L’ultima, o la penultima, è questa: l’esercito siriano ha trovato oltre 40 tonnellate di componenti per armi chimiche nei territori che ha liberato dai jihadisti sostenuti (anzi guidati sul terreno) da specialisti americani, inglesi e francesi.
Da molti giorni il ministro Lavrov lanciava l’allarme: i jihadisti stanno per fare un attacco chimico false flag. Navi da guerra della NATO sono state piazzate davanti alla Siria per lanciare missili da crociera su Damasco subito dopo il falso attacco chimico; i russi dicono di avere in mano dei documenti, evidentemente dei jihadisti, che dimostrano il piano d’attacco a Damasco, il cui scopo principale sarebbe stato di ucciddere Assad.
In seguito, i servizi russi hanno fatto sapere di aver sventato ben tre tentativi di attacco chimico false flag: il 12, il 13 e il 19 marzo.
Il 20, durante una riunione del comando delle forze russe, il ministro della Difesa Shoigu ha evocato questi tre tentativi sventati, e dal fraseggio fa intendere che attribuisce il colpo a Londra. Il montare con menzogne sfrontate e provocazioni sempre più esagerate da parte di Boris Jonson, dell’accusa falsa alla Russia di aver avvelenato la ex spia Skripal viene collegato da Mosca alle manovre per compiere un attentato false flag tale da giustificare l’intervento occidentale diretto in Siria. Nello stesso tempo, è servito a mettere sull’avviso i suoi servizi in Siria ed aumentarne la vigilanza.
Il Pentagono non sapeva?
A questo punto, Thierry Meyssan (che ha entrature altissime nei servizi siriani) racconta: il 13 marzo, “scavalcando la via diplomatica ufficiale, il capo di stato maggiore russo Valeri Gherassimov contatta il suo omologo, il generale USA Joseph Dunford, per informarlo dei suoi timori di un attacco chimico false flag nel Ghouta. Dunford prende la cosa molto sul serio e allerta il segretario Usa alla Difesa, il generale Jim Mattis, che ne riferisce al presidente Trump. Data la sicurezza dei russi che questo colpo basso sarebbe preparato all’insaputa del Pentagono, la Casa Bianca chiede al direttore della CIA, Mike Pompeo, di identificare i responsabili del complotto”.
http://www.voltairenet.org/article200226.html
Meyssan attribuisce a questo fatto il brutale, fulmineo e inspiegabile licenziamento in tronco di Tillerson, e del suo vice Steve Goldstein, da parte di Donald Trump. Apparentemente, il moderato Tillerson era parte del complotto per scatenare una guerra contro i russi in Siria, tenendo bordone alla May, all’insaputa del governo degli Stati Uniti – o almeno del Pentagono e del presidente. Non c’è motivo di non credere a questa informazione di Meyssan; il fatto che Trump si sia congratulato con Putin per la sua rielezione – contro i consigli di suoi “consiglieri” e incontrando le furibonde critiche dei media come il Washington Post il New York Times – sembra una conferma. Tanto più che Trump ha auspicato di incontrarsi con Putin in un “futuro non troppo lontano” per discutere di corsa agli armamenti che sta andando fuori controllo” e della Corea del Nord – suscitando altre furibonde critiche dei soliti ambienti.
Un’altra conferma viene da Deutsche Wirtschafts Nachrichten: il giornale tedesco ha chiesto direttamente al Pentagono se poteva confermare che l’armata siriana e le sue milizie ausiliarie avevano intenzione di riprendere Al Tanf – ossia la base americana, striscia di terreno di 55 chilometri che essi hanno occupato per costituire un santuario permanente per i terroristi (o opposizione moderata). La risposta è stata spaventosa: “Per dirlo senza mezzi termini, non sono gli Stati Uniti a controllare la guarnigione di Al Tanf. Al Tanf è una struttura di coalizione. E no, non abbiamo alcuna indicazione che il regime siriano stia pianificando di attaccare le forze della coalizione”.
Se è così, è agghiacciante constatare che la superpotenza nucleare più armata della storia stava per essere trascinata nella guerra alla Russia alle spalle del Pentagono, da parte di un potere interno che sta contemporaneamente conducendo la sua guerra contro il presidente. Spaventoso pensare che queste schegge impazzite e irresponsabili si erano coordinate con Londra; ancor più, aver visto come tutte le capitali europee, Berlino, Parigi e Roma, e peggio – la NATO e i suoi 29 membri – hanno tenuto bordone a questo progetto criminale unendosi alle inverosimili accuse a Putin di essere il mandante dell’avvelenamento di Skripal.
A chi diavolo stanno obbedendo Merkel, Macron, Gentiloni e Stoltenberg? A chi obbediscono i media mainstream – loro cui basterebbe esprimere qualche autorevole dubbio sulla versione inglese dell’avvelenamento a Skripal (tutte le informazioni veridiche sono disponibili in rete) per dissipare il malefico castello di carte che ci porta alla guerra?
Forse i nostri lettori sanno già dare una riposta sugli autori. Può aiutare questa informazione: “Israele si prepara in silenzio per una possibile guerra alla Russia”
Israel Quietly Begins Practicing for Possible War With Russia
Secondo Haaretz, l’esercitazione (rigorosamente a livello di alti comandi) “simulava una guerra su più fronti in cui la Russia interveniva per impedire ad Israele di attaccare la Siria. Israele si è preparato per lo scenario in cui una guerra con Hezbollah in Libano richiederebbe all’esercito israeliano di combattere su altri fronti – molto probabilmente la Siria – dove Hezbollah mantiene una significativa presenza militare”
PS – Non mi occupo di monsignor Viganò.
Alcuni lettori vogliono da me un commento sulle dimissioni di Viganò, che nella foga di compiacere El Chapo ha sostanzialmnente falsificato una lettera – critica – di Ratzinger facendola apparire favorevole a El Chapo. Rispondo che in genere non mi occupo di crimine organizzato, nemmeno quando il ganster, maldestro, sbaglia mira e si spara sull’alluce. Marco Tosatti, Socci e Sandro Magister dicono meglio di me tutto quel che c’è da dire della farsesca, ridicola e alquanto delinquenziale vicenda. Posto qui questo commento solo per notare come l‘irresponsabilità generale e la cecità che stanno mostrando i vertici europei, ha contagiato il potere insediato in Vaticano.
Aggiungo che Radio Radicale ormai dedica ore di trasmissione a difesa di “Francisco” e di Viganò. Ovviamente, è la stessa Radio Radicale che ogni mattina legge religiosamente, sul Washington Post e New York Times, sul Wall Street Journal e La Monde, e approvandole, le false informazioni diffuse dalle centrali della propaganda bellica che ha ordinato di dipingere Putin come il nuovo Hitler.