Il Giornale:
Sborsiamo 350 euro per ogni singolo immigrato che sbarca sulle nostre coste. E solo per il primo giorno.
È quanto ci costa in media il kit d’ingresso tra biancheria intima, beni di prima necessità per la pulizia, abiti e scarpe e poi ancora alloggio e cibarie, un pocket money di 2,50 euro che sarà quotidiano e una ricarica telefonica di 5 euro, una tantum.
Dal secondo giorno in poi la spesa continua in base ai costi delle strutture di ospitalità e dei contratti stipulati: la somma, conteggiata pro capite pro die, arriva a 31,50 euro. Una cifra che fa storcere il naso se la si moltiplica per tutto un mese: 945 euro, ovvero 165 euro più del reddito di cittadinanza per un singolo inoccupato. E considerando la cifra, prodotta da una media standardizzata nella penisola, viene fuori che dall’inizio dell’anno per 107.000 migranti accolti abbiamo speso (escluso i minori non accompagnati dove i costi salgono tra gli 80 e i 100 euro al giorno) ben 808.920.000 per l’ospitalità oltre ad altri 37.450.000 per il primo ingresso: totale 847.178.920.
Già, una bella cifra anche se l’impegno di spesa non si assolve con questi numeri e basta. Per avere un quadro completo sarebbe da sommarci i costi per l’interpretariato ovvero il servizio che viene offerto a ogni straniero nel momento in cui si approssima alla richiesta di protezione internazionale o di asilo: valutiamo che in un anno l’impegno per ogni centro è di circa 300 mila euro.
Quanto invece ai servizi essenziali di pulitura, lavanderia e disinfezione degli alloggi temporanei si stimano costi importanti soprattutto per l’hotspot di Lampedusa dove vengono soccorse e poi smistate la maggioranza delle persone. Siamo a circa 140mila euro ogni 4 mesi. Fatto salvo il trasporto di costoro dall’approdo alla domiciliazione definitiva: ogni trasferimento va dai 10 ai 18mila euro compresa la pulizia e la disinfezione di bus o airbus ciascuno con 70/80 posti.
Ma quanto dura? Siamo nell’ordine dei 3 anni. E le cifre ricalcano esattamente l’ammontare precedente al novembre 2018 quando Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno, aveva decretato nuovi limiti e controlli per i costi relativi all’accoglienza. Le cifre per gli immigrati ospitati nei Cas, stabilite sempre pro capite pro die, che fino ad allora erano impunemente lievitate oltre i 35 euro per ciascuno, furono ridimensionate tra i 19 euro per i grandi centri ai 25 per i piccoli centri. Il kit d’ingresso contava un impegno tra i 150 e i 180 euro.
A partire dalla fine del 2020 quel decreto venne smantellato dal governo giallorosso che aveva nominato successore di Salvini al Viminale, Luciana Lamorgese. Quindi stralciato il documento, i costi ripresero a risalire fino a oggi, con cifre esorbitanti. Solo per il Kit d’ingresso si spendono 300 euro. Dato inoltre il sovrannumero di ingressi l’ammontare annuo potrebbe rivestire un problema enorme per le casse dell’erario. «Una delle risoluzioni prossime dice il Viminale sarà la definizione del nuovo accordo tra l’Ue e la Tunisia che prevedrebbe un sostegno economico di Bruxelles in cambio dell’attuazione di riforme economiche e di conseguenza del controllo delle frontiere. Altrettanto la riforma del Trattato di Dublino che sarà pronta per primavera 2024 e che andrà a ridisciplinare la materia relativa al sistema dell’accoglienza e dell’asilo all’interno dei confini dell’Unione europea.
Diversamente sempre dal Viminale – al momento non sono previste revisioni di importi sul capitolo immigrazione». Tuttavia tra nuovi decreti sicurezza e revisione delle domande di asilo, rigetto e rimpatrio i costi vivi dell’accoglienza potranno necessariamente diminuire grazie a tempistiche ridotte e numero di alloggiati. Ma è solo analizzando un po’ di questi numeri che ci si rende conto dell’impatto economico nel dettaglio.
A Roma per una capacità ricettiva tra i 100 e i 300 immigrati la spesa è di 33,83 euro pro capite pro die; a Macerata i prezzi per 200 persone rimangono per così dir contenuti a 25,31; a Campobasso arriviamo fino a 29,30. Passando per la Campania, a Napoli la spesa sale a 28,73; poco meno a Foggia con 28,31. A Crotone i costi giornalieri si attestano attorno alla media nazionale: 31,30 euro. Ma è quando arriviamo in Sicilia che l’impegno di spesa diventa quasi proibitivo: si va da 40,25 euro nelle piccole strutture fino a un massimo di 100 posti, per toccare i 37,42 fino a 150 posti e a 34,84 per 300 posti. Fuori scala anche la spesa per l’ospitalità nel Cas di primo approdo di Lampedusa: qui il costo base a immigrato è di 33,62 euro al giorno.
Un ammontare smisurato (tra i 70mila e 135mila euro) per la mole di presenze che abbiamo avuto in questi giorni di agosto quando si conteggiava un andirivieni tra le 2mila e le 4mila quotidiane.
“Ci pagheranno le pensioni…”
E’ il caso di ricordare la profezia di Gustavo Augusto Rol:
“che nel 2025 in Italia vi saranno il 60% di persone “di colore” e il 40% di bianchi.”