“Architetti e storici si interrogano: la nuova Notre Dame dovrebbe essere meno sovraccarica di significato cristiano”
Emmanuel Macron ha promesso : costruiremo Notre Dame “più bella di prima” ed ha annnunciato un concorso internazionale per munirla di “un gesto architettonico contemporaneo”.
Abbiamo constatato che per molti – e non solo musulmani – la cattedrale non voleva dire niente. Che ci vivono sotto, allo stesso modo che il fellah che pascola le sue capre sotto le piramidi egizie : resti di una civiltà cui non ha avuto parte. Ma qui, ad esprimersi così sono europei moderni. Ogni loro frase è una conferma che essi sono selvaggi accampati tra gli splendori di un passato a cui non appartengono – perché hanno volontariamente cancellato ogni tradizione, ogni “significato” (che trovano molesto) ogni cultura e, ovviamente ogni rispetto e persino ogni senso estetico. Vogliono il brutto con McDonald e lo shopping center dappertutto. La scuola progressista non gli ha insegnato niente, così come la società e i media. Sono la dimostrazione del detto di Ortega y Gasset: il progressismo è incapace di trasmettere il progresso, perché non “consegnano” le conquiste del passato ai loro figli – consegnare, tradere – e quindi li lasciano barbari non civilizzati.
Notre Dame gli dava fastidio, sovraccarica di significato cristiano – loro che si sono liberati di tabù, vogliono fare di ogni angolo un non-luogo, uno di quegli aeroporti che sono la specialità delle archistar alla Renzo Piano: i nuovi vandali strapagati per immettere “un gesto contemporaneo” nelle città sovraccariche di storia e memoria, equivalente al graffitaro che brutta un nobile muro antico coi suoi sgorbi, ma con più irrisione e volontà di insultare i passanti. Vogliono l’insignificante perché tali sono le loro vite “liberate”: anonime, insignificanti, intercambiabili – e dunque spendibili dal potere.
Ma non prima di aver soppresso gli ultimi cristiani, “la setta” che secondo loro occupa ancor troppo spazio.
Domenica scorsa alla chiesa delle Grazie a Milano (quella contigua all’Ultima Cena di Leonardo), alla Messa delle 11 “un manipolo di animalisti s’è presentato a baccagliare; fra Adriano ha chiamato la polizia e si sono dileguati”.
Così mi ha twittato un amico. Non ho capito il perché. “Per l’agnello”, mi ha risposto. E’ possibile che questi animalisti credano che a Pasqua, nelle chiese cattoliche, si macellino e mangino i teneri agnellini – ai quali va il loro sentimentalismo esclusivo e intollerante. Come due millenni fa quei pagani convinti che i cristiani adorassero una testa d’asino, eccoli qui i nuovi non-civilizzati, frutto della scuola moderna, della tv, dei media, dei “nuovi paradigmi”, del sentimentalismo e dell’odio per ogni tradizione vivente. Ed ovviamente, dementi e senza ragione.
Mi limito a qualche citazione:
“Mai prima dell’architettura gotica si era vista una sperimentazione e una rottura così forte con il passato: infondo la chiesa romanica non era altro che la naturale evoluzione di quelle dei secoli precedenti. Una chiesa romanica o paleocristiana non differiva poi di molto, dal punto di vista strutturale, da una qualunque altra costruzione civile: pareti spesse e non molto alte, poche aperture e talvolta un unico ambiente interno.
“L’innovazione gotica prevedeva invece di deformare innaturalmente verso l’alto l’edificio, sventrando e alleggerendo le pareti con enormi superfici vetrate: per ottenere questo effetto venivano sacrificate le strutture portanti, rese più fragili. Era quindi necessario creare nuovi elementi in gradodi sostenere l’edificio, pur garantendo l’apparenza leggera e luminosa. Si trattava per lo più di una ricerca e sperimentazione
Si trattava di una ricerca e sperimentazione ex novo di nuove tecniche, in grado di spostare ogni volta più in là la “fuga verso l’alto” di questi edifici.
“Quali sono state le ragioni che hanno indotto a tali e tante innovazioni tecnologico-stilistiche? Alla base di questo cambiamento sta in realtà un mutamento della sensibilità religiosa e teologica[…] Nelle chiese paleocristiane e romaniche la distribuzione interna dei volumi era impostata prevalentemente sul piano orizzontale: l’occhio di chi entrava era invitato a percorrere la navata centrale, relativamente bassa, come fosse una specie di corridoio. Questa era una metafora del “cammino del fedele” che, entrato dalla porta in facciata (la nascita, la “porta degli uomini”) deve poi attraversare l’intera chiesa (la vita) prima di arrivare al cospetto di Dio.
Nel gotico, invece, chi entra è immediatamente investito dal senso di verticalità improvvisa e maestosa. Non ci sono percorsi da fare per arrivare al divino: la cattedrale stessa è già, in toto , la casa di Dio in terra…
Coerentemente con questo simbolismo, e con lo svuotamento delle pareti dai carichi perché assorbiti dai pilastri interni e dai contrafforti esterni, le cattedrali vengono inondate dalla luce mediante l’apertura di enormi finestre, che portano con sé anche lo sviluppare l’arte della vetrata: una completa rottura con il passato.
La funzione delle vetrate nell’architettura gotica si comprende meglio dalle parole dell’abate Sugerio di Saint-Denis, il committente del primo edificio gotico della storia: a suo dire esse erano “i vetri più sacri”, rappresentazione di Dio. Le vetrate permettevano a Dio, letteralmente, di entrare dentro la chiesa e “sacralizzarla”. Il simbolismo è probabilmente ancora più spinto, visto in questi “vetri istoriati” c’era una vera e propria summa del sapere dell’epoca: come la Luce passando attraverso quelle finestre colorate rendeva visibili i disegni raffigurati in esse, così Dio attraverso l’opera dell’uomo ci faceva conoscere la propria Sapienza”.
Maledetti vandali.
“Per il 2019 lo Stato francese ha previsto solo 18 milioni di euro di fondi per la manutenzione dei monumenti storici che gli appartengono, fra cui 86 cattedrali. Ossia meno di 100 mila euro per monumento”.