MATTARELLA HA SILURATO UN PIANO MACRON PER ISOLARE LA MERKEL?

LA RISPOSTA DEL PROF. PAOLO SAVONA

Un amico e collega mi fa notare che nella risposta del professor Paolo Savona “Ho subito un grave torto”,  pubblicata su Scenari Economici,  c’è una riga-bomba.
Riportiamo il testo:

Ho subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro e non a quelle che professo e che ho ripetuto nel mio Comunicato, criticato dalla maggior parte dei media senza neanche illustrarne i contenuti. Insieme alla solidarietà espressa da chi mi conosce e non distorce il mio pensiero, una particolare consolazione mi è venuta da Jean Paul Fitoussi sul Mattino di Napoli e da Wolfgang Münchau sul Financial Times. Il primo, con cui ho da decenni civili discussioni sul tema, afferma correttamente che non avrei mai messo in discussione l’euro, ma avrei chiesto all’Unione Europea di dare risposte alle esigenze di cambiamento che provengono dall’interno di tutti i paesi-membri; aggiungo che ciò si sarebbe dovuto svolgere secondo la strategia di negoziazione suggerita dalla teoria dei giochi che raccomanda di non rivelare i limiti dell’azione,perché altrimenti si è già sconfitti, un concetto da me ripetutamente espressopubblicamente. Nell’epoca dei like o don’t like anche la Presidenza della Repubblica segue questa moda.

Più incisivo e vicino al mio pensiero è il commento di Münchau. Nel suo commento egli analizza come deve essere l’euro per non subire la dominanza mondiale del dollaro e della geopolitica degli Stati Uniti, affermando che la moneta europea è stata mal costruita per colpa della miopia dei tedeschi. La Germania impedisce che l’euro divenga come il dollaro “una parte essenziale della politica estera”. Purtroppo, egli aggiunge, il dollaro ha perso questa caratteristica, l’euro non è in condizione di rimpiazzarlo o, quanto meno, svolgere un ruolo parallelo, e di conseguenza siamo nel caos delle relazioni economiche internazionali; queste volgono verso il protezionismo nazionalistico, non certo foriero di stabilità politica, sociale ed economica. È il tema che con Paolo Panerai ho toccato nel pamphlet recentemente pubblicato su Carli e il Trattato di Maastricht, dove emerge la lucida grandezza di Paolo Baffi. L’Italia registra fenomeni di povertà, minore reddito e maggiore disuguaglianze. Il 28 e 29 giugno si terrà un incontro importante tra Capi di Stato a Bruxelles: chi rappresenterà le istanze del popolo italiano? Non potrà andarci Mattarella, né può farlo Cottarelli. Se non avesse avuto veti inaccettabili, perché infondati, il Governo Conte avrebbe potuto contare sul sostegno di Macron, così incanalando le reazioni scomposte che provengono dall’interno di tutti indistintamente i paesi-membri europei verso decisioni che aiutino l’Italia a uscire dalla china verso cui è stata spinta. Münchau giustamente afferma che “teme non vi sia un sostegno politico nel Nord Europa” e quindi non ci resta che patire gli effetti del protezionismo e dell’instabilità sociale. Si tratta di decidere se gli europeisti sono quelli che stanno creando le condizioni per la fine dell’UE o chi, come me, ne chiede la riforma per salvare gli obiettivi che si era prefissi.
Paolo Savona

La frase illuminante:

Se non avesse avuto veti inaccettabili, perché infondati, il governo Conte avrebbe potuto contare sul sostegno di Macron”.

Effettivamente, copme si ricorderà, Macron s’è precipitato a telefonare  immediatamente al premier incaricato Giuseppe Conte, esprimendo “impazienza di lavorare insieme”. Ora Savona conferma che il governo a cui Mattarella ha impedito di vedere la luce poteva contare su un alleato importante in Europa. Anzi, che Macron aspettava con ansia di partecipare con Conte (e Savona come ministro dell’Economia) all’imminente incontro europeo al vertice di Bruxelles, per esercitare una pressione efficace – finalmente – sulla Germania. Il problema è ben noto, come scrive l’economista Barra Caraccio:

Perché anche la Francia ha le stesse esigenze dell’Italia, rispetto a Berlino. Ciò spiega anche la conciliante e tranquilla dichiarazione che – mentre da Francoforte e Berlino partivano aperte bordate e occulte manovre contro Savona – ha fatto il commissario europeo Pierre Moscovici, che è un francese:

C’era la speranza di isolare la Germania con una strategia unitaria  di Parigi e Roma. Dunque Mattarella ha agito a favore di Berlino sventando un piano serio e ragionevole di riforma dell’eurozona, guidato dai due Stati mediterranei. Se è così, non so se configuri altro tradimento. Sicuramente, è abiezione.

(Buon Due Giugno, Herr Praesident)