di Roberto PECCHIOLI
Ho fatto un sogno. Mi trovavo in un grande manicomio, in cima a una montagna incantata dalla quale si dominava un immenso panorama. Sul portone d’entrata c’era scritto Occidente. Nessuna porta, neanche sbarre, solo sensori, telecamere ovunque, una trasparenza obbligata accolta di buon grado da molti, ma non da me, il pazzo più irrecuperabile di tutti. Da sveglio avevo appena riletto Borges, il poeta del labirinto e credevo di aver trovato l’Aleph “il luogo dove si trovano, senza confondersi, tutti i luoghi della terra, visti da tutti gli angoli”.
Fatto sta che ero in manicomio e avevo anche cambiato nome: tutti mi chiamavano Napoleone, perché – così mi dicevano – in ogni manicomio che si rispetti c’è qualcuno che si crede Napoleone. Forse per questo nome impegnativo ero diventato amico di un certo Mefistofele, un matto un po’ strano, molto riservato, con una grande stanza tutta sua, piena di schermi e computer, da cui, mi rivelò, dirigeva il mondo. Ecco uno più pazzo di me, ho pensato, tanto più che ogni sera si allontanava con discrezione per riferire le su azioni a qualcuno. Me lo rivelò in gran segreto: il suo capo si chiamava Princeps Huius Mundi, ma io non so che cosa significhi, perché conosco solo la mia lingua e un po’ di globish, il grugnito unificato degli occidentali.
La notte del sogno era particolarmente felice e, come prova di amicizia, mi consentì di accedere al suo antro e di ascoltare il rapporto periodico ai suoi superiori. I sogni sono strani, e infatti Mefisto ( mi permetteva di chiamarlo così, in confidenza) mi spiegò che i suoi capi non stavano in alto, ma in basso, agli inferi, un luogo che non sta in nessuna carta geografica. Stanotte il mio amico – un buon diavolo, in fondo- ha avuto i complimenti del Princeps e una gratifica. Nel manicomio Occidente, infatti, erano avvenuti alcuni fatti positivi, provocati- così mi sembrò di capire-proprio da Mefisto.
In una scuola americana una preside è stata licenziata per avere mostrato ad alunni di prima media la statua del David di Michelangelo. Sembra che alcuni genitori si siano scandalizzati e la visione sia stata considerata pornografica. Contemporaneamente – Mefisto è un gran lavoratore, sempre in servizio- in un’altra parte del mondo che nell’Aleph vediamo in diretta, nella gelida Finlandia, l’università della capitale ha conferito a Greta Thunberg, una ragazzetta svedese con la fissa dell’ ambiente, la laurea honoris causa in teologia. Mefisto trionfa e riceve in mia presenza le congratulazioni della Matrix infera.
Era così felice che mi ha svelato un altro dei suoi successi. In Spagna è popolarissimo, i suoi adepti stanno al governo: in questo periodo hanno approvato una norma – detta legge trans- in cui è scritto, tra l’altro, che ciascuno può chiedere all’anagrafe di essere iscritto con il sesso- in manicomio si dice genere- che preferisce. Un concorrente al posto di poliziotto si è dichiarato donna e ha sbaragliato nelle prove attitudinali le concorrenti femmine. Sarà assunto e presto sarà tra noi in manicomio. Gli amici spagnoli di Mefisto non si fermano qui: stanno approvando una legge che conferirà diritti “ umani” ai primati superiori, ossia scimmie, oranghi, bonobo e scimpanzé. Non ho capito come faranno a rivendicarli, ma il manicomio è bene organizzato: istituiranno un ufficio apposito con dirigenti e impiegati. Viviamo nel migliore dei manicomi possibili.
Confidando nell’amicizia con Mefisto, gli ho chiesto come avesse fatto a riempire il manicomio Occidente. Mi ha fatto un lungo discorso pieno di parole difficili- materialismo, propaganda, programmazione neurolinguistica, decostruzione, teoria critica, nichilismo e tante altre, ma ho afferrato la frase che mi è sembrata più importante, alla portata di tutti, anche dei matti semplici come me. “La maggior parte delle persone non legge, non si informa, non è interessata ad alcun approfondimento: in pratica non sa assolutamente nulla. Ma non appena la televisione racconta una storia o divulga una notizia, la massa si schiera e ci crede pur senza sapere nulla. Io lavoro su questa massa incapace di pensiero autonomo e le faccio fare ciò che voglio.”
In effetti, è stupefacente che nella nazione più ricca e potente e mondo- gli Usa- la gente non sappia che cos’è il David, chi fu Michelangelo, non avverta con l’anima e il cuore la grandezza straordinaria di quel marmo diventato carne sotto i colpi di uno scalpello. In manicomio siamo ignoranti, specie se provvisti di titoli di studio che ci rendono superbi, arroganti, ma neppure io credevo che non sapessimo nulla di Michelangelo e confondessimo David con Rocco Siffredi. Mefisto mi ha spiegato l’arcano: Dio confonde chi vuol punire e noi il castigo lo meritiamo. Poi arriva lui, il delegato degli inferi, e ci rende pazzi. E’ riuscito a farci dimenticare lo spirito, la trascendenza, l’idea stessa di Dio, “l’ipotesi che non ho considerato”, come avrebbe detto lo scienziato Laplace a un altro Napoleone, un generale corso diventato francese.
