Andrea Mazzalai, Iebergfinanza
(MB. Qualche lettore mi chiede un parere sullo scandalo delle banchette, in cui è coinvolto il papà della Boschi – su cui si concentra la furia della cosiddetta “opposizione politica”, come fosse quello il problema, e via la Boschi, sarebbe risolto. Ora, scrivere un pezzo è inutile, perché non saprei scriverlo meglio di Iceberfinanza di Andrea Mazzalai, che non conosco personalmente. Vi consiglio di andare lì e leggervi tutto, specie le illuminanti tabelle:
Mi limito a copiare-incollare alcune frasi-chiave:
“…Iniziamo partendo da qui, prima che il politico a caccia di voti o il promotore della porta accanto, sempre a caccia di clienti, vi racconti l’ennesima fesseria.Se sono saltate quattro banche e altre ne salteranno nei prossimi anni, non significa che tutte le banche d’Italia stanno per saltare, chiaro sino a qui?
C’è chi dice che in Italia manca l’educazione finanziaria, come quella che eccelle nei paesi anglosassoni, si proprio quella dove milioni e milioni di dotti, medici e sapienti si sono fatti rifilare miliardi di cartolarizzazioni subprime e fregare la casa e la salute”.
Ora facciamo un rapido passo indietro, mentre mezzo mondo si diverte a dichiarare fragile il sistema finanziario italiano. Credo che tutti i lettori di Icebergfinanza sanno che l’Italia ha contribuito per oltre 125 miliardi di euro al fondo ESM…
Se qualcuno crede davvero che i fondi servano per aiutare gli Stati dimenticando che questa è in realtà…
UNA CRISI DI DEBITO PRIVATO e non PUBBLICO
(…)
Inutile ricordare a tutti, come vi raccontiamo dal 2011, che prima di impedire al nostro Paese di salvare le proprie banche con interventi pubblici o con il ricorso al Fondo interbancario per la tutela dei depositi visto come una forma di aiuto di Stato, nessuno ha avuto da ridire mentre la Germania salvava le sue banche dal fallimento con oltre 418 miliardi di euro…
La domanda è una ed unica!
Per quale motivo l’Italia ha accettato senza distinzione alcuna l’unione bancaria e l’avvento del ” bail-in ” pur sapendo che viste le circostanze e l’austerità e la deflazione salariale e il pareggio di bilancio, patto di stabilità e altre amenità varie imposte avrebbero avuto ripercussioni sulla nostra economia reale e di conseguenza sui bilanci delle banche?
Per tutelare i risparmiatori e evitare nuove crisi! Fantastico!
Per anni abbiamo esaltato la solidità patrimoniale delle famiglie italiane, abbiamo raccontato che pochi Paesi al mondo vantano un alto grado di ricchezza privata come la nostra. Ecco dove ha cercato di attingere il sistema bancario italiano.
Ma tu guarda, la Germania si è salvata le sue banche in parte nazionalizzandole e ora non vede l’ora di aiutarci, condividendo la tutela dei risparmiatori. E’ mai possibile che nessun politico abbia compreso la trappola messa in piedi da chi aveva tutto l’interesse ad assistere ad un indeboilimento del sistema Italia?
