“Capisco che tu desideri una politica di rottura. Ma io sono stanca di raccogliere i pezzi, sempre e sempre, ad essere io che devo incollare insieme le tazze che tu rompi in modo che possiamo sederci a bere insieme una tazza di tè”.
altra espressione che sarà suonata “drastica” a Mutti: come dire che la UE ha la sua espansione come unico fine.
Ma ciò che l’ha fatta esplodere è quando Macron ha detto che non se la sente di andare alla riunione della NATO che si terrà a Londra ai primi di dicembre e far finta di credere che Usa e Turchia, in Siria, si stiano comportando secondo l’interesse collettivo degli alleati. “Non posso sedermi lì e comportarmi come se nulla fosse successo”, ha detto.
“E’ tanto tempo che non vedevo le relazioni franco-tedesche a un punto così basso da molto tempo”, ha affermato Claudia Major, analista della sicurezza presso l’Istituto Germanico per gli affari internazionali e di sicurezza. “Raramente ho visto tanta acredine e incomprensioni.”
Secondo l’analista suddetta Macron, in quanto ambizioso presidente francese con poteri quasi monarchici, è sempre più impaziente del lento della signora Merkel e dei processi decisionali nel federalismo tedesco , “con la Merkel al suo ultimo mandato e una coalizione che sta solo cercando di sopravvivere”, ha detto, “le lentezze sono inevitabili”.
Le proposte strategico-militari del francese per una”autonomia” della difesa europea, sono silurate sia dai socialdemocratici tedeschi, mentre le sue proposte per un’integrazione economica, maggiori spese e riforme dell’eurozona, sono silurate dai democristiani. La Merkel “non ha grandi visioni, e non cambierà dopo 10 anni”, ha detto la Major.
Poi ci sono i paesi dell’Est, nuovi nella NATO ed entusiasti della sua protezione militare anti-russa, che hanno sparato zero contro Macron e la sua definizione di “morte cerebrale”.
Il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha definito irresponsabile il presidente francese, e i suoi commenti che mettono in discussione l’impegno della NATO nella difesa collettiva (l’Articolo Cinque), come pericoloso. Morawiecki ha dichiarato al suo Parlamento che qualsiasi mossa per mettere in discussione la garanzia inclusa nel trattato NATO è una minaccia per il futuro dell’Unione europea e dell’alleanza militare.
Anche i politici dell’Est, come gli esperti strategici, ammettono privatamente che Macron ha ragione, che Trump con la sua imprevedibilità ha danneggiato l’Alleanza e anche Erdogan con il suo avvicinamento a Mosca, “ma è sbagliato esprimere questi dubbi in pubblico”.
Perché? Perché in questo momenti gli sherpa e i ministri dell’Alleanza, in vista del vertice di Londra , stanno faticando per concordare una dichiarazione congiunta, qualcosa di meno di un comunicato formale, che celebra l’anniversario e raccomanderà ai membri della NATO di aumentare le spese militari.
“I francesi – scrive il New York Times – stanno premendo per mettere nella dichiarazione un riferimento alla necessità di una nuova revisione strategica della missione della NATO, per sostituire l’ultima , che è stata completata nel 2010 ed è gravemente obsoleta, mentre la maggior parte dei paesi preferisce aspettare per vedere se Trump è rieletto prima di affrontare una discussione così fondamentale sullo scopo della NATO.
Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, cercando di prevenire uno scontro a Londra come quello che ha guastato un tempestoso incontro al vertice della NATO a Bruxelles quasi due anni fa, ha proposto un “gruppo di esperti” per rafforzare il pensiero politico della NATO. La sua idea sarebbe quella di mettere il gruppo sotto la direzione consensuale del segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, che lavora duramente per mantenere buoni rapporti con Trump.
Il Stoltenberg si recherà anche a Parigi la prossima settimana per incontrare Macron, presumibilmente per fargli la ramanzina per avere nell’intervista all’Economist messo in discussione la vigenza dell’articolo Cinque. Metterlo in discussione a voce alta significa minarlo, qualcosa che il signor Trump è stato pesantemente criticato per aver fatto presto nella sua presidenza, quando inizialmente ha esitato a sostenere la disposizione e poi s’è domandato se l’America avrebbe combattuto per il Montenegro, un membro della NATO.
