A commento del mio pezzo SE I VERI EXTRA-COMUNITARI SONO I NOSTRI FIGLI. E NOI, dove parlavo di come la nuova ideologia vigente , che rende le pulsioni sessuali dei “bisogni” e quindi dei “diritti”, con ciò distruggendo la civiltà, un lettore ha commentato:.
“blondet, ma che dici? quanto ai “bisogni”… hai mai pensato che gli istinti sono naturali e leciti? che se la natura (o dio) li ha fatti c’è un ottimo motivo? che sono ineliminabili e se vengono repressi si ribellano causando disastri? e che i responsabili dei disastri siete proprio VOI repressori?”.
Ecco un documento esemplare dell’uomo massa conformista: notate l’aria di sufficienza. Questa è la tipica sicumera – intollerante e repressiva – che l’uomo della strada inalbera quando 1) “dice la sua” su un tema cui non ha personalmente riflettuto mai, perché enuncia una frase che dimostra quanto bene lui sia “allineato” con il “progressismo”, ossia col perbenismo conformista vigente; e
2) quando ritiene di star enunciando una verità che crede scientifica, mentre invece è un pregiudizio anti-scientifico, che lui ha assorbito ha assorbito dai media “progressisti”.
Un pregiudizio particolarmente dannoso, perché giustifica il nigeriano che si scopa la vittima prima di ucciderla, il maceratese che è stato l’ultimo ad avere visto Pamela viva perché se la è comprata sessualmente con i 50 euro, con cui Pamela è andata a pagarsi l’ero. Giustifica il tramviere milanese che, rifiutato dalla 17 drogata e fuggitiva che s’era messo in casa, l’ha accoltellata.
Se “gli istinti sono naturali e leciti”, ineliminabili come il mangiare e il bere, allora hanno ragione gli immigrati che si sono fatti (a pezzi) Pamela, il tranviere milanese che ha accoltellato la minorenne (come osa opporsi ai miei bisogni?). Ha ragione il professore del Tasso di Roma che molestava le sue allieve o il magistrato che schiavizzava sessualmente le sue.
Possibile che il nostro saccentuolo non lo capisca? Ma naturalmente l’intera società progressista si fonda sul fatto che si vieta di trarre le conseguenze ultime dai principi deleteri propone: pensate solo all’accoglienza senza limiti agli africani clandestini, o alla droga libera e all’eutanasia legale. Ma limitiamoci al tema tanto emergente, il sesso.
Se “gli istinti” fossero “naturali”, la natura (o dio) avrebbe dotato il genere umano dei periodi di estro di cui ha gratificato gli altri animali senza intelligenza, perché ha ritenuto bene limitare il “calore” sessuale a brevi periodi dell’anno, fuori dai quali cani, mucche ed elefanti sono indifferenti al richiamo dei sensi. Infatti sarebbe chiaramente dannoso per l’economia biologica che le bestie si concentrassero sul sesso continuamente.
Nel genere umano invece la natura (o Dio) non ha posto questo limite periodico biologico, affidandone l’amministrazione alla “natura umana”. Che è una ”natura” radicalmente diversa da quella puramente zoologica: la “natura dell’uomo” è infatti di essere un animale pensante, capace di moralità; un essere che impara “per educazione”, e quindi costruisce civiltà.
E non c’è pedagogia più costante e assoluta, in ogni civiltà, di quella che addestra i suoi fanciulli (i barbari verticali) a controllare gli istinti, non solo la continenza ma l’astinenza sessuale – ciò che il nostro saccente chiama “repressione”.
Tremila anni di castità
Nella civiltà indu-buddhista è fondamentale l’insegnamento del “brahmacharia”, castità cui deve attenersi lo studente brahmanico fino ai 20-25 anni, quando non diventa “uomo di famiglia”(Grihastha) e allora, quando si sposa, la condizione di bramachari diventa fedeltà e frugalità di vita. Queste prescrizioni sono già dettate nell’Atharva Veda (circa 1000 a.C.) e nella Chandogya Upanishad (800 a. C.); la castità assoluta è peraltro prescritta all’anziani negli ultimi anni di vita, dove gli si consiglia di farsi sannyasi e darsi alla rinuncia sotto la guida di un maestro spirituale. Nel buddhismo la castità è obbligatoria per i monaci; notoriamente, i pre-adolescenti passano un periodo di vita (e d’insegnamento) in un monastero, come monaci temporanei; vivono di elemosina (le mamme sono le prime e generose donatrici).
Tre millenni di “repressione” sessuale – in realtà, di sublimazione e pudore – hanno prodotto non “disastri”, ma grandi civiltà culture e spiritualità, stili musicali e architettonici, poemi, opere d’arte e di pensiero originali, e per di più popoli che si sono moltiplicati e sono cresciuti. Pochi decenni di permissivismo edonista in Europa ha portato i nostri popoli sull’orlo dell’estinzione. Alla sterilità economica e alla passività politica più vile. Quanto alla “fecondità” artistica e culturale, è il deserto più disperato e avvilente.
