Come insegnava Marx, la plutocrazia abolisce il libero mercato – è un monopolio dei miliardari. Strano come il PD abbia dimenticato Marx
Dataviz | Quattro fondi d’investimento hanno comprato il mondo intero
Vanguard, BlackRock, State Street, Geode. Sono i quattro grandi fondi con le mani in tutte le più grandi multinazionali
C’era una volta il capitalismo fordista. Al vertice sedevano i proprietari dei mezzi di produzione – tipicamente industriali. Dall’altro lato i lavoratori, nel doppio ruolo di produttori di valore e consumatori. È l’epoca dei signori del vapore, del petrolio, dell’automotive. Un periodo cementato nel nostro immaginario grazie a decenni di lotte operaie e a opere come “Tempi Moderni” di Charlie Chaplin.
Dalla nascita di quel modello ad oggi, però, tanto è cambiato. Molti fenomeni dell’attualità non si spiegano soltato con la struttura economica di duecento anni fa – vale per il capitalismo di Stato cinese come per il tecno-fedualesimo delle big tech. E un fenomeno su tutti ha portato gli economisti ad aggiornare i propri modelli: la finanziarizzazione dell’economia.
Con questa locuzione ci si riferisce a un processo che affonda le sue radici negli anni ’70 del ‘900. La crisi del sistema economico creato nel dopoguerra e l’ascesa al potere nell’Occidente di politici vicini alle esigenze di un mercato sempre più libero hanno cambiato i rapporti di forza tra la finanza e la cosiddetta economia reale. Sempre più capitali si sono spostati dalla produzione di beni all’attività finanziaria. Se nel 1980 la finanza globale valeva 12mila miliardi di dollari, nel 2012 questo valore è salito a 225mila miliardi. Il capitalismo classico non è sparito, ma è stato affiancato. Nel capitale azionario delle multinazionali tradizionali figurano comunemente i nomi di grandi fondi d’investimento. Il signore del vapore è diventato signore della finanza, o gli ha venduto una parte della sua società.
I quattro grandi fondi al centro dell’economia globale
È su questo fenomeno che si concentra il lavoro di Alessandro Volpi, insegnante di Storia economica all’Università di Pisa e autore. Il suo ultimo libro è “Prezzi alle stelle. Non è inflazione, è speculazione” (Laterza, 2023). Per il suo lavoro di prossima uscita ha analizzato la presenza di quattro grandi fondi d’investimento statunitensi – Vanguard, BlackRock, State Street Capital e Geode Capital Management – in alcune delle aziende a più alta capitalizzazione del Pianeta. L’esito è notevole. «La gran parte delle aziende più capitalizzate al mondo vede la presenza di uno o più tra questi quattro fondi nel loro capitale azionario» spiega Volpi. «Quelle poche che fanno eccezione sono spesso cinesi o attinenti al bacino del sud-est asiatico».
I dati raccolti da Volpi, riassunti da Valori.it nel grafico di cui sopra, rivelano dettagli importanti. Le grandi del settore tech – Amazon, Alphabet, Microsoft, Apple, Meta – sono tutte accumunate dalla presenza dei quattro fondi passati sotto la lente tra i proprietari. Lo stesso vale per giganti del settore difesa come Lockheed Martin; dell’alimentare come Coca Cola, Pepsi e Kreift Heinz; dei pagamenti come Visa, Mastercard e Paypal. Gli stessi operatori del settore finanziario sono a loro volta contesi dai grandi fondi. Nel lavoro di Volpi figurano aziende specializzate nel private equity come Blackstone e KKR – quest’ultima al centro del dibattito pubblico italiano per via dell’imminente acquisto delle reti TIM.
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Le conseguenze di un’economia finanziarizzata
La finanziarizzazione dell’economia ha avuto storicamente conseguenze importanti. La crisi del 2008 è nata come un problema del settore immobiliare statunitense, ma la gravità dei suoi effetti è dovuta alla catena di prodotti che la finanza americana aveva costruito sui mutui. In quel caso le perdite del settore finanziario furono coperte da fondi pubblici. E la grande quantità di debito incamerato dagli Stati fu la causa scatenante delle politiche di austerity degli anni ’10.
Anche la concentrazione di capitale è un tema. La grande presenza dei fondi in tutti i gangli dell’economia reale porta a importanti squilibri di potere. La crisi energetica che abbiamo vissuto negli ultimi due anni è stata aggravata dalla speculazione sui prezzi dell’energia operata nei mercati finanziari.
Si tratta di un fenomeno, insomma, che influisce sulla vita quotidiana di miliardi di persone. Per questo è importante iniziare a conoscerlo.