“..Solo quattro anni fa, il 21 maggio 2013, un deputato del PD, Giovanni Burtone, ha proposto l’Istituzione della Giornata in ricordo delle persone decedute o rese disabili a causa di vaccinazioni. Il link diretto alla proposta di legge è questo.
Burtone, a differenza della Ministra della Salute, è laureato in Medicina ed è un medico chirurgo, come potete leggere qui.
Leggiamo nella sua proposta: «Con la legge 25 febbraio 1992, n. 210, il Parlamento ha ritenuto di dover riconoscere un indennizzo a coloro che, a causa della somministrazione di vaccinazioni obbligatorie, hanno perso la vita o sono rimasti lesi in modo irreversibile e permanente».
(La legge 25 febbraio 1992, n. 210, è questa e il comma 1 dell’articolo 1 decreta: «Chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla presente legge»)
Torniamo alla proposta di Burtone: «Con la successiva legge 29 ottobre 2005, n. 229, il Parlamento ha inteso riconoscere un ulteriore indennizzo a coloro che, sacrificando la loro vita, hanno contribuito alla tutela della salute pubblica».
(La legge 29 ottobre 2005, n. 229 è questa. Interessante il comma 3 dell’articolo 1: «Qualora a causa della vaccinazione obbligatoria sia derivato il decesso in data successiva a quella di entrata in vigore della presente legge, l’avente diritto può optare tra l’ulteriore indennizzo di cui al comma 1 e un assegno una tantum pari a 150.000 euro, da corrispondere in cinque rate annuali di 30.000 euro ciascuna»).
Decesso a causa della vaccinazione, di questo parla una legge del 2005. E dodici anni dopo la Lorenzin riesce a dire, senza vergogna, che «Noi non abbiamo oggi casi di bambini danneggiati da vaccini»?
Leggiamo ancora la proposta di Burtone del 2013: «Non dimentichiamo, infatti, che queste vittime sono state o sono nella maggior parte dei casi bambini, «usati legittimamente» per preservare la salute della collettività. Sono vittime le cui famiglie sono state tenute all’oscuro del rischio reale in cui i loro cari sarebbero incorsi. Sono cittadini ai quali il diritto ad avere una vita normale è stato negato per tutelare il bene supremo della salute.
Ricordiamoci, inoltre, che se i danneggiati dalla somministrazione di vaccini si trovano in questa situazione la colpa è da ricercare in chi ha compiuto una valutazione degli interessi collettivi al limite di quelle che sono state denominate le «scelte tragiche del diritto». Essi sono stati le vittime preventivabili in astratto di tali scelte, perché statisticamente rilevato. La stessa Corte costituzionale ha considerato i danneggiati dalla somministrazione di vaccini «come coloro che vanno in guerra e sacrificano la loro vita per il bene della popolazione»».
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