“Pensa, mi ha rivelato Mefisto, che durante la pandemia – un’operazione a cui ho partecipato con la collaborazione di molti incaricati della Matrix infera- abbiamo fatto interrompere una messa da un carabiniere proprio durante la consacrazione. Lo sconsiderato in divisa ha detto di non sapere che cos’è la consacrazione e io gli credo: abbiamo lavorato bene, in profondità. L’ignoranza si è estesa a tutto, ma ci siamo accorti di un problema. La gente, quando non crede più in Dio, comincia a credere a tutto. Mi sembra che lo abbia detto un tale Chesterton, un inglese che scriveva romanzi gialli con un prete, padre Brown. Senza saperlo, ci ha messo in guardia e abbiamo fatto un po’ di prove. E’ proprio vero: hanno creduto, nel manicomio Occidente, alle mascherine, all’efficacia di strane punture, esattamente come sono convinti che sia comodo non avere in tasca i propri soldi e che sia una bella cosa l’identità digitale, ossia il sistema di controllo assoluto. “
Potevano crederci solo in manicomio, continuava Mefisto in vena di confidenze, per questo abbiamo aperto i cancelli e costruito un ospedale psichiatrico grande quanto una civilizzazione, l’Occidente. Bisognava fare di più: creare una nuova religione, o meglio una credenza di massa , con i suoi riti, i suoi simboli, i suoi sacerdoti. Abbiamo inventato il green, l’ambiente, convinto gli occidentali ( i più creduloni tra gli uomini, dopo la nostra cura) che la Terra, ribattezzata Gaia, è in pericolo per colpa loro , abbiamo mandato per il mondo profeti e profetesse. Una è Greta, una ragazzina piena di problemi– così simile ai giovani del manicomio Occidente- l’abbiamo portata in giro come la Madonna Pellegrina della religione tramontata, tra applausi e richiesta di miracoli. Non restava che nominarla teologa, ossia esperta della nuova Dea, Gaia, e del nuovo Olimpo, la religione climatica.
Sconvolto dalle rivelazioni, ho cercato di svegliarmi: invano. Mefisto ha chiamato lo psichiatra di guardia che mi ha imbottito di psicofarmaci. Ha detto che mi devo calmare, devo accettare la situazione e che non c’è niente di meglio delle pillole per sentirsi rilassati, calmi e felici. Alle mie rimostranze, mi ha condotto in un’ala del manicomio in cui un numero incalcolabile di persone vivevano, ognuno per suo conto, le loro “dipendenze”, ossia, secondo Mefisto, i loro scopi di vita. Chi si dedicava al gioco, chi a consumare “sostanze” ( le droghe non si chiamano più così, Mefisto dice che le parole devono cambiare per renderci felici), altri a quelli che le credenze erronee di ieri chiamavano “vizi capitali”.
Vedi come sono felici, sogghignò Mefisto. Tutto merito nostro. Non dovevo essere ancora sotto l’effetto delle pillole, perché replicai che non mi sembravano felici e i “paradisi artificiali” ( li chiamava così) a me parevano inferni reali. Altre pillole, più potenti, ordinò lo psichiatra a certi infermieri che ci seguono ovunque. Non so come ho fatto, ma sono riuscito a evitare la nuova dose di rinforzo e addirittura ho chiesto a Mefisto come fosse possibile arrivare al punto di considerare pornografia una delle più potenti opere d’arte universali. La risposta mi arrivò da una ricoverata che aveva ascoltato tutto. Scarmigliata, malvestita, piena di tatuaggi, con i capelli tinti di colori innaturali, mi ha vomitato addosso con odio la sua verità: l’arte è il codice estetico di maschi bianchi eterosessuali morti, quindi il David non è un capolavoro, ma una struttura di dominio contro gli oppressi.
A quel punto non ci ho capito più nulla e ho chiesto aiuto al Signore. Non l’avessi mai fatto: la solita Erinni, spalleggiata da una ricoverata in abito da vescovo , mi ha diffidato da rivolgermi a Dio al maschile. Poiché nei sogni può succedere di tutto, è apparsa anche Greta, con il berretto a punta da laureata, lo sguardo più corrucciato che mai, che mi ha intimato di non emettere CO2 ( non so bene che cosa sia…) e di non inquinare il manicomio. Benintenzionata come solo i teologi sanno essere, mi ha consegnato un libretto con le istruzioni: non devo più tirare lo sciacquone del bagno, devo evitare l’uso di veicoli a motore, rifare da capo a fondo la casa per adeguarla al quinto Evangelo green e tante altre cose. Dice che è l’ Agenda 2030, che l’hanno inventata su un’altra montagna incantata, Davos, e fa parte del Grande Reset, uno dei dogmi della nuova religione.
Del tutto sconvolto, ho avuto gravi allucinazioni. In una ho visto gli affreschi di Michelangelo della Cappella Sistina coperti di stracci , Dio in blue jeans, Adamo in abito arcobaleno da Gay Pride, mentre alle mie spalle ridacchiava un pittore antico, Daniele Ricciarelli detto il Braghettone per aver coperto con indumenti certe parti del corpo negli affreschi di Michelangelo alla Sistina. Finalmente, gridò, hanno capito chi era il genio – io- e chi il pornografo, Michelangelo.
Greta, dall’alto del suo sapere teologico, annuiva convinta. Tutto era contro di me, e il sogno diventava incubo. Irruppe anche il poliziotto spagnolo dal nome femminile e mi sentii perduto, tra psichiatri, diavoli, teologhe e militanti furiose, Ma “la vita è sogno, e i sogni, sogni sono”. Calderòn de la Barca è venuto a salvarmi: sudato, tremante, ma sveglio. Il manicomio Occidente era sparito, di Mefistofele neppure l’ombra, Michelangelo era tornato un genio universale, Greta una ragazza con sindrome di Asperger. Il manicomio Occidente era svanito per incanto. O no?