Danilo Quinto – 13 aprile 2021
A parere di alcuni, dovremmo gioire, fiduciosi e obbedienti, perché il Parlamento, finalmente, si è espresso sulle cure domiciliari ai primi sintomi del Covid-19, esperienza che coinvolge centinaia di medici e migliaia di pazienti e di loro famiglie, con esiti che hanno evitato, nella quasi totalità dei casi, le ospedalizzazioni e le morti.
Il Senato ha approvato un ordine del giorno che impegna il Governo ad aggiornare i protocolli e le linee guida, che prevedono tachipirina e vigile attesa.
Dopo oltre un anno di attesa, il Parlamento interviene. Con un ordine del giorno! Sappiamo qual è la fine degli ordini del giorno. Vengono ignorati dall’esecutivo, che si limiterà – è di tutta evidenza – a nominare una commissione di studio, alla quale magari chiederà di partecipare a qualche esponente della rete dei medici che continuano spontaneamente e volontariamente a salvare le persone dalla morte. Mentre, i morti continueranno a crescere.
Io provo un senso di vergogna. Voi? Provo vergogna a vivere in questo Paese, che affida le sorti della sua popolazione anziana e fragile – quella più da rispettare, da proteggere e da curare – ad un’intera classe politica e dirigente impegnata esclusivamente a propagandare la somministrazione di uno pseudo-vaccino, uno strumento formidabile di controllo sociale, che sarà praticato per alcuni anni e che farà più danni del virus.
Il Parlamento non ha fatto, non fa e non farà l’unica cosa giusta per fare chiarezza sull’intera gestione del Covid-19, che ha comportato la morte di 115.000 persone, in base alla classificazione ufficiale dei morti: l’istituzione di una Commissione d’inchiesta parlamentare con poteri inquirenti. Ho evocato questa necessità un anno fa, anche nel libro che ho scritto, “Il disegno del diavolo – Il virus e l’uomo che vuole eliminare Dio” *, ben sapendo che mi rivolgevo a dei pusillanimi, che sempre più rivestono, di fatto, il ruolo di complici.
Eppure, due procure della Repubblica indagano l’ex commissario all’emergenza per peculato e il numero due dell’OMS per false dichiarazioni rese al PM sul piano pandemico italiano. Decine di altre inchieste giudiziarie sono aperte sulla cosiddetta prima ondata. E’ presumibile che si estenderanno. La presunzione d’innocenza è di rilievo costituzionale, ma per uno Stato che si definisce di Diritto, è un dovere accertare le responsabilità e punirle, se queste vi sono state. Una regola elementare, che vale per tutti i cittadini e che non si comprende perché – a parere di alcuni – non dovrebbe valere sulla questione del Covid. Non è moralmente lecito dire, come tutti dicono: non è questo il momento di affrontare il tema delle responsabilità. Costoro – direttori di giornali, opinionisti delle trasmissioni televisive, scienziati (sempre quelli) che sono usciti dall’anonimato ed hanno trovato finalmente il loro pubblico e la loro notorietà – ignorano i fatti ed eludono il tema delle responsabilità, come se questa non dovesse esistere.
In uno dei tanti salotti che spiegano il sentire dell’Italia ai tempi del Covid, si è detto che alla gente il tema della responsabilità, in questo momento, non interessa. E’ troppo impegnata a salvarsi la vita con il vaccino, per porsi domande. Che tragedia stiamo vivendo! La tragedia dell’annichilimento delle coscienze. Perfino in una società tribale o in una società analfabeta, se si infrangono le regole della convivenza, si affronta il tema della responsabilità. Nella nostra società, si riceve l’invito ad ignorarla. Una cialtroneria che va tanto di moda. Soprattutto tra i cosiddetti politici che si ritrovano seduti – grazie al cosiddetto popolo italiano – sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama. Tutti impegnati nel loro lavoro usurante, intenso e defatigante, tutti presi dal come instaurare nella società il bene comune (sic!), sanno che da 14 mesi, ormai, esiste un elenco enorme di questioni non chiare (usiamo un eufemismo) sull’intera vicenda Covid, che riguardano la materia sanitaria, quella economica e sociale, ma non osano compiere un passo per accertare le responsabilità. E’ la nemesi dell’Italia, della sua dignità, della sua identità, della sua storia.
Chi vuole il libro, può scrivere a questa email: pasqualedanilo.quinto@gmail.