(Illuminante articolo di Maurizio Gustinicchi su Qelsi. Titolo originale:)
Ceo capitalism e opposizione interna a Savona
l nostro resoconto settimanale dal fronte di guerra Savona-UE richiede un breve riassunto delle precedenti comunicazioni:
1) Secondo la Teoria dei Giochi la Commissione UE ha perso la sua guerra;
2) la BCE è commissariata dai tedeschi perché non contagi il sistema finanziario con lo spread;
3) la Merkel, per la rivolta dei tedeschi all’immigrazione di massa e alle regole del mercato del lavoro neoclassico, ha perso le elezioni in Assia e Baviera e si avvia al pensionamento;
4) i Savona’s boys, oltre alle Politiche Fiscali (deficit al 2.4%), si sono riappropriati anche delle Politiche Commerciali (accordi bilaterali con Russia, Cina, Usa), una delle 3 leve di Politica Economica;
5) Un claudicante PD e l’idea di una nuova Banca Pubblica per la Politica Monetaria, ha costretto il Policy Makers “Grandi Banche Italiane” a palesarsi quale vera opposizione.
Crollo del Macronismo
In aggiunta a quanto sopra, questa settimana abbiamo visto crollare anche l’ultimo fortezza europea in chiave antipopulista: il “Macronismo”.
Sul Manifesto, i giorni scorsi, appare un articolo all’interno del quale si legge:
“Mosca abbandona il dollaro ed entra nell’Euro”
che significa dichiarare che l’euro sostituirà il dollaro quale valuta di riserva.
Se aggiungiamo a quanto sopra le dichiarazioni di Juncker:
“è un’aberrazione che la UE debba pagare l’80% delle proprie importazioni di energia in dollari, l’Euro deve diventare lo strumento di una nuova sovranità Europea”,
e quelle del novello “eurobellicoso” Napoleone V:
“Europe build its own military in order to protect itself from the USA, China and Russia….”
parole considerate da Donald Trump:
Very insulting…”
e da noi fuori luogo, visto che in Italia abbiamo Aviano, Camp Darby, San Vito dei Normanni e Sigonella, che in Germania vi sono circa 70 basi Air-force, US-Navy e US-Force ed in Francia le basi USA di Marsiglia e di Tolone, capite bene che la pazzia del novello “Carlo Magno” ha dato oggi il colpo di grazia ai sogni imperialisti franco-tedeschi.
Per Trump era sufficiente un’Italia in crescita onde mantenere il dollaro debole sull’Euro (e ridurre quindi la competitività dell’export tedesco verso gli USA), ma aggiungendo ora l’attacco di Jucker al dollaro quale valuta di riserva mondiale e all’Imperialismo americano che opprimerebbe le ambizioni di Macròn sul continente, è chiaro che gli USA cominciano ad avere più di un motivo per desiderare la morte dell’Euro.
Trump oggi in Francia ha ripagato con la stessa moneta Cicciobello di Francia indirizzando sorrisi e sguardi complici a Putin; quest’ultimo, invece, è stato accolto da Merkel e Mac(a)ron come il medesimo sguardo che un condannato a morte riserverebbe al proprio boia.
Gli schiaffi morali del duo Trump-Putin, unitamente al calo di consensi sul fronte interno, avviano anche Napoleone Quinto ad un quanto mai certo prepensionamento.
La vera opposizione: Grandi Banche e Confindustria
Senza più avversari politici, ai Gialloverdi rimane la sola opposizione delle Grandi Banche e di Confindustria. Come mai queste due istituzioni? Quali interessi hanno?
Da un’analisi della Mazziero Research, si comprende come l’assetto societario di Banca d’Italia faccia capo a Banca Intesa e Unicredit (sia direttamente, sia grazie alle quote dei fondi pensione del Gruppo Intesa, del personale di Unicredit, della Compagnia San Paolo e della Fondazione Cariplo). La suddetta società di analisi spiega ciò col fatto che l’investimento ha reso molto nel 2017, il 4.5%.
Se il sistema dovesse continuare a guadagnare a questi livelli in fondo è un discreto affare. Ma in realtà, come vedremo, dietro la massiccia partecipazione delle Grandi Banche nazionali a Banca d’Italia vi sono anche altri motivi.
Per quanto concerne Confindustria, Filippo Astone, uno scrittore che nel 2010 descrisse meravigliosamente il centrosinistra:
“ pullula di puzzoni, tutti élite e salotti. Anche a me sarebbe piaciuto entrarci. Ma sono figlio unico di madre vedova”,
egli afferma che:
……Il 90% dei contributi raccolti da Confindustria proviene da imprese di piccole e medie dimensioni, …il 6% arriva dai grandi gruppi privati. Il restante 4% dalle aziende statali: Eni, Enel, Poste, Ferrovie, Finmeccanica. Il malumore dei piccoli nasce da questo: mantengono l’organizzazione ma si sentono come le mucche che non hanno alcuna voce in capitolo sulla destinazione del latte».
