Era il 10 settembre 2001. L’allora segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, raccontò alla stampa che nella contabilità del Pentagono, risultavano spese non giustificate di 2300 miliardi di dollari. Della contabilità era allora responsabile il vice—ministro rabbino Dov Zakheim, doppio passaporto, appunto sottosegretario con funzione di “comptroller”. Il giorno dopo, 11 Settembre, nessuno fu tanto meschino da chieder la testa (o un processo) per i due; “America under attack!”, strillavano le tv, il Pentagono era la forza necessaria per combattere la lunga guerra al Terrorismo. Da allora è parso anti-patriottico fare le pulci ai libri del Pentagono, sicché i controlli sono stati rari e a campione, per così dire. Un referto dell’Ispettore Generale dell’Esercito ha segnalato che nell’anno fiscale 2015, sul totale di un bilancio del ministero di $ 565 miliardi, un bel 6500 (di miliardi) non apparivano giustificati nel libro contabile. Come poteva essere che le spese che non avevano precisa destinazione e a cui non corrispondeva una fattura o ricevuta, superassero di oltre 10 volte il bilancio annuale del Pentagono? I media si astennero, per delicatezza, di riportare questa circostanza – del resto inverosimile.
Mark Skidmore, docente di economia all’Università del Michigan e Catherine Austin Fitts, che gestisce la società di consulenza finanziaria Solari e quindi fa analisi di bilanci, si sono dedicati ad una vasta fatica: hanno consultato l’insieme dei documenti pubblicati sul proprio sito internet dall’Office of Inspector General (la Corte dei Conti Usa) dal 1998 al 2015 riguardanti il Pentagono e – per confronto – quelli riguardanti il Department of Housing, il Ministero per la Casa e lavori urbani. Documenti che, notano i due ricercatori, dopo essere stati consultati da “estranei” come loro due, hanno la sgradevole tendenza a sparire. https://solari.com/blog/the-missing-money-19-trillion-in-undocumentable-adjustments-and-counting-with-dr-mark-skidmore/
Quindi li hanno copiati nel loro server.
Molti dati non sono riusciti a trovare; la loro indagine, riconoscono, è un mosaico cui mancano molte tessere; nonostante ciò, hanno appurato che per i 18 anni considerati, le spese per la Difesa non giustificate da fattura o ricevuta ammontavano a 21 mila miliardi di dollari, detti anche 21 trilioni, o migliaia di miliardi. O ancor meglio espressa come
21×1012,
perché qui si esce dall’umano e si entra nelle misure dell’Astronomia. Questa cifra, si badi, di fronte a bilanci ufficiali (ossia autorizzati dal parlamento) che, nei 18 anni, è pari a $ 8600 miliardi, ossia a quasi tre volte meno delle spese effettive. Negli stessi 18 anni, anche il Department of Housing aveva le spese non giustificate: 350 milioni di dollari su bilanci autorizzati complessivi di di 781, il che consiglierebbe una qualche “Mani Pulite” sulla correttezza dell’apparato pubblico Usa, di esempio per tutti noi.
Saccheggio per produrre rovine nel mondo
Ma non distraiamoci, torniamo al Pentagono e ai suoi21 trilioni. La maggior parte delle spese cui non corrisponde ricevuta erano giustificate come “fondo per equilibrare il bilancio del Tesoro” e “Conto Fornitore” – che significherebbero: il primo, un flusso di capitali di cui non è stata notificata l’autorizzazione dal Congresso e regolata brevi manu dal Tesoro senza farlo sapere in giro; il secondo, un pagamento supplementare a fornitori per cui il Pentagono non ritiene opportuno fornire alcun documento. Si sa, il segreto militare. Come fa notare Badia Benjelloun a cui devo questo articolo, le spese non tracciabili del Pentagono supera il debito pubblico degli Stati Uniti, che ammonta a soli 19 trilioni O sia “ammonterebbe”, se si credesse che la contabilità sia in ordine, fatto su cui a questo punto si può avanzare qualche dubbio. A quanto ammonta il debito pubblico “reale” della Superpotenza? Ma non distraiamoci.
