Sono allarmanti i numeri degli sbarchi in Italia. Gli arrivi sono saliti a quota 28mila in questi primi tre mesi del 2023, il 300% in più rispetto ai 6.800 del 2022. Con questo ritmo, le proiezioni indicano 430mila sbarchi a fine anno. Ma non è tutto, perchè la situazione della Tunisia sta diventando sempre più esplosiva visto che alla crisi economica si sta sommando una grave crisi idrica. Si sta cercando di aiutare la Tunisia per frenare questo temutissimo esodo di massa, ma i numeri di questi mesi parlano già chiaro. E l’Italia appare sempre più isolata. Sta sollecitando da tempo lo sblocco dei 300 milioni di dollari del prestito del Fondo monetario alla Tunisia, nella speranza che riesca così a gestire l’imponente flusso di migranti subsahariani che puntano a partire verso l’Europa. Che futuro ci attende? Ne abbiamo parlato con Alessandro Meluzzi, psichiatra, scrittore, ex parlamentare e opinionista controcorrente.
Gli sbarchi stanno aumentando vertiginosamente e nei prossimi mesi si teme una nuova invasione dalla Tunisia. Dobbiamo prepararci al peggio?
“Si sta verificando ciò che è scritto all’interno dell’agenda 2030, ormai siamo nel pieno del processo di sostituzione etnica dell’Occidente. Ho letto documenti riservati del World Economic Forum in cui si fa riferimento ad un livellamento di prodotto interno lordo fra le due sponde del Mediterraneo, il che vuol dire che Spagna, Grecia e Italia devono omologarsi a Paesi come l’Algeria, la Tunisia, l’Egitto e quel che rimane della Libia per omogeneizzare l’area mediterranea nei confronti del Nord Europa. Tenga conto però che i flussi migratori oggi sono possibili anche grazie alle politiche di destabilizzazione dell’area mediterranea operate dall’Occidente e dalla Nato. Prima infatti erano contenuti dal governo libico di Gheddafi che è stato fatto saltare da francesi e inglesi e da una Tunisia stabilizzata che è stata fatta precipitare nel caos”.
Destabilizzazioni casuali o appositamente architettate?
“In Libia sappiamo tutti che la guerra a Gheddafi è servita alla Francia per affermare gli interessi della principale compagnia petrolifera francese, la Total, con il sostegno degli inglesi, dell’America di Obama e anche dell’Italia che ci ha rimesso più di tutti. La vicenda della Libia direi che è emblematica, come lo è anche la destabilizzazione della Tunisia”.
Si teme un esodo di massa dalla Tunisia già questa estate a causa della grave crisi idrica ed economica. Anche lei vede concreto questo rischio?
“Penso che avremo l’arrivo di almeno un milione di persone da qui ai prossimi mesi. Non credo ci siano da fare troppe previsioni. La situazione è sotto gli occhi di tutti e non potrà che peggiorare”.
Il governo italiano cosa dovrebbe fare per proteggere le coste?
“Il problema è che abbiamo un governo privo di autorevolezza internazionale. E’ evidente a tutti come l’esecutivo sia governato dall’Europa e dalla Nato. Non siamo l’Ungheria di Orban capace di difendere la propria sovranità. Cosa fare non va chiesto ai nostri governanti ma alla Von Der Leyen o al segretario generale della Nato. Sono loro che ci governano”.
Quindi tutte le misure adottate dal governo per fermare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo, i decreti Piantedosi contro scafisti e Ong non servono a nulla?
“Basta vedere i risultati? Sono serviti forse a qualcosa? Gli alberi si giudicano dai frutti che danno, è scritto nel Vangelo. E se gli sbarchi sono aumentati in modo così consistente come si fa a sostenere che hanno funzionato?”.
All’incremento degli sbarchi corrisponde anche una carenza di disponibilità nei centri di accoglienza. Dove andranno quindi queste persone?
“Davvero non se lo immagina? Arriveranno ad espropriare gli immobili di proprietà perché sarà oggettivamente impossibile collocare milioni di persone. Questa soluzione è già stata presa in considerazioni nelle centrali di Davos. Guardi che qui non stiamo inventando nulla, perché tutto è scritto nero su bianco nei documenti dell’agenda 2030. Si parla di esproprio della proprietà immobiliare per ospitare i nuovi venuti. Come mai nessuno legge l’agenda 2030 dove è già scritto il nostro destino? Si tratta per giunta di documenti accessibili a tutti”.
Quindi cosa si può fare?
“A livello di governo assolutamente nulla, perché ci troviamo nella stessa condizione dell’India ai tempi dell’impero britannico. Del resto è stato lo stesso presidente Mattarella a dichiarare che l’unica forma di sovranità possibile è quella europea. Io sono soltanto un povero monaco di campagna, non posso fare altro che pregare”.
L’Europa sembra sempre più assente sul fronte immigrazione come se agisca ad intermittenza. Non siamo uno Stato sovrano padrone delle nostre coste, però siamo noi responsabili di ciò che avviene nei nostri mari. Non è paradossale tutto questo?
“L’Italia non è la Germania e non è nemmeno la Danimarca. Come le ho già detto il tentativo è quello di assimilare l’Italia alla Libia e ai Paesi africani dell’altra sponda. E’ questo l’obiettivo dell’agenda 2030, tutto il resto sono solo chiacchiere. Cercare ancora un’intesa e una solidarietà europea mi sembra una follia, nel momento stesso in cui il disegno mondialista è quello di separare nettamente i destini del Mediterraneo da quelli dei Paesi del Nord Europa. Basta leggere l’ultimo libro di Henry Kissinger per averne la prova. Il problema è che gli italiani tutto questo non lo sanno e per questo non reagiscono. Il governo non fa sapere queste cose perché sa benissimo di non potersi opporre ai progetti delle centrali internazionali del globalismo planetario”.
Quindi sta dicendo che la Meloni ha le mani legate?
“Mi pare ovvio. Se vuole restare al governo e non essere sostituita dall’ennesimo governo tecnico nominato da Bruxelles non può che adeguarsi. Il problema è che gli italiani sono ormai proni ad accettare tutto. Sono talmente ipnotizzati da accettare di vaccinarsi, mangiare insetti, comprare le auto elettriche. Si discute da mesi di fascismo e antifascismo, tutto fumo negli occhi talmente permeante in settant’anni di storia che la gente riesce ancora a lasciarsi trascinare nelle polemiche. Mi trovi lei in politica estera una sola differenza fra Meloni e Schlein”.
Litigano però sui migranti, con l’opposizione che accusa la Meloni di farli morire in mare
“E’ tutto un gioco delle parti, la Meloni vorrebbe realmente bloccare gli sbarchi ma sa che non può fare nulla perché purtroppo, come già detto altre volte, l’Italia oggi è la Bulgaria della Nato e quindi siamo costretti a recitare questo ruolo, sperando che gli americani premino la nostra incondizionata fedeltà pagandoci i debiti. Ma è tutta pura illusione”.
Quindi come se ne esce?
“Ripeto, pregando. Vede, l’ideologo russo Dugin commentando l’omicidio del blogger Tatarsky ha detto che non è in atto una guerra fra Russia e Ucraina e nemmeno fra Russia e Nato. In realtà è in atto una guerra di civiltà fra chi vuole imporre il passaggio ad una società transumana e post umana e chi invece vuole resistere a questo progetto disumanizzante. Da una parte ci sono i signori di Davos, che nonostante la loro potenza non riescono ad omologare l’altra parte di mondo che si oppone ai loro disegni. Le guerre oggi servono unicamente a questo”.