“Quanti milioni di persone sono state uccise nelle guerre sferrate dagli Stati Uniti dopo l’11 Settembre?” E’ la domanda a cui cerca di rispondere da anni Nicolas JS Davies, un giornalista americano con un gruppo di collaboratori volontari. Pubblica articoli e libri che sono poco giornalistici, perché cercano di valutare attraverso le varie fonti quanti sono i morti ammazzati da Usa e Gran Bretagna. Sono articoli e libri faticosi da leggere. Davies cerca di essere preciso e documentato, perché, scrive “rendersi conto della vera scala dei crimini commessi resta un dovere pressante, da un punto di vista morale, politico e giuridico”.
Dunque è in vista di un processo internazionale che occorre la triste precisione dei morti, con l’indicazione delle fonti e la loro valutazione critica.
Perché “è importante sapere se le nostre guerre uccidono milioni di persone, o soltanto 10 mila, come dai sondaggi, crede la gente nel Regno Unito e negli USA”.
http://www.comresglobal.com/wp-content/themes/comres/poll/Iraqi_death_toll_survey_June_2013.pdf
“La maggior parte degli americani direbbero che importa sapere se la parte della Germania nella seconda guerra mondiale ha causato milioni di morti o solo 10 mila. Preferire il secondo termine è un delitto penale in Germania e in altri paesi”.
Per il solo Irak, Davies valuta il numero di civili – non soldati combattenti né insorti in armi – ma civili uccisi, nei 15 anni dal 2003 al 2017, ammonta a 2 milioni e 440 mila, di cui forse il 40 per cento sotto i 15 anni. Le fredde cifre non riescono a dire gli orrori che hanno sparso le truppe occidentali, i bambini nati mostruosi per l’uranio impoverito, quelli mai disseppelliti dalle macerie a cui sono state ridotte città intere, i 1600 corpi mutilati che nel solo mese di ottobre 2006 riempirono l’obitorio di Baghdad, per gli squadroni della morte sunniti contro gli sciiti, e la vendetta di questi – una violenza settaria deliberatamente eccitata secondo il Piano Kivunim. Le fredde cifre non possono dire quello che ciascuno di quei 2 milioni e 400 mila civili ha provato di spavento, orrore e sofferenza di morte.
Davies ripubblica un’immagine che in qualche modo li riassume tutti.
E’ Samar Hassan, di 5 anni, che urla disperata perché papà e mamma sono stati appena uccisi mitragliati da soldati americani; con la loro vecchia auto si erano avvicinati ad un posto di blocco, era il crepuscolo del 18 gennaio 2005. La bambina ha nelle mani e sul volto il sangue ancor fresco dei genitori massacrati e di uno dei cinque fratellini, ferito. Gli assassini appartenevano al primo battaglione, 5 ° corpo di combattimento della Brigata Stryker della 25 ° divisione di fanteria di Ft. Lewis, Washington.
Pubblico questo perché dalle espressioni di soddisfazione dei capi sionisti, si capisce gli Macron, la lobby e l’Arabia Saudita hanno convinto Trump a mantenere le truppe in Siria del Nord, quindi a continuare la guerra per gli anni a venire.
Nella conferenza stampa a Washington se ne è vantato. “Dovremo costruire la nuova Siria ecco perché la tenuta americana è importante. Il giorno in cui finiremo questa guerra contro lo Stato Islamico [sic] se noi partiamo definitivamente e totalmente, lasceremmo la parola al regime iraniano, a Bachar Assad e i suoi uomini, ed essi prepareranno la nuova guerra. Alimenteranno i nuovi terroristi”.
Quanto ad Avigdor Lieberman, il ministro della guerra israeliano, parlando ad un media saudita: “Questi sono gli ultimi giorni del regime dell’Iran. Se l’Iran attacca Tel Aviv [e perché dovrebbe attaccare Tel Aviv? Si prepara un false flag? Israele colpirà Teheran e ogni postazione militare in Siria”.
Poiché tutte le guerre scatenate dagli Stati Uniti dopo l’11 Settembre sono state guerre per Israele, ad Israele non basta ancora.
Aiutino italiano ai jihadisti?