di Gianluca Marletta
Di fronte allo sfascio inarrestabile dell’istituzione vaticana (non della Chiesa, la quale deve rimanere – nel suo cuore inviolabile – fino alla fine dei tempi) molte persone sembrano rimanere sconcertate e sorprese.
Sbagliato, cari amici! Le forme del mondo si dissolvono necessariamente, e così deve essere anche per “l’abito esteriore” che la Chiesa ha assunto negli ultimi secoli.
Del resto, non sapete che questo DEVE ACCADERE? Non è scritto forse a chiare lettere nelle Scritture, nei testi dei Padri, persino nel Catechismo (cfr. la grande apostasia, l’inganno finale, ecc.)? E allora: di cosa davvero abbiamo paura?
Abbiamo letto i Vangeli? Il “calice della Passione” che va bevuto “fino in fondo”; Pietro e Giuda – che non sono solo individui, ma figure di ciò che “deve avvenire” – fughe, rinnegamenti e tradimenti… è già tutto preannunciato da 2000 anni! Anche la Morte, anche l’Istante terribile in cui “tutto sembra perduto” (che precede quello glorioso in cui “tutto è salvato”).
E allora, di cosa ci sorprendiamo? Secondo me – ve lo dico sinceramente – la paura nasce dalla poca Fede e dal timore di veder crollare quell’illusione che chiamiamo “vita ordinaria”. Ma questo non è ciò che ha detto il Cristo. Il Cristo ha detto: “quando accadranno queste cose, alzate lo sguardo, perché la vostra liberazione è vicina!”.
P.s.
Quando andò in rovina il “vecchio Israele” con il suo Tempio ormai “vuoto” (della Divina Presenza), per Quarant’anni si susseguirono segni, presagi e avvertimenti celesti (ne parlano dettagliatamente storici come Flavio Giuseppe e Tacito). Fu tutto inutile: i Sacerdoti del vecchio Israele ne ridevano, finché non giunsero i Romani e “non rimase pietra su pietra”.
I Cristiani di Gerusalemme, però, si salvarono: ricordandosi degli avvertimenti del Maestro, fuggirono verso le montagne, in Siria e in Arabia.
“Chi ha orecchi intenda”.