Una importante delegazione militare israeliana è andata giorni fa a Mosca e lì, ha ricevuto notifica di un cambiamento completo – nel senso di indurimento – delle regole di ingaggio della Russia verso Israele. Così riporta Elija Magnier, forse il miglior analista sul campo in Medio Oriente, con 35 anni di esperienza e fonti di altissimi livello in Siria, Libano, Iran, Irak.
Sono regole di ingaggio speculari e perfettamente reciproche:
“La Siria non esiterà a colpire un aeroporto israeliano nel caso in cui l’aeroporto di Damasco venisse colpito da Israele e ciò avverrà con il consenso delle forze armate russe che si trovano nel Levante”.
“La Russia, inoltre, ha dato alla Siria il via libera a colpire Israele ogni volta che gli aerei di Tel Aviv lancino attacchi contro obbiettivi militari siriani o anche nel caso in cui lancino missili a lungo raggio senza volare sulla Siria ( per paura dei sistemi S-300 e per evitare l’abbattimento degli aerei nei cieli della Siria e del Libano)”.
La Russia ha reso noto alla delegazione israeliana che le sue forze avrebbero risposto in modo sistematico e diretto contro ogni attacco israeliano conto obbiettivi dove fossero implicati soldati russi – con la precisazione che attualmente la maggior parte dei centri militari siriani e iraniani ospitano effettivamente reparti militari russi.
La nuova durezza è dovuta all’abbattimento da parte di Israele dell’aereo-spia Il-20, con l’uccisione dei 15 tecnici a bordo. I caccia giudaici si erano “riparati” dietro l’Iliuscin, facendo in modo che la contraerea siriana lo colpisse per sbaglio, il 18 settembre scorso.
Il sito DEBKAFiles conferma di fatto,riportando l’irritazione dei militari israeliani. Presenta l’incontro della delegazione come “una concessione”del governo “alla domanda imperative di Putin”.
“Alcuni circoli dell’alto comando israeliano non sono per nulla soddisfatti…
1 – si ricordano come il generale Amikam Nurkin,comandante generale dell’aviazione israeliana ed altri ufficiali sono stati trattati da mentitori quando si sono recati a Mosca la terza settimana di settembre per spiegare come l’aereo spia Il-20 era stato abbattuto in Siria. Mosca non s’è mai scusata di questo affronto.
2 – C’è da temere che i dati forniti dl generale Haliva agli ufficiali russi siano trasmessi all’Iraan e ad Hezbollah.
3 – Perché inviare una delegazione militare a Mosca quando l’ambasciatore di Russia o l’attaché militare a Tel Aviv avrebbepotuto chiedere ed ottenere lo stesso briefing?
IDF delegation to Moscow after Putin demands clarifications on tunnel operation
Il presidente Putin “ha voluto sapere perché Israele abbia lanciato adesso la sua operazione contro il tunnel Hezbollah” – Quello che “Bibi” ha fatto vedere all’amico Matteo Salvini.
La versione di Netanyahu, che il tifoso del Milan ha creduto ed adottato, non deve essere quella cui crede Putin. Egli “ha chiamato Netanyahu al telefono sabato 8. La conversazione non è stata esattamente amichevole, Netanyahu gli ha detto che avrebbe mandato una delegazione militare a Mosca per spiegare. La delegazione, guidata dal maggior generale Aharon Haliva, capo del Direttorato delle operazioni dell’IDF”, è stata a Mosca l’11 dicembre.
Tutto questo rivela, da parte israeliana, rabbia ma anche paura. Degli S-300 oggi autorizzati a rispondere simmetricamente a nuovi attacchi e menzogne sioniste.
https://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-5425373,00.html
Qui sotto il pezzo di Magnier:
LE REGOLE DI INGAGGIO TRA SIRIA E ISRAELE CAMBIANO CON LA NUOVA PRESA DI POSIZIONE DELLA RUSSIA.
Di Elijah J. Magnier: @ejmalrai
Tradotto da: Alice Censi
La Siria adotterà nuove regole di ingaggio con Israele in seguito alla posizione più risoluta e più chiara assunta dalla Russia nei riguardi del conflitto tra Israele e l’ “Asse della Resistenza”. D’ora in avanti Damasco risponderà ad ogni attacco israeliano. Nel caso venisse danneggiato uno specifico bersaglio militare, la risposta avverrà con un attacco diretto ad un obbiettivo analogo in Israele. I responsabili delle decisioni a Damasco hanno detto : “ la Siria non avrà esitazioni a colpire un aeroporto israeliano nel caso in cui l’aeroporto di Damasco venisse colpito da Israele e ciò avverrà con il consenso delle forze armate russe che si trovano nel Levante”.
Questa decisione politica è basata sulla posizione chiara presa dalla Russia in seguito all’abbattimento di un suo aereo militare avvenuto il 18 settembre scorso. Quando le forze militari russe arrivarono in Siria, nel 2015, informarono le parti coinvolte (ossia Siria, Iran e Israele ) che non si sarebbero intromesse nei loro conflitti interni e che quindi non avrebbero impedito agli aerei di Tel Aviv di bombardare i convogli militari di Hezbollah diretti verso il Libano o i depositi militari iraniani a meno che non fossero destinati alla guerra in Siria. Era un impegno a rimanere spettatori nel caso in cui Israele avesse colpito obbiettivi militari iraniani o convogli per il trasporto di armi a Hezbollah dalla Siria al Libano, all’interno del territorio siriano. Anche Israele veniva informato che (la Russia) non avrebbe tollerato attacchi ai suoi alleati (Siria, Iran, Hezbollah e i loro alleati) impegnati a combattere l’ ISIS, al-Qaeda e i loro sostenitori.
