NUOVE GRAVI RIVELAZIONI DI VIGANÒ SUI VERTICI DEL VATICANO.
4 Luglio 2019
[…] Non solo papa Francesco non fa quasi nulla per punire chi ha commesso abusi, non fa assolutamente nulla per denunciare e assicurare alla giustizia coloro che hanno, per decenni, facilitato e nascosto i violentatori. Solo per citare un esempio: il cardinale Wuerl, che ha coperto gli abusi di McCarrick e altri per decenni, e le cui menzogne ripetute e sfacciate sono state rese chiare a tutti coloro che hanno prestato attenzione, ha dovuto dimettersi disonorevolmente a causa dell’indignazione popolare. Eppure, accettando le sue dimissioni, papa Francesco lo ha elogiato per la sua “nobiltà”. Quale credibilità può avere il papa dopo questo tipo di dichiarazioni?
Ma un simile comportamento non è affatto il peggiore. Tornando al vertice e concentrandosi sull’abuso di minori, desidero ora sottoporre alla vostra attenzione due casi recenti e veramente orribili riguardanti le accuse di reati contro minori durante il regno di papa Francesco. Il papa e molti prelati in Curia sono ben consapevoli di queste accuse, ma in nessun caso è stata consentita un’indagine aperta e approfondita. Un osservatore obiettivo non può fare a meno di sospettare che azioni orribili vengano nascoste.
1 – Si dice che il primo sia accaduto all’interno delle stesse mura del Vaticano, al Pius X pre-seminario, che si trova a pochi passi dalla Domus Sanctae Marthae, dove vive papa Francesco. Quel seminario forma i minori che servono come chierichetti nella Basilica di San Pietro e nelle cerimonie papali.
Uno dei seminaristi, Kamil Jarzembowski, un compagno di stanza di una delle vittime, afferma di aver assistito a dozzine di episodi di aggressione sessuale. Insieme ad altri due seminaristi, ha denunciato l’aggressore, prima di persona ai suoi superiori pre-seminario, poi per iscritto ai cardinali, e infine nel 2014, sempre per iscritto, a papa Francesco stesso. Una delle vittime era un ragazzo, presumibilmente abusato per cinque anni consecutivi, a partire dall’età di 13 anni. Il presunto aggressore era un seminarista di 21 anni. […]
(LEGGETE IL RESTO QUI: http://www.marcotosatti.com/2019/07/04/nuove-gravi-rivelazioni-di-vigano-sui-vertici-del-vaticano/)
CESARE BARONIO SU PROGRESSISMO E OMOSESSUALITÀ NELLA CHIESA DEL POSTCONCILIO.
[….] Gli scandali del Clero sono aggravati dal fatto che a compierli siano spesso stati dei Vescovi o dei Cardinali, oltre che semplici sacerdoti, ed ancor più dalle ormai evidenti coperture offerte non solo dai Vescovi diocesani e dalle Nunziature, ma anche dalla Santa Sede e, in alcuni casi, dallo stesso Papa regnante. Quello che non dovrebbe sfuggire, nell’analisi della cloaca che va scoprendosi a tutti i livelli, è un dato di fatto e un dato cronologico.
Il dato di fatto è la concomitanza tra la dissoluzione morale e quella dottrinale e liturgica. Il dato cronologico è la coincidenza dei casi di molestie sessuali con il Vaticano II.
Nella stragrande maggioranza dei casi la crisi morale del Clero coincide con l’affermazione delle istanze progressiste in seno al Concilio Ecumenico. Con uno scarto di pochi anni per eccesso o per difetto, l’inizio dei casi di pedofilia e di sodomia da parte di ecclesiastici, venuti alla luce in molte nazioni – dagli Stati Uniti all’America Latina, dall’Italia alla Francia – si può collocare intorno alla fine degli anni Cinquanta, approssimativamente poco prima o poco dopo la morte di Pio XII, avvenuta nell’Ottobre del 1958.
