di “Elia”.
Proprio mentre ci consacravamo al Cuore immacolato di Maria nella basilica di San Pietro, sabato scorso, veniva resa pubblica un’altra clamorosa mossa a sorpresa nell’inesorabile quanto rapido processo di stalinizzazione della Chiesa Cattolica. Già ai primi di novembre del 2014 – appena un anno e mezzo fa – i vescovi erano stati spronati a dare prontamente le dimissioni al compimento dei settantacinque anni d’età, a meno che, per il «desiderio di un miglior servizio alla comunità», non avessero già deciso “spontaneamente” di ritirarsi prima o ricevuto l’ordine, peraltro comunicato «in fraterno dialogo», di togliersi dai piedi anche senza grave causa, quella che il codice prevede in caso di rimozione. D’ora in poi, con il motu proprio intitolato Come una madre amorevole, basterà una semplice negligenza nell’esercizio delle proprie responsabilità: non una colpa personale, ma un inadeguato trattamento di colpe altrui che abbiano provocato danni di ordine «fisico, morale, spirituale o patrimoniale».
Il primo motivo di disagio che si avverte alla lettura del documento deriva dal fatto che, mentre esistono mezzi sicuri e sperimentati per individuare, accertare e imputare una colpa, è molto meno evidente come procedere nel caso di una negligenza o di un’omissione nel prevenire, correggere o reprimere comportamenti delittuosi di altri. Tale delicatissimo discernimento è quindi demandato a un collegio di giuristi di prossima nomina, che dovrà coadiuvare il Sommo Pontefice nel valutare l’opportunità di una rimozione episcopale. L’iniziale inquietudine, però, si acuisce enormemente a partire dal momento in cui si afferma, nel testo papale, che il caso specifico preso di mira è quello di un intervento insufficiente in seguito ad abusi sessuali su minori da parte di membri del clero. Nessuno nega che sia un crimine gravissimo e che in molti casi la risposta della gerarchia sia stata del tutto inadeguata, ma ci si permette cautamente di ricordare altresì a quante speculazioni si sia dato adito in questo ambito negli ultimi decenni, negli Stati Uniti e non solo: quanti sacerdoti sono stati ingiustamente accusati in vista di un risarcimento? quante diocesi hanno rasentato la bancarotta e si sono viste costrette a vendere le chiese?
Benedetto XVI, d’altra parte, aveva già provveduto emanando una severa normativa e rimuovendo molti vescovi inadempienti, ma con la discrezione e la nettezza che la Chiesa Cattolica ha sempre adottato nei casi più delicati. Perché, proprio ora, questo nuovo intervento dai contorni talmente indefiniti da poter essere usato contro tutto e contro tutti? Esso, del resto, non spunta come un fungo, ma dopo tre anni che la Chiesa stessa batte la grancassa sugli scandali dei suoi ministri a suon di convegni, dibattiti e pubblicazioni su una materia che meriterebbe estrema riservatezza. Un’altra stranezza dell’attuale pontificato? No, per poco che si conoscano le leggi della propaganda. Quando si vuol colpire una categoria, si crea dapprima un’atmosfera emotiva sfavorevole nei suoi confronti, di modo che, al calare della mannaia, tutti approvino soddisfatti. È il metodo usato dai giacobini nei confronti di clero e aristocrazia, dai bolscevichi verso i proprietari terrieri, dai nazisti a spese degli Ebrei… sempre lo stesso.
Andando a scuola da Robespierre, Lenin, Hitler, Stalin, Mao e Pol-pot si impara come eliminare gli avversari con il plauso e la cooperazione del popolo, che non si accorge di mettersi con le proprie mani il capestro al collo… Ormai basterà pagare qualcuno perché denunci un abuso sessuale (vero o presunto) da parte di un prete, risalente anche a trent’anni fa, e accusi il vescovo di non aver fatto abbastanza a suo tempo; la sceneggiata di cui è stato vittima il cardinal Pell è esemplare in questo senso ed è ottimamente servita a mettere tutti i prelati sul chi vive. Chi oserà più dissentire sulle “aperture” dell’Amoris laetitia? o esprimere perplessità sull’immigrazione selvaggia? od opporsi all’unificazione fittizia con ortodossi e protestanti?… Non si tratta unicamente di “perdere il posto” e di ritrovarsi fuori gioco per il resto della vita, ma di rimetterci la reputazione e di subire la gogna mediatica come uno che ha coperto i pedofili: nulla di più dirompente per scatenare l’esecrazione universale e accrescere il consenso per chi spazza via il “corrotto”.
Chi avrebbe mai immaginato, nella Chiesa Cattolica, di svegliarsi una mattina nel regime sovietico? Che fine rischiano di fare i pochi vescovi ancora sani e coraggiosi? E chi guiderà le pecorelle che vogliono rimanere sui pascoli salutari di Cristo, anziché farsi dirottare su erbe velenose e acque torbide e fangose? Chi legittimerà con l’autorità della successione apostolica, tra poco, il ministero dei sacerdoti fedeli a Dio e alla loro coscienza?… Tutte domande per le quali, in questo momento, non abbiamo risposta; solo la Provvidenza la conosce. Ma, al sicuro come siamo nel Cuore immacolato di Maria, ci lasciamo condurre da Lei ad occhi chiusi. Chi avrebbe mai detto che, dietro Sua ispirazione, saremmo riusciti – in più di un centinaio – a consacrarci a Lei proprio a casa dell’impostore, sulla Roccia inamovibile della fede? Al giovane Davide bastò una sola pietra per abbattere il gigante Golia e sgominare l’invincibile armata filistea. Alla sua Discendente può bastare un manipolo di arditi che, penetrato nel campo avversario, abbia lanciato una bomba spirituale.
(da La Scure di Elia – titolo originale: Davide e Golia)