(dai giornali greci, con traduzione automatica)
Documenti segreti rivelano giochi di “spionaggio” a Lesbo: le due donne e l’intelligence in Turchia
Lo scorso maggio, due agenti dell’intelligence greca si sono recati in Turchia, facendosi come migranti clandestini. Iniziava così l’operazione Alcmena dei servizi. I due agenti sono riusciti ad entrare in contatto con chi si occupava del traffico delle persone e hanno fatto il tragitto per l’isola di Lesbo a bordo di una nave.
Le indagini sono ora contenute in un voluminoso fascicolo, che è un atto d’accusa legale contro 33 membri di quattro ONG con sede in Germania, Austria e Norvegia; dove vengono v menzionati dati e movimenti di due persone specifiche, che avevano persino accesso diretto anche siti web “chiusi” del governo turco, ossia che richiedono codici speciali per entrarvi.
Si tratta di due donne, una cittadina austriaca e una norvegese, che hanno vissuto sulle coste della Turchia negli ultimi 2 anni e coordinato i flussi migratori illegali verso il nostro paese. La loro colpevolezza è , secondo la polizia ellenica, “pienamente chiarito”.
Le 2 imputate reclutavano sulla costa turca migranti che non erano riusciti a raggiungere le isole greche, a causa della forte presenza di navi della Guardia Costiera greca e di Frontex. Un loro scopo era quello di ottenere dai migranti fotografie delle navi greche sia della Marina militare che della Guardia Costiera ma anche di Frontex, che hanno inviato a Lesbo, ai membri delle altre tre ONG accusate, in modo che potessero sapere in qualsiasi momento se queste navi erano ormeggiate o di pattuglia in mare.
Tipico è il caso di due afgani reclutati da ONG e che scattavano continuamente foto nel porto di Mitilene. Le indagini della NSA e dell’Antiterrorismo sono iniziate progressivamente dal 23/05/2020 e sono culminate con l’incendio doloso del quartier generale di Moria, dove hanno cominciato a venire alla luce chiari segnali di coinvolgimento, fino all’istigazione dell’incendio doloso del campo delle 4 ONG.La svolta nelle indagini è avvenuta il 5 settembre quando i funzionari della sicurezza di Lesbo e gli ufficiali della guardia costiera coordinati con i funzionari della NSA e dell’antiterrorismo, hanno svolto una ricerca su un cabinato attraccato a Mitilene (il capoluogo di Lesbo),che era stato acquistato da una specifica ONG con sede in Germania.
Da quella nave, attraverso un apposito software, venivano intercettate le conversazioni della Guardia Costiera, tramite una specifica ONG che era attiva anche a Lesbo. Lì sono state trovate prove incriminanti sull’azione di 33 persone, tutti membri delle 4 Ong che sono addirittura accusate di spionaggio: 19 tedeschi, 2 svizzeri, un francese, un bulgaro e uno spagnolo. Tra queste prove trovate sulla nave, il fascicolo menziona in particolare i codici attraverso i quali fornivano informazioni ai migranti sulla costa turca dal telefono di bordo della nave, lo stretto rapporto con un sito web specifico che direttamente informava i migranti sugli spostamenti dei greci e FRONTEX sulle coste turche, dati sui flussi migratori, mappe dei porti di Chios, Lesbo e Samos, mappe con punti di partenza dei migranti dalla Turchia, istruzioni ai migranti in modo che attraverso il sito web dell’AP accesso diretto ai loro punti di guida ai porti naturali di Lesbo e allo stesso tempo comunicazione diretta con i membri delle ONG per la fornitura di informazioni.
Le autorità hanno trovato le istruzioni per eseguire il sito Web AP che fungeva anche da telefono Internet. In effetti, è stato scoperto che questo sito web è stato uno dei primi a far circolare le fake news turche su presunti immigrati uccisi sul fiume Evros dalla scariche della polizia greca. Le quattro ONG sono: la ben nota Sea Watch, Mare Liberum, FFM (Forschungsgesellschaft Flucht & Migration) e Josoor. [Quest’ultima una discussa ONG americana creata da migranti siriani che ha base a Izmir, sotto la protezione della polizia di Erdogan]. Tutte e quattro le ONG hanno utilizzato la piattaforma “Alarm Phone”. 2 delle suddette ONG hanno sede a Berlino, nello stesso indirizzo.
L’incendio finale doloso
Il 15 settembre scorso, il grande campo-profughi allestito mell’isola di Lesbo, Moria, e riempito così sistematicamente e spietatamente dalle ONG, è stato incendiato. La natura dolosa dell’incendio è comprovata: la polizia ha arrestato quattro afgani praticamente sul fatto; altri non sono stati arrestati perché minorenni. Come effetto di questa deliberata distruzione, 12 mila profughi sono senza riparo: e la Germania si guarda bene di prenderseli, li vuole scaricare a Ungheria, Polonia… Questo incendio corona significativamente questa azione spietata, ostinata, ben finanziata con cabinati acquistati e stipendiati regolari sulle coste turche e greche , e telefoni satellitari, sostenuta contro il popolo greco.
Nulla di caritatevole e umanitario; questa è la spudorata manifestazione dell’imperialismo germanico spilorcio, del disprezzo di una cancelliera che che dopo aver spogliato il paese per assicurare i lucri delle sue banche, reso in miseria ognuno dei suoi abitanti con un decennio politiche di svalutazione interna imposta dall’ “Europa”, gli infligge le decine di migliaia di immigrati, e suo carico, del popolo che ha saccheggiato. Non escluderei che l’incendio sia stato programmato perché, essendo stata smantellata l’organizzazione, l’operazione era diventata impossibile.
“Darebbero fuoco al paese pur di governarne le ceneri” (cit)