Il distanziamento sociale non è il mezzo per fermare l’epidemia ma l’epidemia è il pretesto per imporre il distanziamento sociale.
Il distanziamento sociale non è il mezzo per fermare l’epidemia, ma uno strumento per imporre la digitalizzazione forzata della società, rendere impossibile la partecipazione politica attiva dei cittadini, cancellare la democrazia.
Le mascherine non sono un mezzo per fermare l’epidemia, ma uno strumento per promuovere il distanziamento sociale.
Le mascherine imposte nelle scuole elementari e medie non sono un mezzo per fermare l’epidemia, ma un modo per condizionare l’infanzia al distanziamento sociale.
I vaccini di massa obbligatori non sono un mezzo per combattere l’epidemia, ma lo strumento attraverso il quale imporre l’anagrafe sanitaria.
L’anagrafe sanitaria non è un mezzo per combattere l’epidemia, ma uno strumento per estendere il controllo del potere alle funzioni biologiche primarie delle persone.
La chiusura delle scuole e delle Università non è un mezzo per combattere l’epidemia, ma uno strumento per imporre in modo permanente la didattica a distanza.
La chiusura di musei, teatri, cinema, biblioteche non è un mezzo per combattere l’epidemia, ma uno strumento per distruggere la cultura e la possibilità che di essa vi sia una fruizione sociale.
La chiusura di bar, ristoranti e luoghi di incontro non è un mezzo per combattere l’epidemia , ma uno strumento per impedire ogni socialità.
La chiusura delle palestre e la sospensione delle attività sportive non è uno strumento per combattere l’epidemia, ma un modo per piegare e demoralizzare i popoli.
I lockdown totali o parziali non sono uno strumento per combattere l’epidemia, ma un modo per distruggere la piccola e media impresa.
Il reddito di cittadinanza, i sussidi, i ristori, i prestiti europei ed internazionali non sono uno strumento per alleviare le sofferenze del popolo, ma un modo per tenerlo buono e poterlo così più facilmente schiavizzare.
Il terrorismo mediatico di questi mesi non è uno strumento per combattere l’epidemia, ma un modo per far accettare ai popoli un pazzesco esperimento sociale.
Tutti gli strumenti messi in campo per combattere l’epidemia in questi mesi di sicuro non si propongono di salvare vite umane, forse mirano consapevolmente a far aumentare il numero dei decessi, al fine di imporre, attraverso il terrore, il distanziamento sociale.
Quando sarà chiaro tutto questo , si potrà tornare a preoccuparsi del coronavirus.
Prima di allora bisogna solo impedire che il mostruoso progetto di cui tutti noi saremo le vittime giunga a buon fine.
La società che si prospetta liquida tremila anni di civiltà occidentale e ci proietta in una barbarie senza precedenti.
L’unico dovere morale è impedire questa deriva.
Ammesso sia ancora possibile.
S.Dalla Torre