La crescita di una cultura di sinistra edonistico-libertaria (radical chic) ha contribuito a separare i partiti di sinistra dagli strati popolari, i quali hanno assistito con stupefazione all’insediamento mediatico si una sinistra mondana e arrogante portata, più che a tutelare gli interessi della classe lavoratrice, a difendere la “omogenitorialità”, i clandestini, i discorsi sugli “stereotipi di genere”, le fobie corporali e la sorveglianza permanente del comportamento altrui.
Il liberalismo culturale confluiva così nel liberalismo economico che, al fine di permettere l’espansione senza fine del mercato, cerca di distruggere tutte le forme tradizionali di esistenza, a cominciare dalla famiglia, che è una delle ultime isole d resistenza al regno del solo valore commerciale. La classe dominante ha abbandonato il sociale per impegnarsi in un crescendo di diritti a vantaggio di gruppi minoritari trasformati in altrettante lobby rivendicative.
Alain de Benoist – Populismo – Arianna editrice, pagina 20