“La Francia è il paese d’Europa dove l’ipotesi di scomparsa della sinistra, nel 2022, è da prendere sul serio”, s’allarma Philippe Marlière, docente di politiche europee all’University College di Londra. Profezia che potrebbe essere pronunciata anche per la sinistra italiana, e per quella tedesca, come vedremo. Ma se vi questo europeista spieghi perché con un’analisi seria, ecco: la sinistra “non ha niente da opporre al clamore populista dominante: razzismo e antisemitismo, abbandono delle classi popolari, sessismo, anti-intellettualismo, culto del capo”.
“Il governo Macron diventa ogni mese più audace nell’occupare lo spazio politico dell’estrema destra”, s’inquieta Pierre Briancon, giornalista di Barrons, prima di Libé. E come esempio dà il nuovo programma di Edouard Philippe, il primo ministro francese, che ha promesso: “La Francia eserciterà tutto il suo peso con la Commissione e i partner perché l’Europa rifondi profondamente lo spazio Schengen e il regime d’asilo europeo”. Scandalo e panico fra i progressisti, il 26 ottobre scorso Macron ha dato una lunga intervista a Valeurs Actuelles: “il settimanale di estrema destra!”, con cui i politici mainstream e perbene non parlano! E in più, trattando di “immigrazione e comunitarismo” nel modo della “estrema destra”.
Con orrore, Christian Paul, ex ministro socialista, registra: “A metà mandato, il bilancio di Macron è senza appello. La sua pratica di potere è autoritaria. Eccita le passioni più torbide della società. Ha abbandonato il tema della crisi ecologica (sic) e delle profonde mutazioni che esige . Mette la questione identitaria [anti-musulmana] al centro del dibattito pubblico sperando così di calmare la rabbia dell’elettorato popolare”.
Perché questa virata di Macron è chiaro a tutti: nel fatale 2022, elezioni presidenziali – la data in cui la sinistra scompare, sarà testa a testa fra lui e Marine Le Pen. Due “destre”. Con la seria possibilità che vinca lei. “C’è il rischio che la Francia dei Lumi precipiti nell’orrore politico”, intona lugubre l’ex ministro socialista. Naturalmente, Macron, non fa che attuare la strategia consigliata dal suo creatore Attali dopo l’emersione dei movimenti anti-UE (ricordate? “Non si deve lasciare la nazione ai nazionalisti. Bisogna adattarsi al nuovo rapporto di forza per contrastare l’emergenza del populismo sociale” ).
https://www.maurizioblondet.it/la-caduta-di-macron-decisa-dai-suoi-creatori/
E’ esattamente quello che sta facendo Manu: usa un linguaggio da sovranista di destra (nell’intervista all’Economist ha accusato l’austerità imposta dalla UE di “aver portato paesi come Italia e Grecia nelle mani della Cina”) e proprio in queste settimane sta tagliando lo stato sociale per risparmiare 3.4 miliardi in 3 anni col massacro sociale: insomma applica le austerità del liberismo terminale prescritte da Berlino con cieca ostinazione.
Alleanze con l’AfD? Merkel: “Verboten sono nazi”
Lo stesso allarme sta suscitando in Germania la crescita impetuosa del “nazista” AfD, unita alla sparizione della sinistra socialdemocratica.
Nelle ultime votazioni locali in Sassonia, la CDU della Merkel ha mantenuto il controllo, con il 32,1% dei voti; ma l’AfD ha preso il 27,5%. Nel Brandeburgo il Partito socialdemocratico, il partner della coalizione eterna CDU-PS, è ancora risultato il primo col 26,2% ; ma l’AfD ha preso il 23,5%, un successo incredibile per un partito nato cinque anni fa. I partiti ”perbene” sono crollati.
L’effetto generale è che viene scossa la coalizione eterna CDU-PS, occorre che la CDU cerchi altre alleanze. In Turingia, gli esponenti locali della CDU “hanno ufficialmente presentato una petizione al partito per consentire loro di negoziare con il capitolo locale di Alternative for Deutschland (AfD) nei colloqui di coalizione”.
“La leadership nazionale ha respinto con veemenza la lettera aperta di questi funzionari”. Verboten!
Potete allearvi con Die Linke (i rossi LGBT), con i Verdi, ma “Merkel è categoricamente contraria ad ogni alleanza” con “i nazisti”. Il punto è che ciò obbligherà a formare coalizioni con quattro partiti, molto fragili e paralizzate. Senza una strategia unitaria nel pieno della recessione; e in coalizioni che sempre più si configurano come nemiche dei “poveri”, i tedeschi sfavoriti dal sistema Merkel e quelli dell’Est, perché la AfD è sempre più anche il partito degli impoveriti.
Oltretutto, in Baviera, dove la CSU – la DC bavarese, sempre più a destra della CDU – teme di perder la posizione egemonica che ha mantenuto dal dopoguerra nella regione più ricca, causa il forte successo dell’AfD. La soluzione di Horst Seehofer, il caporione locale che è anche il ministro degli Interni federale, ha adottato, è adottare il linguaggio e quanto più possibile le politiche dello AfD, sperando di recuperare gli elettori che i “nazisti” gli hanno portato via. Sicché, alla fine, Verboten merkeliani o no, la politica tedesca viene condizionata sempre più dai temi della “destra”,specie anti-immigrazione, identitari e comunitari; poi anti-UE.
