Emmanuel Macron è il ministro francese dell’Economia nel governo Valls. E’ superlaureato all’ENA. Ha 37 anni. Tutto ciò per premettere che non abbiamo a che fare con un vecchio parruccone superato. Ed ecco la frase-chiave dell’intervista che ha rilasciato aLe 1 Hebdo l’8 luglio. Tema, la democrazia, e come mai non funziona.
“La democrazia comporta sempre una forma di incompletezza, perché non basta a se stessa. C’è nel processo democratico e nel suo funzionamento un assente. Nella politica francese, questo assente è la figura del Re, di cui penso, fondamentalmente, che il popolo francese non ha voluto la morte. Il Terrore ha scavato un vuoto emozionale, immaginario, collettivo: il Re non è più qui!”.
Detto da un erede della Révolution, e della Rèpublique e del razionalismo, è una nobile ammissione. E la reazione dei media e dell’opinione pubblica non è stata di derisione, ma di silenzio e rispetto. Nel profondo sepolto della coscienza pubblica francese, il delitto del Terrore, il regicidio, non è stato ancora accettato. La ferita, nascosta e negata, resta aperta, e la democrazia è sentita mutila, per via di un Assente.
Interessante, nel frangente storico in cui ci troviamo, questa nostalgia di legittimità.
In Europa, non è più questione che la Grecia deve pagare i debiti, è questione di fare la rivoluzione per abbattere non solo una moneta assurda senza unità di destino, ma di opporsi ad un potere sub-politico che è diventato “la prigione dei popoli” del secolo presente.
Il sistema chiamato UE ha mostrato la sua illegittimità. Adesso comincia la lotta per il suo rovesciamento. Si può fallire, ma allora la vittoria dell’altra parte si chiamerà in uno modo solo: Oppressione. Di una casta che ha occupato la legalità a vive a Bruxelles tra lussi da sardanapali, come i nobilastri a Versailles.
Questaè un’Europa prigione che ha adottato “il sistema radicalmente sbagliato” della globalizzazione americana e del governo della banche che si rivela più corrotto, inumano e idiota di quello dei politici, e sta facendo poveri, disoccupati, deindustrializzazione. Il tutto sfondo del collasso epocale cinese – la potenza emergente con bandiera rossa, caduta come una pera nella più sciocca illusione che provocò il ’29: giocare in Borsa con denaro a prestito – che cambia tutto. Anni tremendi ci attendono, nulla sarà come prima. Il sistema della crescita superflua basata sull’indebitamento ha raggiunto il suo limite. Il ben noto limite: quando l’Usura (la Finanza, pardon) estrae dall’economia reale più ricchezza che ci lavora e imprende sa produrre . E’ successo molte volte nella storia, ed è sempre stata implosione, nonostante tutti i trucchi dei rettiliani che hanno preso possesso delle banche centrali, strappandole allo Stato. La finanza deve tornare ad essere l’ausiliaria, non la padrona. Il suo potere non è legittimi.
In questo frangente, patetica Emma Bonino. L’ho sentita alla radio radicale (che paghiamo noi), lamentare che il referendum in Grecia non s’è svolto “regolarmente”, con tutti i crismi della “legalità internazionale”. Stessa lamentela si udì nel luglio 1789, quando gli Stati Generali fecero il giuramento della Pallacorda: di diventare Assemblea Nazionale e cambiare la costituzione. “Ma non è regolare, sua Maestà vi ha ordinato di sciogliervi!”..patetica Bonino. Dopo una vita di finte rivoluzioni (sessuali) eccola perbenista e lagnarsi dei modi sguaiati della rivoluzione. Mostrandosi quella che è sempre stata, la serva del regime. L’ancien régime.