Un articolo che spiega la causa remota del disastro finanziario occidentale nello distanziarsi sempre più della moneta e degli altri strumenti finanziari dall’economia reale. La necessità di avere una qualche misura di flessibilità al cambio aureo delle monete nazionali per sostenere la domanda in crisi deflattiva, necessità impostasi ai tempi della crisi del ’29 ma che più tardi portò all’irresponsabilità americana nell’innondare di dollari il mondo provocando la fine di Bretton Woods, si è rovesciata in una apertura indiscriminata e senza apparenti limiti del vaso di pandora finanziario, della moneta creata dal nulla e senza nulla sotto di concreto. Ma è la realtà che alla fine ha ribadito l’esistenza di limiti alla finanziarizzazione dell’economia. Intanto però nel resto del mondo avanzavano economie non basate sul primato della finanza ma saldamente ancorate alla realtà materiale della produzione cui la finanza è solo servente e strumentale. Sicché anche la guerra russo-ucraina può interpretarsi come lo scontro tra due diverse concezioni dell’economia, quella finanziaria occidentale, che mostra sempre più la sua insostenibilità sociale, e quella reale dei Paesi brics, che stanno creando un sistema monetario internazionale alternativo saldamente legato a parametri reali (materie prime, gas, lo stesso vecchio oro).
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SVB/ L’ultimo capitolo di una maxi-Lehman che finirà con la sconfitta dell’Occidente
Riporto solo la chiusa:
Lehman non è servito ed oggi ci presentiamo al caso della Silicon Valley Bank che racchiude tutti i sintomi di un gigante malato e con i piedi di argilla. Da Lehman in poi la Fed e tutte le altre banche centrali hanno inondato il sistema di carta moneta fiat, cioè senza sottostante, dandola a tassi vicino allo zero esattamente come aveva fatto Greenspan, il santone della Fed, agli inizi del nuovo secolo, innescando il tonfo Lehman.
In questi anni però il sistema socioculturale del mondo occidentale si è indebolito e per realizzare il massimo profitto ha delocalizzato tutta la manifattura nell’Est, stordito da un’egemonia che si stava sgretolando, facendo così crescere e prosperare a nuova vita i Paesi a cui era stata affidata la manifattura occidentale.
La moneta stampata senza sottostante ha cominciato a rifare i danni, dando l’illusione di una ricchezza infinita, spingendo così le imprese ad assumersi rischi sempre più grandi ed a creare un debito pubblico e globale che ha continuato ad alimentarsi in un drammatico schema Ponzi. Abbiamo dimenticato la lezione di Hyman Minsky che aveva indicato come “Minsky moment” il momento in cui l’azzardo morale e finanziario finisce, per crollare sotto il debito alimentato dalle illusioni della crescita infinita.
Oggi il caso della SVB mostra tutte le carenze di un sistema fuori controllo, con le società di certificazione che hanno avvallato tutto, con Moody’s che attribuiva alla banca un rating illusorio e con banche come la Morgan-Chase che consigliava i clienti sull’acquisto di quelle azioni.
Oggi quella banca è il problema minore, perché è più grave il debito Usa, che ha raggiunto il 135% del Pil e cresce più rapidamente di quest’ultimo, con un deficit commerciale di oltre 50mila mld di dollari; questo modello di sviluppo a cui afferiscono 1 miliardo e 300 mln di persone fondato sulle aspettative e non sull’economia reale si scontra con il modello del resto del mondo a cui afferiscono 6,7 mld di persone.
La guerra in Ucraina rappresenta lo scontro finale in cui la povera Ucraina è stata condannata a fare la guerra per procura, come ha detto in televisione Victoria Nuland, ma il vero scontro è tra civiltà: quella occidentale, fatta sulla finanza, e l’altra costruita sull’economia reale, le materie prime e la mano d’opera in cui la finanza è solo strumentale alle imprese. La seconda sta progettando una moneta legata all’oro ed alla sostituzione del sistema Swftt avendo una posizione debitoria ben diversa. La Russia ha un debito sul Pil del 14% e nessun debito, così come la Cina e gli altri paesi Brics, a cui si stanno aggiungendo tanti altri come l’Iran, l’Arabia Saudita, il Kazakistan.
Oggi siamo di fronte a un conflitto fra modelli culturali opposti ed invece di continuare a fare una guerra per salvare l’indifendibile egemonia unipolare degli Usa, sarebbe bene che la politica scendesse dalle nuvole per ricongiungersi a quel mondo reale troppo lontano per essere da lei capito. È vero, “c’è del marcio in Danimarca” ma non solo.