“Con il suo ruolo in Ucraina, la Russia ha infranto il principio dell’inviolabilità dei confini”, ha martellato Angela Merkel davanti al Bundestag, per spiegare come si prepara a partecipare al vertice NATO di Varsavia: “Le azioni della Russia nella crisi ucraina hanno profondamente turbato i nostri vicini orientali. Questi paesi hanno bisogno di una chiara assicurazione da parte dell’Alleanza”. Quindi, più truppe ai confini, anzi dispiegate permanentemente in Polonia e Baltici; perché “non è sufficiente poter inviare velocemente le truppe in caso di emergenza, ma bisogna già essere presenti lì. La Germania contribuirà in maniera sostanziale a queste misure”, ha detto.
Non basta. La cancelliera ha evocato l’articolo 5 dell’Alleanza, che obbliga ai membri all’intervento armato se uno dei paesi alleati viene attaccato”. Un richiamo sinistro, perché benché l’Ucraina non sia (ancora) un paese NATO, viene già trattato dagli Usa come tale; e solo il 6 luglio il viceministro russo degli esteri. Grigori Kasarin, ha segnalato all’ambasciatore tedesco Rüdiger von Fritsch e a quello francese Jean-Maurice Ripert “movimenti di truppe molto importanti” (confermate dagli osservatori OSCE) da parte dei battaglioni di Kiev per cui, ha detto Kasarin, “siamo davanti ai segni di un’operazione militare in preparazione dalle forze armate ucraine”. Putin ha telefonato direttamente ad Obama offrendo collaborazione per soluzione pacifica dei conflitti, dall’Ucraina alla ‘lotta all’IS”; Obama lo ha gelato: “Prima di riaprire il dialogo devi rispettare fino in fondo gli accordi di Minsk sull’Ucraina”, al che Putin non ha potuto che replicare che si aspetta che gli accordi di Minsk siano rispettati a fondo da Kiev. Ed ha annullato tutti i suoi spostamenti, in attesa del vertice NATO a Varsavia.
La tensione è massima, e la responsabilità della Merkel è evidente nelle sue parole ostilissime e gratuitamente dure. Un comportamento enigmatico fino alla follia. Ha rinnegato il suo stesso ministro degli esteri, Frank-Walter Steinmeier, che solo pochi giorni prima aveva criticato le manovre NATO a ridosso dei confini russi come “guerrafondaie” e provocatrici: si sperava che questa fosse una posizione concordata con la Merkel, dunque la posizione del governo germanico: macché, la Cancelliera sta seguendo la rotta dettata da Washington. Ha annunciato il piano di riarmo tedesco richiesto dagli americani; nella sua replica al Bundestag, Sarah Wagenknecht, la brillante leader del partito della Sinistra, ha parlato appunto di follia; “non vogliamo che i fantasmi del passato tornino a determinare il nostro futuro”. E ha aggiunto: “Lei ha evocato l’articolo 5. Non ha fatto parola dell’articolo 1, che obbliga i membri della NATO ad astenersi da qualsiasi minaccia o all’uso della forza. Un principio che la NATO, e soprattutto gli Usa, calpestano ogni giorno con le loro guerre illegittime e i loro droni assassini.
Mogherini orwelliana
Uno dei motivi di questa follia, pare essere la necessità – dopo il Brexit – di una “fuga in avanti” delle oligarchie europeiste ed americaniste, per tenere insieme l’Unione che sta per sgretolarsi, di fatto facendola coincidere, e confondere, con la NATO, chiudendola nella gabbia di ferro militare. Non è una ipotesi: è quel che si evince dal testo che Federica Mogherini si appresta a leggere al vertice dell’Alleanza a Varsavia.
La UE adotterà “un partenariato globale con la NATO”, annuncia il Deutsche Wirtschaft Nachrichten, che riporta il testo. Non basta: “Ue e NATO vogliono creare regole per un ‘ordine mondiale’ . Ovviamente, la neolingua adottata dalla Mogherini parla di “sicurezza”, “pace”, ed anche di “resistenza a Sud e a Est”. A Sud, intende il “terrorismo islamico” del Nordafrica e Medio Oriente (si ricordi che nella NATo è di fatto entrata Israele…). MA ad Est, e la Russia da combattere, perché lì “è stato violato l’ordine di sicurezza europeo”. .
La Mogherini la confessa apertamente all’esordio: “Attualmente [noi oligarchi, ndr.] stiamo vivendo una crisi esistenziale, all’interno e all’esterno dell’Unione europea. La nostra Unione è minacciata. Il nostro progetto europeo che ci ha portato una pace senza precedenti, la prosperità e la democrazia viene messa in discussione. […] In un mondo sempre più complesso, dobbiamo stare insieme. Solo il peso di una vera Unione, siamo in grado di offrire la nostra sicurezza dei cittadini, la prosperità e la democrazia [sic].