Confindustria fa esclusivamente gli interessi dei grandi!
Come mai grandi Banche ed Imprese si sono saldate in un’unica opposizione al governo populista?
Dobbiamo capire cosa sono UE e BCE.
Secondo Ashoka Modi (in “Why the euro failed”) alla fine degli anni 70, la pace in Europa era un fatto già acquisito. C’era da creare una società aperta e promuovere creatività e benessere. A tal fine, i Leader europei avviarono l’Unione Monetaria, sebbene Milton Friedman avesse loro spiegato che la Politica Monetaria non migliora la crescita nel lungo termine ma, anzi, può minarla.
I difetti dell’Unione Monetaria erano noti ed evidenti ma i Leader Europei non diedero ascolto agli economisti e crearono un sistema in cui gli Stati sono privi della leva del cambio flessibile e di una Banca Centrale. I Leader avrebbero dovuto almeno considerare trasferimenti nord-sud, tipici di Sistemi politici compiuti (USA), e ammortizzatori sociali per i periodi di crisi, ma i tedeschi non ne vollero saper nulla.
Secondo l’autore, i Leader europei progettarono questo malfunzionante sistema inconsapevolmente (ossia senza colpa) ma lasciarono che in esso si inserissero subdoli Capitalisti finanziari.
Tali soggetti si sono impossessati sia della Commissione UE, sia della Banca Centrale e, in parallelo con quanto accadeva negli Stati Uniti, in pochi anni hanno indebolito l’intero occidente.
Quei privati hanno fatto stampare alla BCE tantissimo denaro senza destinarlo a cittadini ed istituzioni. I soli attori sociali che hanno avuto accesso alla liquidità BCE sono state le Multinazionali (programma di acquisto di Bond privati) e le élite finanziarie. Le Banche, e quelle Multinazionali di cui le banche detengono equities, erano e sono le vere proprietarie di UE e BCE ed operano senza scrupoli nel conseguire i propri obiettivi (vedi il Comitato dei Creditori in Grecia).
Dicevamo che la BCE ha creato tantissima moneta, per la precisione circa 2.000 miliardi di nuova base monetaria. Tale liquidità, in eccesso rispetto al necessario, è tornata presso la BCE sotto forma di riserve e deposit facility (circa 1.600 miliardi). Il Moltiplicatore Monetario dell’area UE ha un valore inferiore alla creazione stessa di moneta e ciò rappresenta il fallimento della BCE e della sua Politica Monetaria.
Tutta la liquidità del QE di Draghi si è tradotta in trading di “equities”, miglioramenti dei requisiti patrimoniali delle banche, per far vedere che sono liquide e solide, e bonus ai Manager (i veri Policy Makers al soldo del Decisore Politico UE).
Le banche hanno ristretto il credito – contro il governo
Al 31 ottobre scorso, le banche italiane avevano parcheggiato 80 miliardi tra le riserve in eccesso e circa 87 miliardi tra i depositi.
Se ricordate bene, da Marzo a Settembre 2018, la contrazione del credito erogato al sistema era di circa 50 miliardi. Le banche hanno tesorizzato in cassaforte disinteressandosi della crescita del paese.
Tutto per le banche, nulla per l’economia! Un modus operandi volto a mantenere status quo sociale e politico affinché nulla cambi anche col governo del cambiamento.
Il carattere predatorio dei manager bancari si capisce meglio snocciolando i dati che seguono.
Rispetto al 2005 abbiamo 240 banche e 55.000 dipendenti in meno, costi del personale inalterati e ampi utili da investimenti in titoli di stato ed equities scambiate tra banche.
I manager e gli alti vertici del sistema bancario hanno bloccato l’economia, licenziato a più non posso, riscosso lauti compensi (stipendi d’oro e bonus) e distribuito grandi dividendi.
Con la crisi dello spread del 2011, le famiglie vendendo i titoli di stato accusarono forti perdite, le banche italiane, grazie alla liquidità garantita dalla BCE (300 miliardi via LTRO), acquistarono BTP salvando lo stato e poi, col successivo Whatever it takes, conseguirono importati utili su quei titoli.
Questo orientamento, contro i cittadini, e a totale ed esclusivo vantaggio di manager ed azionisti di banche e Corporation, ha preso piede proprio dagli anni 80. Analisi storiche condotte sugli USA dimostrano che sino ad allora ogni dollaro di guadagni o prestiti veniva destinato per il 40% agli investimenti (vedi “Disgorge the cash” su rooseveltinstitute,org). Oggi tale quota è scesa ed è finita sotto la quota in pagamenti agli azionisti (da cui le alte retribuzioni garantite ai manager). L’erogazione del credito è in larga parte destinata a quel sistema che intreccia i rapporti tra banche e multinazionali: la “rivoluzione degli azionisti”.
