Nell’interminabile, immane, sconcia, immensamente spudorata e svergognata leccata di kulo dei servi “democratici” al cadavere del Padrone Rappresentante di tutti i Vincoli Esterni, resta un comico dettaglio: questi non credono in Dio, non credono all’inferno, ma credono nel “Cielo” – e vi situano i ricchi e potenti viziosi.
Ovviamente fanno finta di crederci, è un puro espediente retorico e adulatorio-sentimentale. Ma è in ogni caso un segno della loro inquietudine: dov’è desso il Padrone Napolitano? Nel Nulla? Il Nulla dove lui per primo era convinto sarebbe finito, ordinando di farsi seppellire nel cimitero acattolico (mi raccomando, che non ti sfiori un refolo della Grazia)? Si può onorare e leccar il kulo a uno che è nel Nulla? Se era così buono, bisogna dargli un Premio – e dove, se è Nulla adesso? Ed ecco che – traendo dalla “teologia di Bergoglio che Cristo non punisce e non condanna, non occorre pentirsi né cambiare vita viziosa – che s’inventano il “Cielo”. Ravasi citando sacrilegamente un testo sacro, Gianni Letta unendo alla leccata al Padrone cadavere una leccata a Berlusconi che è un insulto, perché ha inteso tacere che il Padrone Morto aveva fatto il golpe e tramato illecitamente contro il Padroncino.
“Funerale” laico di Napolitano, il card. Ravasi lo “santifica” e il nunzio mons. Tscherrig si toglie la croce.
«“I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre”. È la frase tratta dal libro biblico di Daniele (capitolo 12, versetto 3) che il card. Gianfranco Ravasi ha dedicato al Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano durante la cerimonia dei funerali [sic!: N.d.R.] di Stato nell’aula della Camera. Ravasi ha spiegato di voler porre un “fiore” ideale sulla tomba di Napolitano e che tale fiore è la frase tratta da Daniele»
Gianni Letta, Napolitano e Berlusconi si chiariranno lassù
Mi piace immaginare che incontrandosi lassù possano dirsi quello che non si dissero quaggiù e, placata ogni polemica, possano chiarirsi e ritrovarsi nella luce”.
No, ora Napoletano non è nel Nulla. E’ in un luogo che non vogliamo nemmeno immaginare, senza più potere, soggetto a derisioni eterne, salvo un estremo richiamo dell’Amore Divino.
E questi fingono il “Cielo” per il Potente huius mundi… questo mondo, questa società e civiltà creata da loro, che senza Cristo si sta sfaldando sotto i nostri occhi.