“Seehofer ha annunciato nel tabloid Bild che “l’Islam non appartiene alla Germania”. Seehofer andò a visitare il presidente russo Vladimir Putin proprio mentre la Merkel doveva incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Quando il primo ministro Viktor Orban ha vinto la rielezione in Ungheria il mese scorso, Seehofer e il suo partito si sono congratulati ostinatamente con lui, chiamandolo “nostro amico “e definendo le sue politiche” conservatorismo civico “.
Il Council on Foreign Relations contro “l’antisemitismo” in Europa
Attenzione, l’allarme che si legge nella frase che ho appena riportato non viene da qualche mezzo europeo della sinistra fucsia. No, viene da Foreign Policy, ossia dall’organo del Council on Foreign Relations (CFR): la più antica, potente (e anche intelligente: da lì è uscito Kissinger) lobby per il governo unico mondiale. Fondata nel 1921 dal “colonnello” Mandell House con i fondi dei Rockefeller e di centinaia di fondatori di multinazionali banchieri, professori universitari e direttori di giornale convinti del verbo globalista e della necessità di imporlo al mondo, è stato sostanzialmente il CFR a far entrare in guerra l’America di Roosevelt contro il Terzo Reich e i fascismi mondiali – considerati come ostacoli al Piano, e da stroncare. Una consapevolezza geopolitica che ha reso il CFR altamente allarmato dai”populisti” in Europa.
Nell’articolo che stiamo citando, si cita con favore “l’ex primo ministro Matteo Renzi” (su cui quegli ambienti USA avevano tante speranze) e con dolore il fatto che il suo “Partito Democratico è sul punto di frazionarsi. La sinistra italiana non è mai stata in così gravi difficoltà”, piange il think tank dei padroni e banchieri globalisti. “In Francia, il Partito socialista è completamente in disordine: i socialisti hanno perso 224 seggi nelle elezioni dell’anno scorso”.
In Germania, “la sinistra si trova di fronte a una scelta tragica: anticonformismo a costo del fallimento politico o conformismo [sostegno al governo, ndr.] a costo della stagnazione. Dal punto di vista ideologico, l’SPD si è effettivamente dissolto nella CDU e ora si trova a margine di una competizione tra CDU / CSU e AfD”.
La conclusione del CFR è “adesso, in Europa, la scelta politica è solo fra destra e estrema destra, un panorama politico fortemente limitato”, si duole la lobby: aveva tanto sperato nelle sinistre LGBT,nel controllo del linguaggio, ed ora – ecco – Seehofer usa persino la parola “Heimat, che significa patria”…
Questo allarme del CFR spiega anche la campagna forsennata contro “l’antisemitismo” e “i crimini d’odio” e la reductio ad Hitlerum di Salvini (troppa grazia…) in Italia, e al fatto che vi si prestino con tanta esagerazione gli ebrei padroni del discorso (Cerasa del Foglio, Saviano, Mentana, Maurizio Molinari di La Stampa), con tutte le falsità sulle “le minacce” ricevute dalla Segre per giustificare (almeno) la proscrizione nel linguaggio di termini come “prima gli italiani”, e la santificazione preventiva come preparazione a far governare l’Italia dal noto rettiliano globalista.
E’ interessante e divertente constatare fino a che punto i motivi dei signori impegnati nella lotta “contro l’odio” aderiscono alle preoccupazioni del Council:
: “Salvini ha una questione di fondo irrisolta : perché, essere Sovranisti, essere Nazionalisti … : è qualcosa che poi sfocia, involontariamente, anche nell’anti-semitismo”
Il neocon israeliano che dirige LA Stampa:
Molinari: “La genesi dell’odio contro Segre svela le due matrici dell’antisemitismo europeo: il sovranismo di estrema destra e l’antisionismo di estrema sinistra”
Il meschinetto Gad Lerner:
Perché la destra non ha votato la Commissione #Segre contro il #razzismo? E' semplice: perché le conviene assecondare larga parte del suo elettorato che prova antipatia per #LilianaSegre, non vuole ricordare #Auschwitz, rifiuta l'etichetta #razzista ma sogna il #primagliitaliani
— Gad Lerner (@gadlernertweet) November 3, 2019
Saviano:
La politica sovranista usa l’odio antisemita come carburante. #LilianaSegre è sotto scorta e Salvini minimizza. La propaganda xenofoba di Matteo Salvini è il problema che la democrazia italiana non ha la forza di affrontare: ciò che è accaduto alla senatrice Segre ne è la prova. pic.twitter.com/Pg1Avd7NlY
— Roberto Saviano (@robertosaviano) November 7, 2019
Il buffissimo Gianni Riotta, da una vita cameriere del CFR aspirante maggiordomo.
Poteva mancare El Papa?
“L’eccessiva rivendicazione di sovranità, da parte degli Stati, quando degenera in un Nazionalismo conflittuale, produce razzismo ed antisemitismo“.
Antisemitismo, antisemitismo, antisemitismo – ripetete con me: nazionalismo è antisemitismo, L’Europa ci ha dato 70 anni di pace, Mario Draghi una volta ha curato un uccellino ferito….