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Carlo Azeglio Ciampi era governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi era Direttore Generale del Tesoro, Giuliano Amato nel giugno del 1992 divenne Presidente del Consiglio.
Domenica, 18 settembre 2016 –
Quando Ciampi distrusse l’Italia
Paghiamo ancora oggi le scelte del ’92
di Ludovico Polastri
Esiste un passaggio nella storia economica dell’Italia che si può situare nel 1992 dove per la prima volta dal dopoguerra il debito pubblico supera il PIL. In questo periodo esplode Tangentopoli, la mafia tratta con lo Stato dopo la pressione esercitata con l’uccisione di Falcone e Borsellino. Serpeggiava addirittura la possibilità di un golpe. Instabilità interna sia sociale che economica prepararono in quegli anni alla speculazione contro la Lira. Carlo Azeglio Ciampi era governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi era Direttore Generale del Tesoro, Giuliano Amato nel giugno del 1992 divenne Presidente del Consiglio. Sono tre personaggi che all’unisono decisero, su pressioni speculative internazionali e per la precisione americane, di distruggere economicamente l’Italia. Anche se molti non lo sanno paghiamo ancora oggi le scelte scellerate di quel periodo e di questi personaggi. Ma proseguiamo con ordine. L’attacco speculativo fu preparato preventivamente con l’agenda delle privatizzazioni degli asset più importanti della Nazione. L’agenda fu stilata durante il famoso incontro avvenuto sul panfilo Britannia. Erano presenti i rappresentanti delle banche d’affari americane spesso ricorrenti come advisor ancora oggi nelle nostre cessioni o dismissioni: Goldman Sachs, Merrill Lynch, J.P. Morgan, Morgan Stanley ecc. Il Progetto prevedeva la dismissioni bancarie come Credito Italiano, Comit, INA, la privatizzazione dei principali beni dello Stato italiano come la SIP, le autostrade, ENI, le Ferrovie dello Stato, le Poste e addirittura la Banca d’Italia. Fino a quel momento tutti noi contribuenti italiani, con le nostre tasse, sovvenzionavamo tutte queste aziende. Dopo la riunione galleggiante, tutto venne privatizzato e svenduto alle banche. Il detonatore di questa operazione fu innescato da Soros, speculatore americano che sfruttando l’effetto leva e disponendo di un hedge fund creato per l’occasione poté vendere sui mercati monetari centinaia di miliardi di lire provocandone il crollo e l’uscita dallo SME. E qui entra in gioco l’incompetenza di Ciampi che tentò invano di difendere la nostra moneta dalla fluttuazione dei cambi bruciando, alla fine della inutile difesa, la bellezza di 63 mila miliardi di lire: azzerò le riserve della Banca d’Italia. Anche uno studente al primo anno di economia avrebbe agito esattamente al contrario: poiché la speculazione era troppo forte per essere contrastata sarebbe stato meglio lasciar oscillare liberamente la moneta e tenere le riserve di valuta pregiata. Col senno di poi non solo ci fu incompetenza ma anche premeditazione perché grazie a queste follie Ciampi divenne il maggior sponsor dell’entrata dell’Italia nell’euro. Ciampi distrusse l’Italia affinché potesse subire supinamente il ricatto dell’euro. Non ultimo, dopo aver svenduto tutto il tessuto industriale italiano con una svalutazione del 40%, Amato impose una patrimoniale del 6×1000 su ogni deposito. Il suo compagno Prodi, non esiterà nel 1996 a ritoccare le aliquote sul lavoro per prelevare altri 4.300 miliardi utili per truccare i conti ed entrare definitivamente nell’euro.
L’Italia fallita di oggi è figlia di questi personaggi. Il fallimento della moneta unica è figlio di questi incompetenti da sempre intrallazzati con gli speculatori americani e che dopo aver lasciato gli incarichi nelle istituzioni italiane accasano loro e i loro parenti nei board delle banche speculative (si veda Monti, Draghi e suo figlio, Domenico Siniscalco, Enrico Letta, ecc). Vale la pena di ricordare il pensiero di Craxi dopo la vergognosa operazione di Ciampi. “ Il Governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, in poche settimane ha distrutto 15.000.000.000.000 di lire (quindici mila miliardi di lire italiane). Il finanziere-squalo Soros, fece una colossale speculazione sulla lira, guadagnando non so quale cifra colossale. Dopo questa sua impresa, a riconoscimento, ebbe la laurea honoris causa dall’Università di Bologna (la città di Prodi). Grandi intrighi, grande avventure, dalle quali sono portati molto spesso grandi gruppi finanziari!”
L’Italia ha sempre avuto al proprio interno i peggiori traditori e Ciampi è stato uno di quelli.
http://www.affaritaliani.it/politica/ciampi-441169.html