Nell’Occidente cristiano, la sublimazione guerriera, il culto della verginità della donna, la pedagogia del pudore,ha prodotto la grande civiltà romanica e gotica, musiche e vetrate, affreschi, e – assoluta originalità, senza uguali nelle altre culture – la Cavalleria, l’ideale di rispetto della donna in truculenti uomini d’arme. Importantissimo fattore di civilizzazione, che comprendeva anche il senso di vergogna, vergogna del nobile, in guerra, nel profittarsi dei deboli, delle femmine dei vinti, dei loro bambini.
Per secoli quest’ordine di sublimazione ha tenuto e fatto fiorire l’Europa. La prima volta in cui la liberazione sessuale ha cominciato ad essere proposta come progetto politico-sociale è stata coi libertini dell’Illuminismo. Bernard De Mandeville (Rotterdam 1670-Londra 1733) lo collega immediatamente alle esigenze del capitalismo nascente: i vizi privati, fra cui la lussuria, aumentano i consumi, fan circolare capitali, danno lavoro alle classi povere; le virtù sono recessive . Il suo finale profeta fu il Marchese De Sade. Che è il nume segreto del ’68, la rivoluzione “culturale” che ha reso “senso comune” di massa il progetto consumista-edonista.
Sesso e sopraffazione “umanitaria”
Oggi che la “cultura” edonista-individualista ci ha liberati dal riserbo sessuale, è stato facile per i potenti liberarsi di ogni altra vergogna. Il caso Weinstein ci ha mostrato come la sopraffazione delle donne “disponibili” sia dilagante, pratica comune, e banalizzazione del dominio e possesso sul corpo altrui: altro che civiltà. Abbiamo appena saputo della grande organizzazione “umanitaria” Oxfam i cui “operatori umanitari”, liberatisi dalla fede in Dio, ad Haiti usavano i fondi donati per soccorrere i terremotati (fra cui 300 milioni di sterline dello Stato britannico) in orge con prostitute locali: “dei bambini potevano essere presenti fra i prostituti”, si legge nel rapporto di accusa, che rileva anche come negli operatori si sia sviluppata “una cultura dell’impunità”: ecco il tipo di “cultura” che sviluppa la grande epoca della “liberazione sessuale” senza “repressione” ha prodotto. Vecchia storia, quelle delle “organizzazioni umanitarie” nel Terzo Mondo, i cui membri spesso sono complici ed “utenti” dei più ripugnanti commercia pedofili. Ma se costoro soddisfano “bisogni” leciti e naturali, c’è qui una evidente contraddizione.
La “cultura” del sesso libero e naturale cui totalitariamente aderiscono le opinioni pubbliche, i costumi ed anche il diritto e la pratica sociale “disinibita”, trova il suo scacco nella gestione degli “immigrati” e dei “profughi”. Quasi tutti giovani maschi, come soddisfare i loro “bisogni sessuali”? Ai quali, beninteso, hanno “diritto”. Come in Svezia, anche a Macerata qualche operatrice dell’accoglienza pare essersi prestata a soddisfare i bisogni, se ha dato un figlio allo stregone cannibale e satanista. In Svezia come in Inghilterra si fa finta che afghani e maghrebini, pakistani e siriani, si arrangino con ragazze consenzienti; il Germania si sono distribuiti loro ridicoli e patetici manualetti per istruirli su “come si fa sesso da noi”; dando loro la precisa nozione che le “vostre donne sono puttane infedeli”. Il risultato è, ovviamente, che in Svezia la polizia non osa entrare in certi quartieri. Che in Inghilterra, un occasionale articolo di giornale ci informa che la polizia denunciava un numero aumentato di “stupri a punta di coltello”: 413 casi nel solo mese di marzo 2017, contro i 334 del marzo dell’anno prima, e i 250 del marzo 2010. E’ la felicità sessuale che si fa strada fra gli immigrati. Potrei evocare centinaia di articoli in tutt’Europa su questo tema. Mi limito ad una:
“Le donne e i bambini rifugiati subiscono un rischio aumentato di violenza sessuale nei campi d’accoglienza delle isole greche”. Lo dice la portavoce dell’UNHRC Cécile Pouilly : “In questi centri, i bagni e le latrine sono posti vietati appena fa buio, per donne e bambini. Anche l’uso del bagno durane il giorno può essere pericoloso”.
Che si fa? Reprimere i bisogno dei giovani maschi? Non sia mai. Si lascia cadere la denuncia. La violenza continua.
Sei tu che hai voluto questo, saccentuolo “liberato”, mica “Noi repressori”. I “disastri” li provoca la liberazione, non la recessione. C’è infatti un legame diretto e profondo tra sesso e violenza, appena le donne diventano “disponibili”, che i vostri media non vi raccontano. Avete distrutto la gentilezza, la cortesia, il pudore, la civiltà. E ci venite a fare la lezioncina.