Gentile Redazione,
Vi contatto da NewsGuard. Nel tentativo di combattere la disinformazione online, i nostri giornalisti analizzano i siti di notizie e informazione in merito a credibilità e trasparenza e preparano una scheda informativa sul sito verificando il rispetto di nove parametri. L’intento è quello di aiutare gli utenti nella comprensione del contesto che sta attorno alle notizie che leggono online e di offrire indicazioni sull’affidabilità dei vari siti.
Al momento mi sto occupando della scheda informativa di MaurizioBlondet.it e vi vorrei chiedere alcune informazioni e commenti a riguardo, così da poterli includere nella nostra scheda.
- Nel corso dell’analisi del sito è emerso che il sito ha pubblicato alcuni articoli contenenti informazioni inaccurate e fuorvianti. In particolare, vi chiederei un commento a proposito di questi articoli: https://www.maurizioblondet.it/peter-boothroyd-gli-eventi-meteorologici-estremi-sono-un-segno-dellira-di-dio/, in cui si afferma che il cambiamento climatico causato dall’uomo è una bufala, e https://www.maurizioblondet.it/20-universita-americane-richiedono-ancora-il-vaccino-anti-covid-nonostante-uno-studio-abbia-provato-un-aumeno-del-620-di-miocarditi/ in cui si afferma che i vaccini contro il Covid-19 causano il cancro.
- NewsGuard verifica che il sito pubblichi regolarmente correzioni ai propri articoli. Non sono riuscita a trovare correzioni pubblicate di recente sul vostro sito. Potreste inviarmi 2/3 link a correzioni che avete pubblicato (di cui almeno una pubblicata nel corso degli ultimi 12 mesi) e aggiungere un commento a proposito del vostro approccio alle correzioni?
- Per questioni di credibilità, inoltre, NewsGuard verifica che i siti distinguano gli articoli di notizie dalle opinioni. Nel corso dell’analisi ho notato che il sito pubblica regolarmente articoli di opinione senza segnalarli come tali. Considerereste di implementare una segnalazione degli articoli di opinione più chiara per i lettori?
- Sempre per questioni di trasparenza NewsGuard verifica che i siti forniscano i nomi (completi di informazioni biografiche e/o di contatto) degli autori dei contenuti. Considererebbe di aggiungere queste informazioni al vostro sito?
Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti o domande.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Cordialmente,
Sara Badilini
—
Sara Badilini
Staff Analyst
NewsGuard Technologies
Vorrei anche io chiederle: lei è pagata per questo? Quanto? Da chi?
Mi aspetto che sia NewsGuard, con la sua redazione, a mandarmi le correzioni dei miei articoli che ritiene falsi, spiegando perchè e enunciando la verità: li pubblicherò volentieri
Sara Badilini, la cacciatrice di fake news per NewsGuard: «Politica, guerre, vaccini: qui la lotta più dura»
di Riccardo Venchiarutti
La giovane giornalista, 28 anni di Montichiari, attiva nell’agenzia NewsGuard Technologies che cerca di bloccare le notizie false
Sara Badilini, 28 anni, di Montichiari, cacciatrice di notizie infondate
Ci sono anche occhi (e testa) bresciani nella battaglia mondiale contro le fake news. Sono quelli, dolci ma determinati, della monteclarense Sara Badilini, 28 anni, giornalista. Dopo la laurea Magistrale in Giurisprudenza comparata, transnazionale ed europea all’Università di Trento, vola a New York per un master in giornalismo alla prestigiosa Columbia University. Poi un impegno da volontaria in Scozia e in Nepal, il ritorno negli Usa per un contratto con la testata digitale Block Club Chicago ed infine l’approdo a NewsGuard Technologies agenzia leader a livello mondiale che si occupa di analizzare i siti di informazione per determinarne credibilità e trasparenza e al fine di monitorare la diffusione di disinformazione online. Sara segue il mercato europeo (ed italiano naturalmente) dall’ufficio di Bruxelles dove nel frattempo si è trasferita.
