La Pontificia Accademia per la Vita, (diretta da monsignor Vincenzo Paglia, grande amico in vita di Marco Pannella N.d. T.) ha invitato in Vaticano la responsabile per la Svizzera della maggiore organizzazione abortista e malthusiana del mondo, l’americana Planned Parenthood.
Yvonne Gilli, responsabile di Planned Parenthood in Svizzera ha partecipato ad un ciclo di conferenze su temi relativi al “fine vita”. Tanto la Pontificia Accademia per la Vita come quella delle Scienze hanno mostrato negli ultimi tempi la loro disposizione a dare voce a personalità con visioni del mondo – e su questioni concrete come l’aborto o l’eutanasia – manifestamente contrarie a quelle della Chiesa cattolica. Così, la prima di queste istituzioni ha invitato la presidente di Planned Parenthhood in Svizzera, Yvonne Gilli, a partecipare ad un ciclo di conferenze su temi relativi al “fine vita”.
La conferenza, intitolata in inglese “WMA European Region – Meeting on End of Life Questions” – Associazione Medica Mondiale Regione Europea Domande sul Fine Vita, è stata organizzata dall’Associazione Medica Mondiale, dall’Associazione Medica tedesca e dalla stessa Pontificia Accademia della Vita. Celebrata nell’Aula vecchia del sinodo – in vaticano- nei giorni 16 e 17 novembre, ha visto anche la partecipazione dell’Associazione Medica Olandese, la cui posizione rispetto ad aborto e eutanasia è inequivocabilmente favorevole.
L’intento di questo ciclo di conferenze, come ha sostenuto l’Associazione Medica Mondiale, era “dare impulso a medici, autorità legali, esperti in cure palliative e etica medica, agli accademici di Teologia e ai filosofi europei a dibattere differenti politiche su questi temi, esplorare i diritti dei pazienti e le limitazioni dei trattamenti clinici e comprendere meglio la opinione pubblica sulle questioni del fine vita.”
Il messaggio di Sua Santità
All’inizio di questo ciclo di conferenze, il cardinale Turkson, prefetto del dicastero che promuove lo sviluppo umano, ha letto un messaggio solenne di Papa Francesco. Nel testo, Sua santità ribadiva che la posizione della Chiesa rispetto all’eutanasia si può riassumere nell’affermazione che essa è sempre dannosa in quanto dà fine alla vita e causa morte. In ogni caso, avvertiva altresì che l’applicazione della legge universale ( ??? ) deve aggiungersi il discernimento morale: “Per determinare se un intervento medico clinicamente appropriato sia effettivamente proporzionato, non è sufficiente applicare meccanicamente una regola generale. E’ necessario un accurato discernimento, che consideri l’oggetto morale, le circostanze e le intenzioni dei soggetti coinvolti. La dimensione personale e relazionale della vita – e della morte stesso, che continua ad essere un momento estremo della vita, deve dare, nella cura e nell’accompagnamento del malato, uno spazio adeguato alla dignità umana.
I partecipanti alle conferenze.
Come già segnalato, l’inclusione di Yvonne Gilli in questo ciclo di conferenze ha prodotto notevoli controversie. Non invano, ella è presidente di “Santé Sexuelle Suisse” (Salute Sessuale Svizzera), un’organizzazione inclusa nella lista della Federazione internazionale di Planned Parenthood, che è consulente delle madri sull’aborto e promuove metodi artificiali – come ad esempio i contraccettivi – per il controllo della popolazione.
Hanno partecipato alle sessioni anche il presidente dell’Associazione medica Olandese René Hemàn (proclive all’eutanasia ed all’aborto) e Ralf Jox, un professore dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco di baviera che ha proposto in diverse occasioni la legalizzazione del “suicidio assistito responsabile” come maniera di “proteggere la vita”.