PAOLO SENSINI – Ne ha fatta di strada Sandro Gozi dai tempi in cui militava tra le fila del Fronte della Gioventù di Cesena, ossia il movimento giovanile del MSI. Ma il ragazzo non ha tardato a capire che le sue ambizioni avrebbero potuto ottenere ben pochi riconoscimenti con Rauti o Almirante, così ha puntato tutte le sue carte su un padrino politico di ben altro peso: Romano Prodi. Quando si dice la “coerenza”! Del resto, come scriveva La Bruyère, lo schiavo ha un solo padrone mentre l’ambizioso ne ha tanti quante sono le persone utili alla sua fortuna. Così di favore in favore l’ex “frontista” è riuscito a farsi largo tra gli affiliati del Clan Prodi e, nel vuoto pneumatico dei “Democratici di Sinistra” poi divenuti PD, si è creato un piccolo strapuntino nel bel mezzo della cloaca cattocomunista. Da quella posizione, dopo un certo periodo di anticamera e apprendistato in taluni bureau della UE, si è sentito nelle condizioni di poter fare la mossa del cavallo candidandosi inizialmente alle primare PD contro Renzi e Bersani, ma ha subito desistito mercatteggiando col pinocchio fiorentino qualche carica di prestigio in cambio del suo appoggio incondizionato. Così da quel momento è diventato un pretoriano di Renzi, il quale una volta ottenuta la carica di Presidente del consiglio lo ha ricompensato come si deve a un fido vassallo. Ma Gozi è roso dall’ambizione, che non a caso è la caratteristica di coloro che amano cavalcare le onde senza curarsi della schiuma, e punta più in alto. Peccato che dietro a tanta bramosia ciarliera vi sia il nulla, come può attestare chiunque abbia avuto la sventura di conoscerlo. Tuttavia in I-Taglia solo personaggi della sua pasta riescono a “farsi largo”, costi quel che costi, in quella maleodorante fogna a cielo aperto chiamata politica.
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