Madame Benjelloun ci ricorda infatti che nel 2003, detronizzato e impiccato Saddam e distrutto l’Irak per portarlo alla democrazia, gli americani spedirono tra 12 e 14 miliardi di $ per “aiutare la ricostruzione del Paese”. Si badi, erano soldi dell’Irak, oltre 20 miliardi di introiti petroliferi congelati dagli Usa durante le sanzioni anti-Saddam, quel denaro bloccato il quale l’Irak non poté pagare importazioni necessarie,come i farmaci. Fatto curioso, quei miliardi furono spediti in forma di contanti: in biglietti da 100 dollari, in pallet, un carico di due o tre centinaia di tonnellate, caricati sugli aerei cargo. Vogliamo stupirci del fatto che 9 miliardi di quei dollari fisici, “circa 110 tonnellate”, siano finiti non si sa dove?
Tonnellate di contanti per l’Irak, trovati in Libano
Il presidente Bush jr. aveva nominato nel 2004 un suo amico texano, Stuart Bowen jr., “ispettore generale per indagare sulla corruzione in Irak”. , ufficio che ha tenuto fino al 2013, quando Obama l’ha chiuso. Bowen jr. si è intestardito davvero a capire come 110 tonnellate di dollari Usa erano stati fatti sparire. Anni dopo, ha scoperto effettivamente 1,2 -1,6 miliardi di quei dollari in banconote: dov’erano? In un bunker nelle campagne – dell’Irak?, direte voi – no, del Libano. Bowen s’è tenuto la scoperta per sé, fino al 2014 quando s’è confidato e lamentato col New York Times; aveva segnalato il fatto alla CIA e all’FBI, che non avevano mosso un dito (“I portavoce di CIA e FBI hanno declinato l’invito a commentare questo argomento”, segnalò il New York Times), né il primo ministro iracheno, che allora era il sunnita e islamista Nouri al Maliki, informato personalmente da Bowen jr., né si stupì né s’indignò né pretese che il Libano rimandasse quel denaro (in pallet) in Irak. Da cui Bowen trasse l’idea che quei soldi fossero stati rubati all’Irak di ministri iracheni.
E’ il costo della democrazia, come sappiamo.
Ancor meno s’è preoccupato Paul Bremer (j), il diplomatico (ex Kissinger Associates) che all’epoca Bush jr. aveva nominato governatore dell’Irak occupato con il compito di formare il governo democratico e, intanto, di pagare i dipendenti pubblici iracheni.
Bowen è riuscito a risalire ai responsabili del trasporto dei biglietti dall’Irak al Libano – un’operazione che ha richiesto almeno un aereo cargo. Si tratta di una ditta. Privata. Che ha sede in una proprietà privata a san Diego, California, e un indirizzo postale alle Bahamas. Essendo privata, è inviolabile. Un sospetto personale che si tratti di una facciata della CIA, dovuto ad antiche esperienze (la compagnia “privata” Air America che portava l’oppio delle tribù Meo ai mercati, Nicaragua, Iran-Contra…) sarà doverosamente respinto. E’il prezzo da pagare per le privatizzazioni delle funzioni pubbliche, in nome dell’efficienza. “Meno Stato e più Mercato”, come si dice.
Del resto anche il ministero degli Esteri o Dipartimento di Stato, sotto Hillary, ha superato di tre volte il bilancio autorizzato dal Congresso. Questi brevi dati, ci serbono a capire come mai il Deep State è così potente ed ha dalla sua la maggioranza del Congresso e i media – dispone di tre volte i mezzi del gooverno, senza darne conto – e perché lotta con tanto accanimento contro il presidente degli Stati Uniti eletto in modo inappropriato da elettori “deplorevoli”, stufi di spese belliche; un presidente non scelto da loro potrebbe voler vedere i conti.
Il lato interessante è che dallì vengono l’alta anarrativa morale su “Putin corrotto” vedi
(che avrebbe “miliardi” nascosti) e , nei giorni scorsi, la lista del Tesoro USa dgeli “oligarchi amici di Putin” i cui beni all’estero stannoper essere confiscati.
“Nessuna quantità di denaro sarà tratta fuori dal Tesoro, se non come conseguenza di una appropriazione autorizzata da una legge; e si dovrà fare una regolare dichiarazione e rendiconto delle rivenuto e delle spese di tutto il denaro pubblico, da pubblicare periodicamente”
Costituzione degli Stati Uniti, Articolo 1, Sezione 9, Clausola 7.