[…]
Il cancro del Modernismo, per diffondersi sotterraneamente ed ascendere a posti di comando, doveva necessariamente poter contare sulla fedeltà assoluta dei congiurati, specialmente dei più attivi ed influenti; questo richiedeva quindi una sorta di iniziazione,non dissimile da quella praticata nelle logge massoniche, che garantisse la ricattabilità dell’iniziato e consentisse, in caso di defezione, la sua immediata distruzione, attuata tramite la delazione e la conseguente espulsione dal sacro recinto. Far sapere che il tal sacerdote aveva dei comportamenti riprovevoli permetteva, nella massima discrezione che all’epoca si riservava a questioni tanto scabrose, la sua totale estromissione dalla vita ecclesiastica, la sua letterale sparizione dalla comunità. E, conseguentemente, rendeva qualsiasi tentativo di difesa che coinvolgesse aspetti dottrinali assolutamente inefficace. In sostanza, il tener legati a sé chierici dalla condotta di vita censurabile li costringeva ad essere, volenti o nolenti, fedeli esecutori degli ordini impartiti da chi stava a capo della setta modernista. E se anche avesse parlato, una volta scoperto, la sua denuncia sarebbe stata considerata una forma di vendetta da non tenere in considerazione.
CESARE BARONIO SU PROGRESSISMO E OMOSESSUALITÀ NELLA CHIESA DEL POSTCONCILIO.
La PONTIFICIA CORTE DEI NANI BUGIARDI COL COMPLESSO DEI GIGANTI CHE NON DOBBIAMO PRENDERE SUL SERIO, MA PER SALVIFICO IMPERATIVO DI COSCIENZA CRISTIANA DOBBIAMO PRENDERE SOLO PER IL CULO
Don Ariel Levi di Gualdo
[…]
«Se davvero vogliamo affrontare questo problema drammatico, dobbiamo partire da un triste dato di fatto: oggi, all’interno del clero secolare e religioso maschile, il numero degli omosessuali è spaventosamente alto e si divide tra gay praticanti e gay repressi; i secondi più attivi dei primi nell’esercizio della loro logorante omosessualità psicologica. Gli omosessuali per carattere psichico repressi nel corpo, sono di gran lunga peggiori di coloro che praticano l’omosessualità fisica, causando da sempre all’interno della Chiesa dei danni talora enormi talora irreparabili, puntando sempre e di rigore a piazzarsi nei posti più alti e nei ruoli-chiave di governo, per meglio rafforzare una lobby molto potente e solidale al suo interno, retta su criteri pornocratici.
[….Pornocrazia indica una forma di governo caratterizzata dal nefasto influsso di cicisbei e prostitute sugli uomini preposti all’esercizio del potere. Alla lettera significa “governo delle prostitute”, o governo fondato in buona parte sui meccanismi tipici della prostituzione. A caratterizzare la pornocrazia, non è tanto il baratto di favori sessuali con posizioni di privilegio, come nelle consuete relazioni tra potente e prostituta, perché questi rapporti di potere non sempre hanno avuto connotazioni di tipo sessuale, specie all’interno di certe sacche decadenti, che hanno costituito nei tempi passati e presenti orribili zavorre per la Chiesa, dove spesso il meccanismo, lungi dell’essere quello del tutto naturale della sessualità eterosessuale, si fonda sulla asessualità, o su puri meccanismi omosessuali, spesso più psicologici che fisici. Nella pornocrazia clericale, l’omosessualità praticata a livello fisico è solo la punta estrema di un’omosessualità mentale radicalizzata e andata non di rado al potere. Con l’esercizio del proprio influsso sull’uomo di potere la prostituta, o il gay-prostituto, non tanto riescono a esercitare in modo indiretto il loro personale potere, perché simili meccanismi di ruolo sono stati più volte esercitati in modo quasi istituzionale dalle legittime consorti dei sovrani, o dai loro vari amichetti-gay. Quel che risulta particolarmente logorante nella Chiesa, più che nel potere civile laicista, è la capacità del prostituto di creare un proprio potere personale a volte quasi assoluto, che si sostituisce spesso all’autorità del potente e che non di rado sopravvive al potente stesso.