Nel nuovo modello, che possiamo chiamare “CEO CAPITALSM”, i rentier si garantiscono la gestione delle Banche Centrali, delle multinazionali e del credito che loro necessita. Queste ultime, attraverso le lobbies a Bruxelles, accrescono i mercati a scapito di PMI e microimprese, con il credit-crunch sopprimono i piccoli, e per tutti vi sono ricchi premi (dividendi) e cotillons.
Perché il sistema continui a funzionare è necessario che né Trump, né le singole nazioni europee tornino in possesso della Politica Monetaria attraverso la nazionalizzazione della Banche Centrali.
Ma Savona e i suoi ragazzi sanno che sarà vera rivoluzione solo operando in tal senso.
Per questo Visco durante la Giornata Mondiale del Risparmio arriva a dichiarare:
“Nel III millennio problemi e sfide hanno assunto dimensioni globali; è illusorio pensare di poterli affrontare negli stretti confini degli stati nazionali. Il futuro dell’Italia non può prescindere da quello dell’Europa” — ma se Polonia, Russia, Giappone, Uk e ogni altro stato nel mondo ha la sua Banca Centrale?
Il vero messaggio è :
“noi siamo i Policy Advisor delle Grandi Banche; esse hanno investito in Confindustria e nelle sue aziende (in Italia e all’estero); queste ultime possono crescere solo se protette dai Lobbysti a Bruxelles, al riparo dai governi locali, e massacrando PMI e Microimprese; tuti dobbiamo far in modo che esse massimizzino gli utili e spostino la liquidità dagli investimenti ai dividendi per gli azionisti”
Ed è chiaro come la luna piena che Visco mente spudoratamente quando, sempre nel corso di tale convegno, afferma:
“Direttamente o indirettamente il rischio sovrano ricade sulle famiglie: non solo detengono titoli pubblici per un valore nominale di 100 quasi miliardi, ma all’attivo degli intermediari cui affidano i risparmi vi sono titoli pubblici per circa 850 miliardi”
Il nuovo LTRO che pare si profili all’orizzonte, con switch tra titoli a breve a titoli a lungo, consentirà al sistema bancario:
– di tenere fino a scadenza i titoli in loro possesso senza doverli liquidare per esigenze di cassa,
– di acquistare a prezzi bassi BTP delle famiglie lucrando ottimi guadagni dalla loro gestione.
Il loro problema non è raccontare la verità, ma dire menzogne onde preservare lo status quo politico ed economico, qul CEO CAPITALISM, che consente alle grandi banche di avere tutto il denaro che gli serve e di continuare all’infinito il giro di giostra che riporta tutto a lauticompensi e generosi dividendi.
Perché questo accada, è necessario che i Gialloverdi falliscano nel loro intento populista e, al contempo, scompaiano PMI e Microimprese.
In difesa dei loro privilegi e del loro status di rentiers senza rischio, grandi banche e grandi industrie si sono precipitate a Bruxelles e a Francoforte per rassicurare le élite europee e tedesche.
Su Handelsblatt oggi, domenica 11 novembre, viene pubblicato l’articolo:
“Die Regierung in Rom treibt Italien immer weiter in die Isolation”
Nel quale si legge:
“L’Industria e i Banchieri sono convinti europeisti che non vogliono un conflitto con l’Unione Europea. Il piano governativo di creare crescita attraverso più consumi non li convince. Temono che l’Italia stia diventando sempre più isolata”
Se da un lato è sufficiente che:
1) il Policy Advisors (Banca d’Italia) remi contro Savona mettendo in campo tutto il proprio prestigio,
2) il Sistema Bancario riduca il credito e aumenti le riserve ferme presso la BCE,
dall’altro gli stessi gialloverdi stanno comunque dando loro una bella mano spianandogli la strada attraverso i decreti attuativi della riforma del Diritto Fallimentare.
Ma di questo argomento ne parleremo più compiutamente in seguito, nel frattempo tenete fisso in mente che:
“l’Assoluto è ragione che si sviluppa e manifesta nella storia”
(Hegel)
Come dire che Trumpismo e Brexit stanno li a mostrare che il Lógos, a protezione del Katekhon, tende a sistemare da solo gli errori dell’Umanità.
Fortuna vuole che l’attuale flebile opposizione, come dice il buon Caparezza ne “La Ghigliottina”: “fa più acqua di un Canadair”
Ad maiora.