Adesso dicono che è una bufala. Che i milionari della sinistra grassa e radical che villeggiano a Capalbio non hanno fatto le barricate per scongiurare l’arrivo di una cinquantina di profughi nel loro piccolo paradiso. A protestare, dicono, è stato solo er sindaco comunista Luigi Bellumori: che non vuole i negri nel resort: “Bisogna accogliere, per carità. Ma queste so’ vil-le . E di gran lusso. Con giardino. Finemente arredate. Nel centro storico”. Furio Colombo, uno che ha la villa lì, ha scritto che non è vero niente. Anche se ci sono stati due ricorsi alla magistratura amministrativa, respinti. In inglese si chiama “damage control”, controllo del danno. Il danno inferto dai riflettori delle cronache estive su questo angolo di privilegiati, dove i proprietari di ville ospitano tanti amici potenti: dove spunta D’Alema e si fa’ vedere Prodi, dove i Gad Lerner si confricano con le Jacarande Falck-Caracciolo , i Franco Bassanini (ex Cassa Depositi e Prestiti) con le Lucrezie Lante della Rovere; dove ha la villa Gianni Mattioli – ricordate? ‘Verde? Ecologista, ministro nel governo Amato, in Legambiente, poi Sinistra Ecologia e Libertà . Ce l’ha anche il comunista intellettualissimo per eccellenza, Alberto Asor Rosa. Molti altri che i media amano chiamano VIP le ville le affittano – ville storiche, ville di lusso con piscina immerse nel verde, ovvio ‘finemente arredate’. “VIP” è una parola grossa, è il generone romano arricchito con gli incarichi pubblici; parlano romanesco. Come Claudio Petruccioli, una vita nel PCI, una vita presidente RAI con relativo stipendione. Non ha l’accento Chicco Testa, perché è nato a Bergamo: PCI, ecologista, verde, Legambiente, messo da Bersani alla presidenza ENEL (700 mila euro annui), poi assunto come consigliere europeo alla Carlyle Group (la finanziaria della famiglia Bush) e fino al 2012 direttore della Rotschild Italia…Testa ha detto che i profughi., per integrarli, bisogna farli lavorare, non alloggiare nelle finemente arredate residenze di Capalbio.
Le luci danno fastidio a questi. Bufala a no, mettono in luce la vera natura della fauna radical-progressista che passa le vacanze a Capalbio; l’identità che vogliono nascondere: oligarchica. Sono loro l’oligarchia parassitaria, inadempiente e miliardaria che è la pietra al collo dell’Italia. La sua natura immobilistica e ottusamente conservatrice – nel senso più volgare del termine – è stata illuminata dal presidente (rosso) della Regione Toscana Enrico Rossi: “A Capalbio nobili ambientalisti, boiardi di Stato e intellettuali ex comunisti non vogliono i profughi, non vogliono la strada, non vogliono nulla perché le loro vacanze non possono essere disturbate.”
E’ il calloso egoismo che ormai nemmeno fingono di nascondere sotto una qualunque maschera di “socialità” e “democrazia”. Per loro essere di sinistra è aver votato la legge Cirinnà, sono progressiste le nozze gay e l’utero in affitto per il finocchione pugliese miliardario di Stato, mica i problemi della disoccupazione alle stelle, le infrastrutture arretrate, la magistratura arbitraria loro alleata…Difendono i loro emolumenti indebiti, scandalosi, senza alcuna vergogna: “Non siamo mica metalmeccanici!”, ha esclamato giorni fa il deputato Angelo Sannicandro a difesa delle indennità milionarie del parlamento più costoso del mondo. Il curriculum di questo personaggio è esemplare di questa oligarchia ributtante: PCI, Rifondazione Comunista, SEL (è entrato alla Camera solo per la rinuncia di Vendola che ha scelto il governatorato della Puglia), giusto in tempo per sputare da sinistra sulla classe operaia e, insieme, rigettare con quell’argomento oratorio la proposta dei 5 Stelle di ridurre l’indennità di carica da 10 a 5 mila euro.
“Mica siamo metalmeccanici!” – è lo slogan perfetto per questa oligarchia di parassiti. Mica si attaglia solo ai milionari di Stato ficcatisi nelle Casse Depositi e Prestiti o ENEL come topi nel formaggio. “Mica siamo metalmeccanici!” è in vario modo il concetto espresso dai 3 milioni di statali e pubblici fancazzisti che esigono, pretendono, l’aumento perché “i nostri stipendi sono fermi da sette anni!”. Sanno da quanto sono fermi i salari del settore privato? Quando poi ci sono, perché sono ormai milioni i privati snza lavoro. Sanno che l’Italia è in crisi economica profondissima , irreversibile, che il prodotto interno loro è calato, che sono scomparse il 25% delle imprese – ma a loro, non gliene frega niente. Vogliono l’aumento. Non intendono condividere alcuno dei sacrifici che la Nazione sta accettando (idiota!)= da otto anni; loro, “mica sono metalmeccanici!”. Lo stesso dicasi per gli insegnanti che si rifiutano di “andare al Nord”: a coprire cattedre: “Ci deportano!”. Cosa fare? Vorrebbero che fossero gli scolari ad essere deportati al Sud, vicino a casa loro.
Questa è l’oligarchia sfruttatrice. Che non si sente più al servizio del popolo italiano, ma che ha messo il popolo italiano al proprio servizio. Che ha sviluppato la mentalità tipica di una oligarchia ottusa, ed egoista, e non si cura più nemmeno di celarla.