Ovvia è invece la soddisfazione dell’ambasciatore di Mosca presso l’Unione europea, Vladimir Chizhov, che ha lodato le osservazioni di Macron e il suo veto sui colloqui di adesione all’Unione europea della Macedonia settentrionale e dell’Albania, qualcosa che Mosca ha lavorato per anni per prevenire.
“Tra gli alleati”, spiffera il New York Times, “si teme che [a Londra] Macron intenda proporre di conferire le armi atomiche francesi per formare, insieme al deterrente atomico britannico, una dissuasione nucleare interamente “europea”, cessando di fare affidamento all’ombrello atomico USA. Questa idea farà ulteriormente infuriare Berlino e l’Europa centrale sia perché nessuno crede che il deterrente nucleare francese sia in grado di coprire il continente; e quanto al deterrente nucleare britannico dipenda quasi interamente dai missili nucleari americani. Ma se Macron pone la questione della deterrenza nucleare, la signora Major ha detto, “A Mosca mettono in ghiaccio lo champagne”. Francese, ovviamente.
Lo scatto di nervi della Angela rivela una personalità usurata, in declino politico e contestata all’interno del suo partito.
Ma è anche il sintomo di un atteggiamento padronale verso gli europei. Per vent’anni, nessun altro governante ha mai contraddetto il piccino “pragmatico” senza visione della cancelliera, che ha condotto l’ Europa su una strada di arretramento addirittura scientifico-tecnologico e culturale, e a un vicolo cieco economico; evidentemente disabituata a sentirsi mettere in discussione, a aver sempre ragione, la Kanzlerin si fa saltare i nervi appena si sente porre questioni sui temi che ha lasciato marcire con la sua inazione – ormai troppo complessi, comprendendo di non esserne all’altezza nemmeno intellettuale. E’ fin troppo chiaro che ha sentito rivolta a sé l’espressione “Morte cerebrale”….
Interessante la valutazione che lo Spiegel dà dell’inadeguatezza (a dir poco) della leadership che la troppo lunga cancelleria della Mutti ha esercitato in Europa.
“Nessuno nella Cancelleria o nel Ministero degli Esteri vede che ha lasciato passare la necessità di un avvicinamento italo-tedesco, partecipare a frequenti incontri di alto livello con Roma e perseguire progetti comuni? L’Italia è stata di recente sul punto di cadere nel campo illiberale, con il ministro degli Interni Matteo Salvini – fino a quando non ha calcolato male e ha dato alla democrazia liberale un’altra possibilità nel paese. Ma Salvini sta attualmente lavorando al suo ritorno, e qualcuno vuole immaginare come sarebbe se l’Italia si unisse ai ranghi delle democrazie illiberali? Sarebbe molto peggio dell’Ungheria o della Polonia. E insieme, tutti e tre sarebbero un potente cuneo antidemocratico nell’Unione europea. Berlino sta perdendo l’occasione.
“È diventato evidente che i cinesi stanno perseguendo una strategia a lungo termine. Quali sono, tuttavia, le strategie a lungo termine dell’UE? E qual è la strategia a lungo termine della Germania per l’UE?
Il governo tedesco dovrebbe lavorare per contrastare tali atteggiamenti (il populismo di destra) garantendo che l’idea europea e le istituzioni dell’UE siano convincenti per la popolazione in generale. Berlino ha qualche buona idea per farlo? No, non lo fa.
C’è una tendenza antieuropea nella passività tedesca – una tendenza che si sta facendo sentire 20 anni dopo che Helmut Kohl si è dimesso da cancelliere. Il grande argomento a favore dell’UE, all’epoca, era che significava superare le animosità europee. Oggi si tratta di mantenere il Continente come centro di democrazia liberale. E la Germania sta sottraendosi alle sue responsabilità nell’UE”.
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