Attilio Befera, per un decennio e fino al 2014 capo dell’Agenzia delle Entrate ed Equitalia. E che poi, abbandonate le tasse, è diventato uno dei dirigenti più alti in grado di Atlantia, holding del gruppo Benetton da cui dipende Autostrade per l’Italia. Il fatto in questione è del 2012, riguarda proprio faccende tributarie ed è stato rivelato dall’Espresso: Benetton pagò 12 milioni di euro al fisco e rimpatriò Sintonia, la holding della famiglia che aveva sede in Lussemburgo per evitare ulteriori indagini sulla holding stessa. I Benetton finora avevano fatto credere che quel rimpatrio era dovuto a ragioni prettamente economiche.
Due anni più tardi lo stesso Befera si dimise dalle Agenzie fiscali. E per chi andò a lavorare? Per i Benetton, acquisendo un incarico di fiducia: coordinatore dell’ Organismo di vigilanza di Atlantia,
Befera si aggiunge alnumero degli assunti d’oro dalla Famiglia:
Paolo Costa, ministro dei Lavori pubblici tra il 1997 e il 1998.
Costa, nel 2010, è stato chiamato a presiedere il consiglio di amministrazione di Spea Engineering, una controllata di Autostrade per l’ Italia; nel 2016 il gruppo Atlantia ha vinto la gara per la privatizzazione dell’ aeroporto di Nizza e di due altri piccoli scali regionali e i Benetton gli hanno chiesto di sedere nel consiglio di sorveglianza dell’ aeroporto francese.
Gian Maria Gros Pietro, presidente dell’IRI nel 1999, fu lui a cedere in concessione una parte delle autostrade italiane al gruppo Benetton fu «l’ allora presidente dell’ Iri, Gian Maria Gros Pietro, gran frequentatore di salotti che contano e amico di Romano Prodi. Subito dopo la privatizzazione delle autostrade, Gros Pietro fu assunto dai Benetton per presiedere le autostrade. Stipendio: 1 milione di euro l’ anno».