La incontriamo durante una breve puntata in Italia per trovare i genitori. Un tema, quello dell’informazione «falsa» che domina ormai il dibattito pubblico. Con il cosiddetto «deep fake», cioè la falsificazione «quasi veritiera» aiutata dall’uso dell’intelligenza
artificiale che rappresenta, a detta di molti osservatori, un pericolo concreto per la democrazia. Sara Badilini ha collaborato alla stesura di report sulla disinformazione su vari temi, tra cui la guerra tra Israele e Hamas, il conflitto tra Russia e Ucraina, e i social network. Ha inoltre contribuito a scrivere newsletter e analisi per la Commissione Europea l’OMS su tematiche di attualità, tra cui la disinformazione su Covid-19 e sul vaiolo delle scimmie.
Sara, ma davvero oggi l’informazione “falsificata” rappresenta un reale pericolo per la democrazia ?
«Sì. Soprattutto quando riguarda tematiche importanti come conflitti, elezioni, o persino politiche vaccinali, come è successo durante la pandemia. Le narrazioni false raggiungono spesso centinaia di migliaia di persone e la loro diffusione ha un impatto diretto sulle aziende, sulle democrazie e sugli individui. Proprio per far fronte a questo tipo di conseguenze, negli anni, NewsGuard ha pubblicato monitoraggi sulla disinformazione relativa alle elezioni, tra cui quello sulle elezioni politiche che si sono tenute nel settembre 2022 in Italia».
Nella sua attività qual è la vicenda più preoccupante che ha incontrato?
«È difficile individuare una singola vicenda, ma ci siamo imbattuti in vari casi di narrazioni false preoccupanti. Ad esempio, a quattro anni dall’inizio della pandemia da coronavirus continuiamo a leggere articoli e post sui social network che affermano che i vaccini mRNA contro il Covid-19 causano tumori o modificano il DNA. Le notizie false sui vaccini hanno avuto un impatto sulla campagna vaccinale e sulle decisioni delle persone in proposito. A febbraio di quest’anno le notizie false sui vaccini sono state condivise da 4.387 siti e account sui social network. Il fatto che persino a distanza di anni si tratti ancora notizie “virali” è senza dubbio preoccupante».
Mediamente l’informazione italiana (considerando anche quella online) è più o meno manipolata di altre?
«La disinformazione passa spesso per i social network e le narrazioni false rimbalzano da un Paese all’altro e da una lingua all’altra ad altissima velocità. NewsGuard è attivo in nove Paesi e capita frequentemente che i nostri analisti si imbattano in una notizia falsa che è circolata in lingue diverse e in Paesi diversi».
Spesso si dice anche che l’informazione nel nostro Paese é più provinciale di altre realtà internazionali. È davvero così a suo parere?
«A NewsGuard mi occupo di analizzare siti di informazione italiani e, se è vero che spesso mi imbatto siti che diffondono ripetutamente disinformazione o che non rispettano le pratiche basilari del giornalismo, sono numerosi i casi di siti di notizie che rispettano tutti, o quasi, i criteri di credibilità e trasparenza. Spesso e volentieri si tratta di siti di notizie locali, siti focalizzati sul territorio. Molti dei siti che analizziamo nel tempo hanno migliorato le proprie pratiche giornalistiche dopo aver interagito con noi. A ottobre 2022 erano 2.100 e si tratta di un numero in crescita».
Pensa che ci sia spazio in Italia per un’attività professionale come la sua?
«Di sicuro ce n’è bisogno. Soprattutto di fronte alla popolarità che stanno guadagnando i chatbot e, in generale, l’intelligenza artificiale che pongono il mondo del giornalismo di fronte ad una sfida impegnativa. Nel corso dell’ultimo anno NewsGuard ha analizzato da vicino i rischi che pone l’intelligenza artificiale. Stiamo monitorando come l’IA viene utilizzata per diffondere disinformazione e stiamo tracciando la diffusione di siti generati completamente, o quasi, dall’intelligenza artificiale. Noi siamo focalizzati sul cosiddetto “pre-bunking”: invece di smentire le notizie false una volta che sono circolate e sono state diffuse, analizziamo i siti di informazione sulla base della loro credibilità e trasparenza, così che il lettore abbia le informazioni e il contesto necessari prima di leggere un articolo. La domanda per questo tipo di servizio è in crescita da parte di piattaforme di social network, ricercatori e agenzie pubblicitarie che vogliono assicurarsi che i loro annunci non finiscano inavvertitamente su siti che diffondono disinformazione».