In un crescendo orwelliano, la Mogherini annuncia che la UE “aumenterà la prosperità delle sue popolazioni”; ma che “la prosperità della UE richiede un sistema economico internazionale equo e aperto, globale : il nuovo ordine mondiale”.
“L’UE sosterrà la resistenza delle sue democrazie” [sic] , con costante adesione “ai nostri valori”. “ L’UE si adopererà per un ordine mondiale”. “Per proteggere le nostre democrazie faremo l’interdipendenza”, aperti ad “altre collaborazioni”. Sicché “ L’UE aumenterà il suo contributo alla sicurezza collettiva in Europa e in stretta collaborazione con i suoi partner – della NATO. Ciò va inteso come un passo verso il “Governo globale per il 21 ° secolo: L’UE è impegnata ad un ordine globale basato sul diritto internazionale, che garantisce i diritti umani, lo sviluppo sostenibile e l’accesso permanente ai beni comuni globali”.
Sosterrà, la UE, la “resistenza delle democrazie” soprattutto “nel nostro settore orientale”. Ossia proteggendo militarmente Polonia, Baltici e il regime di Kiev dalla Russia. “in particolare, è urgente aumentare gli investimenti in materia di sicurezza e di difesa [..] stabilire una solida industria europea della difesa, che è responsabile per l’azione o decisione in Europa è di fondamentale importanza”. Le politiche estere dei vari membri devono essere “più strettamente coordinate; la nostra azione diplomatica deve essere completamente integrata nel trattato di Lisbona”, specie per “la sicurezza comune e la politica di difesa. […] Questa strategia è guidata dalla visione e l’ambizione di un’Unione più forte”.
Questa è la Mogherini in elmetto, secondo gli ordini ricevuti. Se non si crede, si legga qui:
Che il discorso della nostra rappresentante (della Erasmus generation) sia dettato dalle erinni del Dipartimento di Stato, è reso evidente da un fatto: nessuna autocritica, nessuna ammissione di aver provocato il disastro in Siria, Irak, Libia, Yemen, da cui viene il “terrorismo islamico” (finanziato dai sauditi e gestito da Cia e servizi anglo-francesi) contro cui la Mogherini ci chiama alle armi; nessun richiamo a Kiev perché rispetti gli accordi di Minsk. Usa ed UE non hanno sbagliato nulla, non sono aggressivi; le minacce “ad Est” vengono esclusivamente da Mosca, dal suo “espansionismo”, dal suo riarmo….
Una guerra in Europa, perché no?
Sarà tutto così, il tono che ci giungerà dal vertice NATO. Il presidente ucraino Poroshenko sarà ricevuto in pompa magna e riceverà rassicurazioni militari onde la sua “democrazia” di Kiev possa “resistere”. “La NATO cerca un Patto di Varsavia” (che non c’è più), come ha scritto ironicamente il giornalista Valentini sul Corriere. Di fatto, Kiev sta provocando un intervento, certo su incoraggiamento esterno, per “riprendersi i territori del Donbas”, violando sempre più apertamente gli accordi di Minsk; a ma a voi verrà detto che è stato Putin a violarli.
L’irresponsabilità americana e dei suoi zombi europei conta che a tenere la testa a posto saranno i generali russi, e Putin che conosce la schiacciante superiorità militare (almeno come volumi e costi) della NATO. D’altra parte, il rischio di una guerra sul territorio europeo non appare una tragedia, vista da Washington. La sua esperienza storica glielo dice. Il giornalista John Walsh ha spiegato perché, mostrando le semplici cifre delle vittime della seconda guerra mondiale.
Unione Sovietica vi ha perso 27 milioni di abitanti, ossia il 14% della popolazione. La Germania, 7 milioni (8,5%). La Polonia, 7 milioni (il 17% della popolazione). La Yugoslavia, 1,5 milioni (il 9%).
E gli Stati Uniti? La guerra l’hanno fatta lontano da casa- nella seconda guerra mondiale, in Europa, hanno perso 419 mila uomini Lo 0,32 per cento della loro popolazione. La guerra per loro, è un buon affare, un modo di rimettere in moto l’economia e tenere assieme “alleati” che stanno allontanandosi.
Walsh ricorda quel che disse nel 1941 il futuro presidente Usa Harry Truman, allora senatore, della guerra scoppiata in Europa: “Se vediamo che la Germania sta vincendo, dovremmo aiutare la Russia; e se è la Russia che sta vincendo, dobbiamo aiutare la Germania, e in modo che ne ammazzi il più possibile”.
Merkel e Mogherini sono d’accordo.