Notizia dalla Russia. Negli ultimi 20 anni, la percentuale dei russi che ritengono “inaccettabile” l’aborto è triplicata, passando da 12% al 35%. E’ quanto risulta da un vasto sondaggio in tutta la federazione commissionato dalla Chiesa Ortodossa al Levada Center, che è la versione russa del nostro Censis. Il mutamento dell’opinione pubblica è rilevante e riguarda i costumi in generale: la maggioranza dei russi, 68%, condanna le relazioni extra-maritali, contro il 50% del 1998; il 77 per cento delle donne contro il 57% degli uomini. La disapprovazione delle relazioni omosessuali è passata dal 68 all’83 per cento, senza differenza sostanziale fra maschi o femmine . Sulla contrarietà all’aborto che è legale in Russia, anche e specialmente se giustificato dal basso reddito (una delle giustificazioni accettate dalla legislazione vigente), le donne oggi sono più severe degli uomini , 37% contro il 31 per cento.
http://pravoslavie.ru/109827.html
E non si tratta solo di opinioni. Vladimir Serov, il presidente della Società Russa degli Ostetrici e Ginecologi, ha rilevato che negli ultimi 25 anni gli aborti sono calati di otto volte, dagli orrendi 5 milioni di allora ai 600 mila l’anno di oggi.
Il calo è dovuto, riconosce la Società, alle forti misure pubbliche di sostegno alla natalità, aiuto economico alle famiglie povere con figli, il congedo di maternità di tre anni, i centri di sostegno delle donne incinte in condizioni difficili; ma anche all’attivo programma educativo della Chiesa ortodossa tra la popolazione. Ancor oggi ogni giorno in Russia si operano 2 mila aborti, e le varie associazioni ortodosse organizzano quasi quotidiani “eventi” e manifestazioni pubbliche “per la vita” volte a rendere cosciente del danno morale e materiale prodotto dall’aborto.
Per esempio, il 10 gennaio scorso, a Mosca l’organizzazione Per la Vita ha acceso 2 mila candeline a forma di croce, per ricordare il numero dei feti uccisi ogni giorno. Sono state raccolte anche un milione di firme per una petizione volta a rendere l’aborto illegale.
Nell’insieme, l’indagine ha mostrato un deciso e consapevole rafforzamento, tra la popolazione, dei valori familiari tradizionali e una adesione cosciente ai valori eticamente “conservatori”.
in Occidente, dove i desideri sono diritti
In Usa si calcola che esistano 750 mila embrioni umani congelati, risultato di cure dell’infertilità che richiedono embrioni soprannumerari o di politiche di “donazione” ( uteri in affitto), o ancora ad atti di volontà dei genitori che esercitano così un loro “nuovo diritto” civile.
Recentemente è arrivato davanti al tribunale in Arizona la seguente storia: Ruby Torres, di anni 33, colpita da cancro al seno e sottoposta a cura che la renderanno sterile, si accorda col fidanzato Joseph Terrell per la fecondazione in vitro con congelamento degli embrioni in vista di un “utilizzo” futuro. I due firmano un contratto che nessuno dei due poteva utilizzare i loro embrioni “senza il consenso scritto dell’altro”, e si sposano. Ciò avveniva nel 2014. Nel 2016, Terrel comincia le pratiche di divorzio e dichiara ai giudici di non volere dei figli da Ruby; lei, Ruby, ormai sterile, si batte per diventare madre dei suoi figli biologici; lui però non dà il consenso, proclamando il suo “diritto a non essere padre”. L’Arizona non ha norme né giurisprudenza sulla sorte cui destinare embrioni soprannumerari. Un giudice della famiglia ha provato a sancire che gli embrioni di Ruby e Joseph vadano “donati” a coppie sterili o a cliniche della fertilità, ma Ruby ha fatto appello.
