… e dalla UE
Francesca Totolo
Roma, 13 feb – Dal 2013 al 2019, i richiedenti asilo provenienti dal Bangladesh sono stati il 7,4 per cento del totale, ovvero 37.636 bengalesi sono sbarcati in Italia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale.
Molti italiani si sono chiesti quale sia il motivo che spinge i bengalesi ad emigrare e perché questi arrivino in Libia per poi tentare la traversata sui barconi della morte dei trafficanti, invece di prendere un volo diretto per l’Italia o per un altro Paese europeo. Le motivazioni sono semplici come la sigla della Ong che spinge migliaia di cittadini del Bangladesh a lasciare il proprio Paese in cerca di fortuna in Occidente: l’organizzazione è la Brac (Bangladesh Rural Advancement Commitee), la più grande Ong al mondo, che ha raggiunto un fatturato di 943 milioni di dollari nel 2018.
La Brac può vantare 11 sedi nel mondo (Afghanistan, Liberia, Birmania, Nepal, Filippine, Sierra Leone, Tanzania, Uganda, Regno Unito, Stati Uniti e Germania) oltre al quartier generale di Dacca. L’organizzazione bengalese è finanziata principalmente dal governo britannico (Dipartimento per lo sviluppo internazionale, Dfid) e da quello australiano (Dipartimento per gli affari esteri e il commercio, Dfat) attraverso una vera partnership strategica che ha lo scopo ufficiale di ridurre la povertà. La Brac riceve finanziamenti anche dall’Unione Europea, dall’agenzia governativa statunitense Usaid, dal governo olandese, dal governo danese, dalle agenzie delle Nazioni Unite (Unicef e Unhcr) e dal Qatar, nonché dalle Ong “The Global Fund” (finanziata anche dalla fondazione di George Soros) e Gain, e dalle fondazioni “Educate a child” (fondata dalla madre dell’attuale emiro del Qatar) e “Bill & Melinda Gates Foundation”.
I migration loan
Attraverso la Brac Bank, l’organizzazione bengalese concede micro crediti, i cosiddetti migration loan “per facilitare l’emigrazione all’estero dei lavoratori del Bangladesh”. I beneficiari del micro credito accedono a programmi di orientamento prima della partenza e a programmi di integrazione dopo essere arrivati nel Paese prescelto. Dal 2006, quasi un milione di “potenziali migranti” hanno avuto accesso a questi programmi. Quasi 360 milioni di dollari sono stati erogati dalla Brac in micro crediti, una parte di questi sono finiti nelle tasche dei bengalesi che si preparavano a emigrare all’estero.
I migration loan non sono prestiti a fondo perduto, ma un vero sistema di finanziamento che concerne anche la restituzione di quanto ricevuto per emigrare. Quindi i bengalesi dovranno restituire i soldi ricevuti alla Brac. I proventi derivanti dai micro crediti rappresentano la prima voce presente nelle entrate dell’organizzazione (59 per cento), ben 555 milioni di dollari nel 2018.
I remittance loan
Non solo migration loan. La Brac fornisce micro credito anche alle famiglie degli immigrati rimaste in Bangladesh, attraverso i remittance loan (prestiti sulle rimesse che l’immigrato spedirà ai familiari in Bangladesh dal Paese straniero) allo scopo di “garantire l’insediamento di un lavoratore emigrato all’estero, salvaguardando la famiglia a casa”, consentendo “alle famiglie di beneficiare più rapidamente del potenziale aumento del reddito”.
I micro crediti usati per l’immigrazione clandestina
Nessun controllo e salvaguardia però sono forniti dalla Brac ai beneficiari dei prestiti che si avventurano nel viaggio verso l’Europa e l’Italia. Infatti, è noto che i bengalesi sbarchino in Italia clandestinamente dopo essersi imbarcati sui barconi della morte dei trafficanti in Libia. Nel Paese nordafricano i cittadini del Bangladesh arrivano illegalmente attraversando il confine orientale, successivamente all’atterraggio in un aeroporto dell’Egitto. Una parte dei migration loan presumibilmente finiscono nelle tasche dell’organizzazione criminale della tratta di esseri umani. Una ulteriore conseguenza della concessione di questi micro crediti è l’indebitamento a cui si assoggettano i bengalesi e le loro famiglie. Se il progetto di un facile guadagno all’estero dovesse fallire, gli immigrati tornati in Bangladesh dovrebbero comunque restituire l’ammontare del debito contratto. Da quanto emerso, sembrerebbe quindi che i veri beneficiari siano i bilanci della Brac, i fatturati delle società che si occupano di rimesse dall’estero (ogni rimessa prevede una percentuale dovuta alla società per il servizio), e pure i guadagni criminali dei trafficanti di esseri umani.
Fonte, a cui cliccare per le tabelle e foto interessanti:
Perché tanti immigrati bengalesi? La risposta si chiama Brac, la grande Ong che li finanzia