Ancora alcuni copia incolla per recuperare una notizia di importanza essenziale.
La segnalano persone di cui abbiamo imparato a fidarci:
Considero la mormorata fusione di #SocGen ed #UniCredit un atto ostile nei confronti dell’Italia, al pari della guerra alla Libia. Voglio dirlo prima anche questa volta. È il risultato di una strategia nata con la scelta del CEO Mustier, francese, “dimesso” da Soc Gen per insider
Se andasse in porto la fusione tra Socgen e Uncredit, l’Italia sarebbe stata ridotta ufficialmente a satellite della Francia in 16 anni di euro. Ma si sa, i cattivi sono i tedeschi…
Ecco come la Francia vuole far pappare Unicredit da Société Générale. Il paper di Brunetta
- In cosa consista il pericolo per l’Italia, lo spiega bene Paolo Annoni sul Sussidiario, a cui rimando:
“La Francia negli ultimi due decenni ha comprato talmente tante società da diventare il Paese europeo che avrebbe più da perdere in caso di crollo economico-finanziario italiano. La dimensione delle acquisizioni e dell’intervento francese in Italia è stato così grande in termini dimensionali e così sbilanciato da determinare una situazione che avrebbe eguali sono nei casi di ex-colonie. L’Italia ha scelto di farsi comprare convinta che legandosi alla Francia avrebbe maggiore riparo in sede europea; oggi la Francia non può augurarsi un fallimento dell’Italia: telecomunicazioni, media, banche, assicurazioni, energia, industria, lusso, alimentare… non c’è un settore in cui non faccia capolino una società francese con ruoli di rilievo. Comprare o fondersi con la principale banca italiana non può essere un caso, soprattutto in una fase così delicata per l’economia italiana. Bisogna quindi chiedersi perché incrementare l’esposizione in Italia e perché oggi”.
Ora si capiscono meglio tutte quelle Legion d’Onore sparse a piene mani sui petti dei nostri piddini e governanti ed esponenti del nostro Deep State, ovviamente “democratico”. Qui sotto per l’elenco:
Budget 2019: pitoyable défaite
(Budget 2019, pietosa disfatta, BFM)
“Improvvisazione politicante che mira a inventare una ppolitica del potere d’acquisto e mancano di rigore intellettuale (Le Journal du Dimanche)
Nouvelle attaque de Macron contre les retraités
(nuovo attacco di Macron contro i pensionati)
Crise de l’immobilier, crise de sens, crise de la raison et de l’intelligence
(crisi dell’immobiliare, crisi di senso, crisi della ragione e dell’intelligenza)
“La classe politique n’a pas conscience du désastre dans lequel notre patrimoine est plongé»
“La classe politica non ha coscienza del disastro in cui il nostro patrimonio è affondato” (Figaro)
Secondo Michel Geoffroy, autore di La Super-classe mondiale contre les peuples ♦ (quindi sovranista), il clima prevalente oggi è una sorta di rassegnazione tragica . “La Destra è in coma profondo. A sinistra, i sindacati non riescono a mobilitare: gli si risponde, “a che serve?”. A che serve, perché Macron dispone di tutti i poteri. Gode del sostegno dei media, delle lobbies, della Davos-crazia. I suoi deputati senza esperienza votano a catena tutti i progetti di legge che presenta il governo, stakanovisti del voto. Persino gli alti funzionari [una istituzione-pilastro de la République] assistono senza reagire alla decostruzione sistematica dello Stato repubblicano e presto alla loro propra scomparsa, perché il governo promette di sostituirli con precari a contratto reclutati sul mercato”.
Ma allora tutto è passività e rassegnazione? No. “Questo silenzio apparente della Francia nasconde una collera fredda e una rottura abissale tra il paese reale e il paese legale, come fra occupanti ed occupati“. Geoffroy compara l’ggi al “1940, dopo il collasso di giugno dell’armata, quando la Francia sbalordita dalla vergogna e dalla disfatta, non sapeva più che fare, dava fiducia al mareciallo Pétain”….Come allora, però, Macron opera come un agente della Germania. “il suo Potere dà la caccia alla dissidenza, i suoi sbirri associativi la denunciano alla polizia, la trascinano nei tribunali, la censurano sui social – secondo le procedure repressive usate al di là del Reno, perché ancora come allora, Macron è a rimorchio della Germania”.
A questo punto?
“Come nel 1940, il Potere non si rende conto che la dissidenza progredisce nei cuori. Il caos migratorio sta risvegliando a poco a poco l’Europa. un grande movimento storico prende forma. Come nel ’40, il Potere si illude di mantenerne estranea la Francia”. Questa rassegnazione sembra a Geoffory un annuncio della rivolta.
Esagera? Ma lo stesso Macron sembra aver avvertito qualcosa, se ha diffuso questo stupefacente messaggino:
“coloro che credevano all’avvento di un popolo mondializzato si sono profondamente ingannati. Dovunque nel mondo l’identità dei popoli è tornata. Ed è in fondo una buona cosa”.
Cos’è? Un tentativo di riposizionamento? Suggerito dal suo mentore Attali, in piena rielaborazione della nuove strategia perché “non si deve lasciare la nazione ai nazionalisti”, come abbiamo raccontato il 25 luglio scorso?