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Grazie per le sue obiezioni. Mi provo a darle qualche risposta:
Ha ragione, siamo più cattivi. Ecco perché
L’incattivimento che lei nota più acre ogni volta che torna, anch’io lo noto – io credo che abbia a che fare con lo sgangheramento istituzionale – voglio dire: non politico, ma della macchina pubblica: un fisco predatorio, una giustizia di cui non ci si può fidare, inefficienze e menefreghismo pubblici, “ricchi di Stato” (qualunque pubblico dipendente guadagna il 20-30 per cento in più del corrispondente privato; senza contare per esempio certuni in certe Regioni che prendono più del presidente USA: è una “nomenklatura” nel senso sovietico) atteggiamento persecutorio e menefreghista di certi pubblici apparati. A lei pare strano? Ma io, nel mio passato di inviato, ho visto questo incattivimento, questa sgarberia, questa rabbia di fondo, nei paesi comunisti; era l’ordine sovietico, le sue inefficienze le code per il cibo, le giornate passate a lottare con la burocrazia ostile per ottenere cose semplicissime, la polizia che faceva paura invece che fiducia, i giornali che mentivano dalla prima pagina all’ultima (ricorda qualcosa?), l’ideologia obbligatoria che tutti riconoscevano menzognera, la nomenklatura insieme spregevole, favorita in tutto e non criticabile….
Ora, gli italiani hanno provato a votare “tutti”, tutto il ventaglio dell’offerta politica, ma la macchina è ancora quella di prima, anzi sempre peggio. E su questo le normative di Maastricht, su cui tanto ingenuamente speravano gli italiani, che ci pesano addosso come un peso aggiuntivo di soprusi e spietatezza; le imposizioni UE ci hanno dato 5 milioni di poveri in più. La disoccupazione alle stelle, che quando lei era attiva in Italia, non era la tragedia che è oggi. Qualche piccolissimo imprenditore, o nemmeno piccolo, si suicida ogni mese perché non può pagare i debiti , i dipendenti e i fornitori, in quanto lui stesso non viene pagato (è la deflazione). Abbiamo perso il 25% dlle nostre industrie. Ho detto e ci credo, che Europa non è uno stato di diritto non c’è rule of law).
Tutto questo incide profondamente sul carattere collettivo : i meno istruiti e politicizzati non sanno perché, ma gli viene voglia di spaccare tutto, di urlare insulti e parolacce (anche io lo faccio), di esprimere una rabbia e una frustrazione che non sanno contro cosa e chi sfogare – perché gli italiani sono passivi e senza coraggio, soprattutto senza unità non sanno essere, per esempio “Gilets Gialli” .
E’ un popolo, ammetto, che ha un fondo di volgarità e grossolanità mai corretto (mancanza di classe dirigente, di “nobiltà” esemplari da imitare). Sono sicuro che una parte grossa del successo “popolare” di Salvini – quel sovrappiù – gli derivi dalla sua ineleganza, dalle sue felpe e dal suo mangiare, dall’esprimersi in modo poco articolato, apodittico – tutte le “curve da stadio” lo sentono “loro” e lo adorano proprio per questo. E lo dice uno che lo ha votato…
Greta è il loro Morozov…
Ora, veniamo a Greta. Scusi, ma questa ragazzina che va a Davos e parla ai potenti della Terra, che viene esaltata dai media e proposta al premio Nobel perché ci obbligherà tutti a subire altre privazioni per “il Clima” e ridurre “il CO2”, è veramente una finzione che non può non fare uscire dai gangheri chiunque non sia parte del Sistema e dei suoi privilegi, e sta nella parte perdente, con la disoccupazione e la povertà di massa.
C’è un elemento cosi inverosimile di finzione e propaganda, una misura così provocatoria e impudente di falsità ufficiale unita ad un infantilismo offensivo per tutti noi disgraziati – da far urlare. Scusi un attimo: le sembra verosimile che Greta sia andata Davos ed abbia potuto parlare ai potenti della Terra? Possiamo forse, lei ed io, essere ricevuti a Davos? Eppure avremmo alcune cose sensate da far presenti, a cominciare dall’11 Settembre false flag fino alla necessità di rimettere in vigore il Glass Steagall Act. Proviamo ad andare al Forum di Davos, e vediamo come ci tratta la polizia. Invece ricevono Greta, e i media si estasiano, gli scolari in tutta Europa spontaneamente vanno il piazza “per il Clima” (che non sanno nemmeno cosa voglia dire) .
A pensarci, questa finzione infantile ed offensiva per il buonsenso (significa che il Regime ci sta dicendo: Vi facciamo ingollare anche questa), ha davvero un precedente sovietico. Agghiacciante.
Era il 1932. Carestia a Terrore. Il piccolo Pavlik Morozov, scolaro, fu (credo) ricevuto da Stalin e premiato con la tessera n. 1 dei Pionieri ed esaltato come eroe dell’Unione Sovietica perché aveva denunciato alla Ghepeù suo padre per aver venduto documenti da viaggio (attività antisovietica): la delazione era un atto eroicamente staliniano, da incoraggiare ed imitare.
Poi dissero che Pavlik era stato ucciso da parenti. Nonno e nonna, uno zio e un cugino finiscono nel Gulag . Migliaia di scolaresche vengono portate sui luoghi del suo “martirio”, fu elevato un monumeto, e spontaneamente – insisto, spontaneamente – le generazioni di scolari delle elementari sognavano di diventare come Morozov eroi rossi, sfilano col distintivo con la faccia dello scolaro Morozov – e i genitori ammutoliscono di terrore e insieme di rabbia, dovendo temere ogni parola che sfugga loro in cucina, perché il regime ha reso i loro bambini, i loro delatori.
Ora, fatte le debite proporzioni, Greta l’eroina del Clima appare troppo il Pavlik Morozov portato ad esempio dal Sistema per non fare gridare di rabbia, di senso di verità offesa, e dalla brutalità del potere che riesce a importi queste falsità, a fartele ingoiare, e portare i figli – giovani Pionieri orwelliani – nelle piazze a chiedere “spontaneamente” ciò che Davos vuole imporci.
La differenza è che c’è ancora qualche spazio – sul web – dove si può urlare la propria rabbia, il proprio senso di offesa per essere trattati come deficienti infantili. Ancora per poco, poi anche quello spazio sarà chiuso – già sono pronte le “direttive” europee che i nostri liberi governi ratificheranno senza discutere, e taceremo.
Ma infine, se legge qualche volta i miei pezzi, avrà visto che spesso sono costretto a cancellare i commenti a chiuderli perché è vero, uno certo numero di lettori è insopportabile e frustrante. Adesso chiudo i commenti su Greta; li avevo lasciati aperti inavvertitamente perché in altre faccende affaccendato.
Grazie per la sua lettera, sono onorato di avere una lettrice così ragionevole e sensata anche nell’opposizione. Non tutti lo sono, ahimé. Ma tenga presente che dei miei circa 20 mila lettori, quelli che intervengono sono una quindicina, per giunta sempre gli stessi. Possiamo pensare che quelli che tacciono sono migliori, e essere pazienti su questa ventina, che evidentemente “ha bisogno” di questo tipo di sfogo. Per qualche ora.
In questo caso, chiudo i commenti adesso. Non vorrei che i quindici lettori rovinassero questo clima civile.