Un altro pezzo copia-incolla. Per far mostrare come gli attacchi di persone influenti contro il governo Legastellato assumano un aspetto sempre più mostruoso e patologico; in cui queste persone si espongono a mostrare la loro incompetenza, per la quale vengono immediatamente sbugiardati dai loro stessi lettori, più informati di loro.
Pier Carlo Padoan, quando era ancora professore alla Sapienza, ed ex direttore alla ricerca dell’Ocse, scriveva che “La strategia restrittiva della Germania è in grande misura responsabile della stagnazione dell’economia europea nell’ultima decade”.
(dal tweet di Vladimiro Giacché, Phd. )
https://twitter.com/Comunardo/status/997842634533163010/photo/1
quindi aveva le stesse opinioni di Bagnai, Cesaratto, Borghi. Le veva addirittura dal 1986, prima, molto prima, che nascesse l’euro. Le vedute che adesso attacca in quanto ministro di Gentiloni. Dunque non è uno che aderisce alla teoria economica sbagliata (austeritaria) in buona fede; sa che è sbagliata, a suo tempo l’ha criticata. Come ministro invece l’ha applicata con rigore, ottenendo i noti risultati: fra cui un aumento mostruoso del debito pubblico che prometteva di far calare.
Come mai uno che da professore “dice la verità” , poi, da ministro, la nega? Quale è il motivo di questa conversione, se non la cieca voglia di potere? Un potere europeo, per partecipare al quale bisogna mentire e negare l’evidenza.
Oscar Giannino ha lettto nel Contratto Lega-5Stelle che Salvini e Di Maio vogliono introdurre “L’IVA progressiva per reddito”.
Da "Il giornalino di Gian Burrasca" pic.twitter.com/grMVlgOcAb
— il Permeista (@ilPermeista) May 18, 2018
Un caso di allucinazione da odio ideologico? o di mitomania patologica, abituale nel personaggio. Come rivelò nel 2013 l’economista Zingales, “Giannino ha mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un master alla mia università – University of Chicago Booth School of Business”.
Oscar Giannino continua a ripetere in trasmissione a Radio 24 che la BCE non può concellare il debito (come dicono i veri economisti, tipo Paul De Grauwe) perché sennò ci perde. Nella prestigiosa Business School di Chicago che NON ha mai frequentato, sembra che NON fosse presente il giorno in cui il professore spiegò la differenza tra una banca commerciale (che può fallire) e una banca di emissione – che non fallisce per definizione, stampando moneta – e non ha bisogno di fantomatiche “coperture”.
Antonio Polito, vicedirettore e grande firma del Corriere
“Già una volta la Lega, impedendo al governo Berlusconi di fare le riforme chieste dalla Bce, ci portò nel 2011 sull’orlo della bancarotta finanziaria, costringendoci alla dura cura di tasse e tagli di Monti. Speriamo non riaccada”.
Chissà dove ha scoperto questa notizia. I lettori gli hanno ricordato che andò molto diversamente:
Nel 2011 Berlusconi era pronto a far uscire l’Italia dall’euro . Lo ha rivelato, nel 2016, l’economista Hans Wener Sinn, che non cita la Lega come causa.
Nel 2011 Berlusconi era pronto a far uscire l’Italia dall’euro
Nel 2011 “Berlusconi aveva avviato trattative riservate per chiedere l’uscita dell’Italia dall’euro, perché lui e altri rappresentanti dell’economia italiana non vedevano alternative a questo”. A dirlo, in un intervista alla Welt, è l’economista Hans-Werner Sinn, già direttore dell’Ifo Institute for Economic Research di Monaco. E per il docente dell’Università di Monaco dal 2011 la situazione economica del nostro paese non è migliorata, continua a non essere competitiva e “e negli ultimi dieci anni non ha nemmeno fatto sforzi per diventarlo”
Quanto alla “cura di tasse e tagli di Monti”, Polito ne ha applaudito la politica, che ha solo aggravato le condizioni economico-sociali, e fatto crescere il debito pubblico: inarrestabile, sotto i governi “altamente competenti” della Sinistra: hanno portato il debito pubblico da 1897 miliardi nel 2011, a 2280 con Gentiloni.
Carlo Cottarelli, economista, commissario alla riduzione della spesa pubblica per il governo Letta, ha provato a smentire la tesi secondo cui il Portogallo è uscito dalla crisi europea smettendo di applicare i diktat austeritari di Berlino e BCE, ed aumentando il deficit oltre il 3%. . Il suo tweet:
È vero che il #Portogallo ha ridotto il #debitopubblico grazie alle politiche “keynesiane” del governo socialista? È una bufala: il deficit è rimasto basso e l’avanzo primario è aumentato ulteriormente nel 2017. Per questo il debito è sceso di oltre 4 punti nel 2017.
