Il processo d’appello per “servo sciocco” (termini che usai tra virgolette e in corsivo nei confronti di un ex deputato radicale nel mio primo libro, “Da servo di Pannella a figlio libero di Dio”, che mi sono costati una condanna in primo grado a 6 mesi di reclusione + 2.000 euro di ammenda ed il pagamento delle spese processuali), rinviato per l’emergenza Covid, si terrà a Roma il prossimo 10 settembre.
E’ l’ultimo (?) atto di una persecuzione che subisco da 17 anni, da quando nel 2003 è iniziata la mia conversione, che subito dopo è diventata testimonianza pubblica della mia fede.
Ho pudore a parlare della “mia persecuzione”. E’ niente, se messa a confronto con quella dei martiri, che hanno versato e versano il sangue per Cristo, con quella di coloro che soffrono perchè non possono manifestare la loro fede, con quella dei sacerdoti e dei laici che vogliono rimanere fedeli al Verbo che si è fatto Carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi e che sono costretti a vivere l’angoscia di una situazione senza precedenti in cui si trova la gerarchia ecclesiastica, che sembra faccia tutto per potersi allontanare da Dio.
Ho pudore, ma penso – in coscienza – che di persecuzione si tratti. Sono stato perseguitato dai miei nemici, per i quali non nutro rancore, ma anche da coloro che potevano essere miei amici. Una buona parte del mondo cattolico ha mostrato e mostra – è inutile negarlo – un vero e proprio ostracismo nei miei confronti. Compreno le loro ragioni, ma mi ispiace profondamente. Non mi ergo a giudice di nessuno, ma non ho dubbi che si nutra fastidio a misurarsi con chi vive nella Libertà e nella Verità, con chi – come me – non ha nessuna appartenenza terrena, non è iscritto ad alcuna associazione, non gode di alcuna protezione e desidera stare solo con Dio, con umiltà, perchè sa che stare dalla parte di Dio significa essere in maggioranza.
Stare con Dio significa – per me – abbandonarsi alla Sua volontà, accettare tutte le prove a cui mi sottopone ed offrirLe per la Sua maggior Gloria. E’ il percorso terreno del cristiano, che gode il privilegio della certezza della vita eterna e che si abitua – piano, piano – a diventare, agli occhi del mondo, sempre più piccolo, per varcare la “porta stretta”, inginocchiato davanti a quella Croce, su cui il Figlio di Dio si è fatto Vittima per la salvezza dei Suoi amici.
A chi vuole manifestare solidarietà nei miei confronti, chiedo di pregare e – se vuole – di acquistare I miei libri. In particolare l’ultimo, “Maria e il serpente”. A questa email, pasqualedanilo.quinto@gmail.com, potete scrivere il Vostro indirizzo. Ve lo spedirò a casa.
La donazione di 18 euro può essere fatta con queste modalità:
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Io non mollerò, ma agli amici dico: datemi una mano.
Un caro saluto, Danilo Quinto