PUTIN RESPINGE LE MIRE DI ERDOGAN SULLA SIRIA

Lo ha fatto  giovedì  a Sochi durante un incontro bilaterale con il turco: la Turchia non ha il diritto di stabilire una zona-tampone in Siria senza il consenso di Damasco e l’invito del presidente siriano Assad.

Da notare: prima di entrare nella riunione a due, Erdogan aveva espresso davanti a giornalisti   che contava di ottenere da Mosca (e  dall’altro alleato, l’Iran) il coordinamento per ritagliarsi una zona di sicurezza in una fetta del territorio siriano  a Nord.

Il bilaterale  è avvenuto  nel quadro della riunione dei tre stati “garanti”  del processo di pace deciso ad Astana, in cui ha partecipato l’iraniano Hassan Rouhani.  Putin ha invitato  farla finita con l’ultima enclave di terroristi  . Rouhani  si è detto d’accordo, mentre Erdogan non ha risposto. Come poi ha confermato  il portavoce presidenziale Peskov,  nessuna operazione militare   contro Idlib è stata decisa dai tre, evidentemente a causa della diserzione turca.

La Reuters vede giustamente in questo un intensificarsi delle tensioni fra Mosca ed Erdogan. Costui di fatto continua a non riconoscere Assad come legittimo governante.  E  di fatto  i caccia americani che  coprono  dal cielo le milizie curde anti-Daesh, continuano a decollare dalle base (NATO) della Turchia. Commandos e comandi americani restano  operative nella zona nord della Siria, a fianco delle  milizie curde;  Putin ha   commentato che  l’annuncio di Trump di ritirare le sue truppe è “un passo molto positivo”; ma  ha subito aggiunto che il presidente Usa potrà non adempiere a queste promesse per ragioni di politica interna”.  Erdogan: “Se il ritiro dlele truppe USA si realizza, questa decisione avrà numerose conseguenze  nella regione”.  Evidentemente vuole sostituire le sue truppe a quelle che usciranno, invece che restituire il territorio al governo legittimo di Damasco.  Nella conferenza stampa finale, Putin ha nonostante tutto definito  molto positivo il clima del trilaterale, e s’è detto fiducioso che la crisi “sarà risolta dal processo politico e dai negoziati”.

Noi ricordiamo padre  Paisios dell’Atos:  “Ci sarà una guerra tra Russia e Turchia. All’inizio i Turchi crederanno di vincere, ma ciò sarà la loro rovina. I Russi alla fine vinceranno e la Città (Costantinopoli)  cadrà in mano loro. Poi la prenderemo noi… Saranno costretti a darcela…».
Gli Inglesi e gli Americani ci concederanno Costantinopoli.
Non perché ci amino, ma perché ciò concorderà con i loro interessi.»

I Turchi saranno distrutti. Saranno cancellati dalle mappe, poiché sono una nazione non scaturita dalla benedizione di Dio.

Le parole originali del monaco Paisios su Turchia e Costantinopoli