenza i livelli e i trend futuri delle migrazioni.
Anche secondo il centro di studi demografici Wittgenstein Centre il numero di migranti nel mondo potrebbe rimanere stabile a un livello di circa 32-34 milioni di persone ogni 5 anni fino al 2060.
L’ufficio statistico dell’Unione europea Eurostat prende in considerazione solo i 28 Paesi dell’Ue (continuando a includere anche la Gran Bretagna) e spinge le previsioni fino al 2080 . Secondo Eurostat nei prossimi 60 anni l’Unione europea accoglierà 65 milioni e mezzo di migranti, cioè circa un milione all’anno. Queste persone riusciranno a compensare il calo demografico, portando a un incremento della popolazione di circa 8 milioni.
Il paese che accoglierà più migranti sarà la Germania, con quasi 14 milioni e mezzo, seguita dall’Italia, che in 60 anni vedrà il numero di immigrati crescere di 11 milioni e 764 mila persone, poco meno di 200 mila persone all’anno. In Italia, però, gli immigrati non saranno sufficienti per evitare il calo demografico e la popolazione del nostro paese diminuirà di quasi 7 milioni.