Ora, italiani, è questo il primi problema politico ch avete di fronte: liberarsi di questa burocrazia e dei suoi amici e clienti. Ma voi siete passivi. Peggio che passivi: non capite nemmeno che questo è il problema politico numero 1; e che risolverlo spetta a voi. Che dovete smetterla di pagarli. State pagando con compensi assurdi gente di un livello bassissimo, di incompetenza totale – potete sostituirla senza danno magari con esperti stranieri: per una metà della paga di un deputato arrivano a frotte i premi Nobel – che è la causa prima della rovina economica e civile del paese.
Un lettore (Massimo, grazie) mi fornito due semplici dati che misurano il costo, la palla al piede, che questi parassiti fanno pesare su di noi.
Incasso erariale complessivo – ossia tassazione estratta dalle vostre tasche – in Italia (2013): circa 815 miliardi di euro.
Incasso erariale complessivo (2013) in Germania: circa 640 miliardi.
Già da questo rozzo confronto potreste desumere che l’oligarchia sfruttatrice italiana pretende da voi contribuenti 175 miliardi in più – ogni anno – di quanto pretende per funzionare il personale pubblico tedesco. Ma sareste ancora ingannati per difetto.
Perché la Germania ha 80 milioni di abitanti, l’Italia ne ha 60. Quindi un semplice calcolo (60 : 80 == 0,75 ; 640 X 0,75 == 480) restituisce il vero costo su di noi contribuenti di questa oligarchia nemica e sfruttatrice che chiamiamo “settore pubblico”: 335 miliardi di euro. All’anno. Ogni anno che fa’ Iddio.
Detto altrimenti: la burocrazia pubblica tedesca, farebbe funzionare una Germania che avesse la popolazione italiana con soli 480 miliardi di euro, non gli 815 che divora la burocrazia parassitaria italiota. “Se fossimo un protettorato tedesco” , dice Massimo, pagheremmo complessivamente 480 miliardi di tasse invece di 815, ossia 335 miliardi in meno – ogni anno che fa’ il Signore.
Il punto è che siamo un protettorato tedesco (a questo ci hanno ridotto l’Oligarchia, e i politici a forza di “Ce lo chiede l’Europa”), ma non a pieno titolo; non parte della nazione tedesca e del suo comune destino; la Germania non ci manda i suoi funzionari, non ha l’obbligo di occuparsi del nostro sviluppo e del rilancio della nostra economia – anzi è ben contenta di metterci le sbarre sulle ruote, visto che le nostre industrie erano sue concorrenti. La Germania non assume la responsabilità del nostro destino. E perché dovrebbe? Siamo “autonomi”, ci “auto-governiamo”; dopotutto, Berlino ci fa’ le prediche giuste: austerità, riforme, tagli alla spesa pubblica parassitaria…. Sì, ditelo agli oligarchi di Capalbio, ai progressisti col miliardo di Stato in tasca. Via gli immigrati neri! Mica siamo metalmeccanici, noi!
Eh sì, riconosce Massimo: “Fossimo un protettorato tedesco con funzionari tedeschi nell’apparato pubblico e magari la Gestapo a ripulire la politica, la burocrazia, il Mezzogiorno e le sue propaggini”.
Giusto come promemoria:
“Il Parlamento italiano spende ogni anno circa 1 miliardo e mezzo di euro. Il Parlamento francese, con quasi lo stesso numero di membri, riesce a spendere circa la metà di quello italiano (875.592.657€). Il parlamento inglese, pur essendo molto più affollato, impiega solo il 40% delle risorse necessarie a quello italiano: 627.755.258€. Occorre ricordare, che la Camera dei Lords non prevede stipendi, le nostre “indennità”, per i propri membri” (Wikispesa)
Camera dei Deputati – Italia Per i 630 deputati italiani l’indennità parlamentare è di 11.703,64 euro lordi (5.486,58 se si considerano le detrazioni fiscali e previdenziali). Più numerosi privilegi: rimborsi telefonate (258 euro), spese informatiche (2.500 euro), rimborso del soggiorno a Roma che equivale a più di 4 mila euro. Un risarcimento di 1331 euro è previsto pure per i trasferimenti in aeroporto.
Assemblée nationale – Francia – Indennità lorda è di 7.100 euro (5.677 escluse le ritenute previdenziali). A differenza degli italiani non dispongono di una diaria; il rimborso soggiorno si riduce a dormire in uffici o in residence scontati.
Bundestag – Germania – 7.668 euro lordi di indennità, viaggi gratis su treni e aerei nel territorio nazionale (ma solo ,ovviamente, nell’esercizio delle funzioni e in classe economica), ufficio già ammobiliato nei palazzi del Bundestag e 1.000 euro mensili per gestirlo. Contributo mensile di 3.984 euro per ogni mandato, con ritenute da 50 a 100 euro per i giorni di assenza.
House of Commons – Gran Bretagna: Stipendio lordo 6.350 euro, il netto varia, così come il contributo previdenziale. Per i 630 deputati inglesi c’è la diaria, che però non può andare oltre i 1.922 euro mensili, di cui 1.680 per rimborso locazione.
Parlamento europeo Indennità mensile netta 6200 euro, quella di soggiorno di 304 euro per ogni presenza. C’è un rimborso viaggi per raggiungere le sedi parlamentare, mentre per gli itinerari all’esterno dello stato di elezione è elargito un indennizzo di 354 euro al mese. 4.299 euro mensili è la cifra di rimborso spese generali (ufficio, telefono, informatica). Per quanto riguarda la liquidazione è prevista indennità (non cumulabile con pensioni o stipendi) da 6 a 24 mesi. Vitalizio a 63 anni: 1392 euro per un mandato, 2784 per due, 5569 euro dai 20 anni in poi.