E per provarlo, pubblica una tabella che — lo smentisce:
https://twitter.com/CottarelliCPI/status/996694244986306561/photo/1
Non è necessario commentare, basta leggere
Il Portogallo, mostra la tabella, fa deficit (ossia sfora il sacro 3%) da dieci anni. Quanto all’avanzo primario portoghese, è diventato positivo negli ultimi due anni; l’Italia è in avanzo primario da 26 anni consecutivi (come ci chiede l’Europa) e il nostro debito pubblico è aumentato
Un’altra tabella, offerta da Roberto Mulazzi, private banker, mostra che l’Italia è rimasta ininterrottamente con deficit sotto il 3% , dal 2012, mentre il Portogallo ha sforato fino al 2016.
(https://twitter.com/robertomulazzi/status/997838699965579265/photo/1)
Ricordiamo in ogni caso che il limite del 3% di deficit è una misura arbitraria, che non ha alcun significato economico né scientifico. E’ un numero scelto a caso da J.C. Trichet, l’ex governatore della BCE.
Bruno Le Maire, ministro Finanze francese:
“Tutti in Italia devono capire che il furturo dell’Italia è in Europa e e nessun altra parte, e per restare in Europa ci sono regole da rispettare”.
Massimo D’Antoni, che insegna Scienza delle Finanze all’Università di Siena, commenta:
“Francia che ci intima di rispettare le regole sul deficit è una cosa che proprio non si può sentire. La Francia, che dopo 9 anni ancora non è chiaro se sia uscita o no dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo. Ipocrisia senza limiti”
https://twitter.com/maxdantoni/status/998144175420952576/photo/1
Il professor Clemens Fuest, capo dell’infuente IFO (un think tanka tedesco), ci minaccia:
«Se violate le regole fiscali, vi sbattiamo fuori dall'euro»https://t.co/QciQbfrXma pic.twitter.com/lN5YChTOVt
— Massimo D'Antoni (@maxdantoni) May 18, 2018
(Sarebbe la nostra salvezza). Fuest ritiene che l’euro sopravviverebbe con “Germania, Francia e Spagna”. Sì proprio, un euro rivalutato del 30 per cento è proprio quello che ci vuole per le esportazioni spagnole e francesi – ed anche per quelle tedesche. Per conto, l’Italia tornerebbe a competere con una sua moneta svalutata del 15%.
Intanto Deutsche Bank crolla di -15% in un mese, nel silenzio dei media
Helene Meisler (@hmeisler) ha twittato alle 3:46 PM on ven, mag 18, 2018:
DB is -15% in a month. Odd I see so little chatter on it.
(https://twitter.com/hmeisler/status/997473529410084866?s=03)
Immaginate fosse stata una banca italiana.
In realtà, delle quattro banche che presentano il maggior rischio sistemico in Europa, una è tedesca, la Deutsche, le altre tre sono francesi. Le più vicine alla bancarotta. (dal sito di Andrea Mazzalai:)
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Paolo Savona, economista vero, ex ministro, e non mitomane come Giannino, dice l’illuminante verità in questa intervista del 2017:
Paolo Savona: “Perché all’Italia serve un leader che ci porti fuori dall’Europa”
«Le difficoltà della Ue sono colpa delle élite che la guidano: dicono di interessarsi del popolo ma si occupano solo di loro stesse e non ammetteranno mai il fallimento dell’ Europa perché significherebbe autocondannarsi. E questo acuisce il problemi. La mancanza di diagnosi comporta l’ assenza di terapia. Le élite italiane hanno voluto questa Europa, sbagliando. Si prendano la colpa o qualcuno gliela attribuisca».
È possibile tornare alla vecchia Cee prima di Maastricht?
«Non solo è possibile ma doveroso. Il vero errore di Maastricht è stato costruire un’ unione di vincoli invece che di opportunità, dichiarando però il contrario. Fu una grande bugia. L’ Italia non fu bugiarda, ma solo illusa, e impreparata».
Gli europeisti dicono che stracciare i parametri di Maastricht sarebbe complicato e costoso
«Per l’ Italia mantenere l’ Unione, l’ eurosistema e il mercato unico o uscirci comporta lo stesso impegno.
Ma per lasciare la Ue servirebbero leader all’ altezza, che ora non vedo: il problema del nostro Paese è politico prima che economico. Per fare ogni cosa al momento mancano i politici e forse ancor prima le idee e questo è il guaio, perché sarebbe un disastro se, anziché noi, fosse la speculazione internazionale a decidere l’ Italexit».
Il Financial Times: Roma apre le porte ai nuovi barbari.
“Crescita azzerata, disoccupazione raddoppiata, debito record, -25% di produzione industriale, bail-in e sfascio bancario a causa delle regole euroimposte. Per non parlare della macelleria sociale fatta in Grecia. I veri barbari vengono da Bruxelles e portano distruzione” . (Ernesto Preatoni, operatore finanziario, con interessi in banche, fondi e alberghi).
A modo di conclusione provvisoria:
Non lasciatevi terrorizzare dalla propaganda: il #GovernoLegaM5s merita la vostra fiducia. Giudicatelo sui fatti!