Israele rispettava le richieste di Mosca fino all’inizio del 2018 anno in cui iniziava ad attaccare le basi iraniane e i depositi militari siriani, senza però attaccare le posizioni militari di Hezbollah. Israele giustificava l’attacco alla base iraniana, una struttura militare chiamata T4, sostenendo che l’Iran aveva mandato i suoi droni su Israele. Tel Aviv ha sempre considerato le violazioni del territorio dei paesi vicini come un privilegio esclusivamente suo. Damasco e l’Iran rispondevano con l’abbattimento, confermato, di almeno un F-16 israeliano. A quel punto Israele iniziava a colpire i depositi siriani, dove erano riposti i missili iraniani. L’Iran ha rimpiazzato tutti i depositi distrutti con altri missili di precisione ben più sofisticati e capaci di colpire qualunque obbiettivo in Israele.
In realtà la posizione russa di neutralità nei confronti di Israele nel Levante si è rivelata abbastanza costosa. La Russia ha avuto perdite superiori a quelle dell’Iran, specialmente in seguito all’abbattimento del suo IL-20 e, con esso, di 15 ufficiali addestrati all’uso dei sistemi più avanzati di comunicazione e di spionaggio.
In seguito a ciò, ha deciso di portare in Siria i tanto attesi missili S-300, di consegnarli all’esercito siriano mantenendone il coordinamento elettronico e il comando radar. Gli S-300 costituiscono un pericolo per gli aerei israeliani solo nel momento in cui violano lo spazio aereo siriano. Tel Aviv ha tenuto lontani dalla Siria i suoi aerei fino allo scorso settembre, ma ha lanciato missili a lungo raggio contro un paio di obbiettivi.
Per molti mesi il presidente russo Vladimir Putin si era rifiutato di ricevere il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Dopo un vero e proprio assedio da parte di quest’ultimo, finalmente Putin accettava di incontrarlo di fretta all’ora di pranzo o a tavola, durante un vertice affollato di capi di stato, senza comunque accettare nessun compromesso o riconciliazione. Adesso la Russia ha preso una posizione chiara e non ha intenzione di tendere la mano a Israele o perdonarlo. La Russia ha capito che la sua generosità (ha chiuso un occhio sulle attività di Israele in Siria) non è stata né riconosciuta né sufficientemente apprezzata da Tel Aviv. Questa settimana, Mosca ha accettato di ricevere una delegazione militare israeliana guidata dal generale maggiore Aharon Haliva, in seguito all’insistenza di Israele che cerca di rompere il ghiaccio tra i due paesi. Non c’è da aspettarsi che la posizione russa cambi e quindi i bombardamenti su bersagli siriani e/o iraniani non verranno più tollerati.
Secondo le fonti di informazione, “ la Russia ha messo al corrente Israele che ci sono ufficiali russi in tutte le basi militari siriane e iraniane e in conseguenza ogni attacco contro questi obbiettivi coinvolgerebbe anche le forze russe. Putin non permetterà mai che i suoi soldati e i suoi ufficiali vengano colpiti da un bombardamento diretto o indiretto di Israele”.
La Russia, inoltre, ha dato alla Siria il via libera – ha riferito la fonte – a colpire Israele ogni qual volta gli aerei di Tel Aviv lancino attacchi contro obbiettivi militari siriani o anche nel caso in cui lancino missili a lungo raggio senza volare sulla Siria ( per paura dei sistemi S-300 e per evitare l’abbattimento degli aerei nei cieli della Siria e del Libano).
La fonte ha inoltre confermato che la Siria – contrariamente a quanto dichiarato da Israele – adesso possiede i missili più accurati che hanno la capacità di colpire qualunque obbiettivo all’interno di Israele. Le forze armate siriane hanno ricevuto, senza che si sapesse, missili a medio e lungo raggio dall’Iran. Questi funzionano con il sistema GLONASS, l’abbreviazione di Globalnaya Navigazionnaya Sputnikovaya Sistema ( Sistema Satellitare Globale di Navigazione), alternativa russa al sistema GPS ( Sistema per il Posizionamento Globale) americano. A questo punto, l’avvenuta consegna da parte dell’Iran e la fabbricazione dei missili in Siria ( e in Libano) completano il quadro. Israele, comunque, dichiara di aver distrutto le capacità missilistiche siriane inclusi i missili forniti dall’Iran. Secondo la fonte, a dispetto dei missili di precisione distrutti da Israele, Damasco ne controlla sempre un gran numero. “ In Iran, le cose più facili da trovare a buon mercato sono le Sabzi ( erbe aromatiche) e i missili “ ha detto ancora la fonte.
Le nuove regole di ingaggio siriane – sempre secondo la fonte – sono le seguenti : un aeroporto verrà colpito se Israele colpisce un aeroporto e ogni attacco a caserme o a centri di comando e controllo avrà come conseguenza un attacco a obbiettivi dello stesso tipo in Israele. Sembra che la decisione sia stata presa ai livelli più alti e che sia stato stilato un elenco preciso di obbiettivi .
Le regole di ingaggio cambiano e la situazione sul palcoscenico del Levante diventa via via più pericolosa ; conflitti regionali e internazionali sono ancora possibili. Il Medio Oriente non troverà pace se non con la fine della guerra in Siria, una guerra in cui due superpotenze, l’Europa, Israele, la Giordania, l’Arabia Saudita e il Qatar hanno giocato ruoli fondamentali. Il capitolo finale non è ancora stato scritto.