E’ il bello della libertà e dei nuovi diritti conquistati in Occidente, ma che diventano alquanto intricati quando configgono l’uno contro l’altro: “diritto” al divorzio contro “diritto ad aver figli” costi quel che costi, e “diritto a non aver figli” quando si cambia idea e si odia la donna che prima si amava.. Succede quando i desideri diventano “diritti”.
In Canada, dove lo Stato dà un sostegno monetario ai datori di lavoro che assumono studenti per lavori estivi, il governo progressista di Trudeau nega queste provvidenze a datori di lavoro che, prima, non firmino una attestazione scritta secondo cui “sono d’accordo con l’aborto e i diritti dei trasgender”. I nuovi valori occidentali vengono attivamente promossi (in questo caso imposti contro le istituzioni cristiane) – come la Russia promuove i suoi.
Un fiorente mercato del surgelato umano
Nel frattempo sui 750 mila embrioni surgelati dice la sua (e come poteva essere altrimenti?) il “mercato”. S’è sviluppato un mercato; la sola “donazione” di feti vale 28 milioni di dollari ed ha sviluppato una vera industria criogenica (sic) specializzata ausiliaria a quella dell’utero in affitto di cui si servono anche le coppie di sodomiti ricchi. La Germania ha preso coscienza del problema, e vieta la produzione di oltre tre embrioni in casi di aiuto alla fertilità, e il loro congelamento per usi ulteriori. In Francia non esiste una legge del genere, anche se viene reclamata da istituzioni pro-Vita, le quali chiedono i che i genitori si prendano almeno la responsabilità di quei figli sottozero, se ad un certo punto non li vogliono più. In Usa, embrioni surgelati sono proposti a coppie sterili al prezzo di 20 mila dollari. “E’ un nuovo prodotto sul mercato e una nuova forma di schiavitù”, lamenta la dottoressa Alexandra Henrion-Claude genetista e ricercatrice Inserm all’ospedale Necker di Parigi. Dal 2017 in Francia gli embrioni possono essere importati e ed esportati a scopo di “ricerca scientifica”, dove sono distrutti.
https://www.agence-biomedecine.fr/Recherche-sur-l-embryon?lang=fr
Va notato che ai tempi di Bush jr., la battaglia civile contro gli embrioni soprannumerari infuriava, ed era adottata dalle sinistre. Mother Jones, la rivista più “rossa” esistente in Usa, nel 2006 parlò del destino incerto di quelle “anime sottoghiaccio”. Ma adesso, le sinistre mondiali ovviamente hanno adottato i nuovi diritti immaginati dal nuovo capitalismo trasgressivo, ultra permissivo e senza morale. Anime sottoghiaccio? Ma quali “anime”; suvvia siamo laici,progressisti ed adulti, ossia atei. Sono merci.
Attenzione, questo non è moralismo (tanto meno “bigottismo cattolico”) ma pura semplice constatazione che il capitalismo terminale e plutocratico – quello dove nel 2017 l’1% si è accaparrato l’82 per cento delle ricchezze prodotte – distrugge con l’etica la civiltà stessa.
E’ paradossale che sia oggi Vladimir Putin, con la Chiesa ortodossa, a far proprio il detto di John Adams, maestro pensante della Rivoluzione Americana: “La virtù pubblica è la sola fondazione delle repubbliche”. Ma, come già denunciava nel 1996 il grande Christopher Lasch, “quanto più il capitalismo è venuto a identificarsi con la gratificazione immediata e l’obsolescenza pianificata, tanto più incessantemente ha usurato i fondamenti morali della vita di famiglia”, nella quale le virtù pubbliche si sviluppano. “Anziché agire da contrappeso al mercato, la famiglia è stata invasa e minata dal mercato…non è più capace di riparare i bambini dal mercato”. Questo scriveva Lasch nella sua Revolt of the Elites and Betrayal of Democracy, nel ’96. E’ morto prima di vedere fino a che punto aveva ragione. Ora in Occidente ex cristiano i bambini sono surgelati e oggetto di import-export.
Non a caso Washington ha appena definito la Russia come il Nemico Principale che viola l’ordine mondiale vigente.