[…]
“Nell’estate 2017 la Gendarmeria Vaticana arresta Monsignor Luigi Capozzi, di anni cinquanta, segretario del Cardinale Francesco Coccopalmerio e addetto di seconda classe presso il Pontificio consiglio per i testi legislativi, presieduto da questo porporato. Il fatto: nel suo appartamento collocato in Vaticano nel palazzo dell’ex Sant’Uffizio, Monsignore organizzava festini gay a base di droga, tanto da render poi necessario il suo ricovero nella clinica romana Pio XI per adeguate terapie di disintossicazione” [Cf. Franca Giansoldati, Il Messaggero, 29 giugno 2017
…Rifacendosi a notizie a loro pervenute dall’interno della Santa Sede, i giornali precisano che Monsignore «era già stato proposto dal Cardinale per essere elevato alla dignità episcopale» [Francesco A. Grana, Il fatto Quotidiano, 28 Giugno 2017]. A oltre un anno dal fatto, i giornalisti Maike Hickson e John Henry Westen di LifeSiteNews lanciano una notizia poi riportata dal vaticanista Marco Tosatti [Stylum Curiae 11 ottobre 2018] e da Giuseppe Aloisi [Il Giornale, 11 ottobre 2018] e da vari organi di Stampa: “Il Cardinale Francesco Coccopalmerio […] era presente al party omosessuale a base di droga in cui ha fatto irruzione la polizia vaticana nell’estate del 2017 e in cui fu arrestato il suo segretario, Mons. Luigi Capozzi”. A questa notizia risponde la sera stessa con un tweet il Cardinale Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, all’epoca dell’accaduto Sostituto della Segreteria di Stato: “La notizia è priva di fondamento. Fui io ad informare dell’arresto del sacerdote il Card. Coccopalmerio a fine giornata, non avendolo trovato, per un disguido, il mattino. Il prete non fu arrestato durante un fantomatico party, ma nel cortile della casa”.
Chiariamo: per oltre un anno il Cardinale Angelo Becciu ha permesso ai giornali di infangare un prete scrivendo senza mai essere smentiti che “l’arresto è avvenuto all’interno dell’appartamento durante un party gay a base di droga”, poi, trascorsi sedici mesi – quando in ballo è stato tirato un cardinale – l’ex sostituto alla Segreteria di Stato, con solerte tempismo e improvviso amore per la verità, informa con un tweet che l’arresto non avvenne “durante un fantomatico party” ma “nel cortile di casa” (!?). “Il 29 agosto 2018 crolla il tetto della chiesa romana di San Giuseppe ai Falegnami” [La Repubblica, 30 agosto 2018] il cui titolo è detenuto dal Cardinale Francesco Coccopalmerio.
(LEGGERE L’INTEGRALE QUI: https://isoladipatmos.com/il-vento-caldo-dellestate-e-quella-pontificia-corte-dei-nani-bugiardi-col-complesso-dei-giganti-che-non-dobbiamo-prendere-sul-serio-ma-per-salvifico-imperativo-di-coscienza-cristiana-dobbiamo-prend/
Poichè è ormai evidente che la Sede Vaticana pare attualmente sotto occupazione di una cosca pedo-modernista, ed El Papa (di cui abbiamo già constatao l’atiudine alla menzogna) la copre e la protegge, facciamo nostra la conclusione dolorosa di don Lavi:
Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre,
perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
“Cantateci canti di Sion!”.
Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra;
mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.
Ricordati, Signore, dei figli di Edom,
che, nel giorno di Gerusalemme,
dicevano: “Spogliatela, spogliatela
fino alle sue fondamenta!”.
Figlia di Babilonia devastatrice,
beato chi ti renderà quanto ci hai fatto.
Beato chi afferrerà i tuoi piccoli
e li sfracellerà contro la pietra [Salmo 136].
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dall’Isola di Patmos, 8 luglio 2019
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