Schaeuble, no assicurazione depositi
Prima di proseguire però è fondamentale comprendere come un sistema finanziario come il nostro che ha retto in maniera eccellente alla crisi subprime, ora sia in grave difficoltà come ci racconta il professor Alberto Bagnai……
(…) La crescita economica (e quindi la capacità per famiglie e imprese di rimborsare i propri debiti col sistema bancario nazionale) e l’equilibrio dei conti con l’estero (e quindi la capacità di ripagare con i proventi delle esportazioni le proprie importazioni, senza indebitarsi col sistema bancario estero) sono due obiettivi incompatibili. Il motivo (lo ripeto) è che se un’economia cresce di più, a parità di altre condizioni cresceranno di più le sue importazioni (che dipendono dal reddito degli abitanti), e quindi l’obiettivo di maggiore crescita viene pagato in termini di deficit estero. È il famoso “vincolo esterno” del quale abbiamo parlato ad esempio qui, spiegando come esso condizioni la crescita di lungo periodo di un sistema economico. Di fatto, un paese non può permettersi di crescere oltre un certo limite, dettato da quanto crescono i suoi partner commerciali, il resto del mondo. Se la Germania reprime la propria crescita, ad esempio comprimendo gli investimenti e facendo deflazione salariale, gli altri paesi europei devono fare altrettanto o vanno in deficit (indebitandosi con la Germania, loro principale partner commerciale, per acquistare prodotti tedeschi). Questo perché reprimendo la crescita del suo reddito, la Germania reprime la crescita delle proprie importazioni, cioè delle nostre esportazioni, e quindi condiziona la nostra capacità di importare beni senza indebitarci (cioè finanziando le importazioni coi proventi delle esportazioni). (…)
Il problema vero delle banche italiane
…) Il problema delle banche italiane è quello di fare le banche, cioè di erogare credito alle imprese (71% di credito a imprese contro il 56% di media europea) e in particolare alle PMI (36% contro 17%). Eh già! Perché mentre le banche con “vocazione” più speculativa magari quando viene la crisi guadagnano (esempio: prendono a prestito dalla BCE a tassi irrisori e comprano titoli di paesi che offrono tassi altissimi causa spread), quelle con “vocazione” più commerciale soffrono, perché l’austerità deprime i redditi dei loro clienti.
Lo scandalo
Ma ora torniamo all’argomento del giorno, ovvero quanto è accaduto a migliaia di risparmiatori italiani, alla ricchezza delle famiglie italiane, ricchezza che non dimentichiamocelo, qualche miliardo di euro non contribuirà mai più ad alimentare l’economia italiana.
“Il 24 marzo 2015 l’ESMA, l’autorità europea di tutela del risparmio invia la seguente raccomandazione: “il detentore di una obbligazione subordinata si trova in una posizione meno favorevole rispetto al detentore di una obbligazione ordinaria, da momento che il rimborso è subordinato, appunto, al rimborso prioritario di altri debiti. Questa posizione meno favorevole è difficile da valutare per l’investitore medio retail. Il prospetto e/o la documentazione legale di questi titoli è difficile da comprendere. Per questo tali titoli dovrebbero (should) essere considerati complessi.”
Un passaggio che fa capire chiaramente cosa c’è dietro le parole del commissario europeo al mercato finanziario Jonathan Hill secondo cui in Italia sono stati venduti “prodotti finanziari inadeguati a persone forse ignare”.”
Forse ignare, giusto, perchè qualche furbo che godeva di rendimenti intorno al 7 % e ora fa il finto tonto lo si trova sempre.
Che facevano Bankitalia e la Consob in questi anni invece di vigilare?
Chi sono due facce della stessa medaglia che il lettore è bene che conosca.
La prima è questa…
“Io Luigino me lo sento sulla coscienza perché mi sono comportato da impiegato di banca e se fossi stato una persona che rispettava le regole non gli avrei fatto fare quel tipo di investimento”. Lo afferma a Repubblica Marcello Benedetti, ex impiegato della banca Etruria di Civitavecchia, il funzionario che ha venduto obbligazioni per centomila euro a Luigino D’Angelo, il pensionato che si è tolto la vita per averli persi.
“Luigino – racconta Benedetti – fu uno dei primi clienti della banca a cui proposi questo investimento, firmò il questionario che sottoponevamo a tutti, nel quale c’era scritto che il rischio era minimo per questo tipo di operazione. In realtà, nelle successive carte che il cliente firmava, era presente la dicitura “alto rischio”, ma quasi nessuno ci faceva caso. Era scritto in un carteggio di 60 fogli”.
“Avevamo l’ordine – fa quindi sapere l’ex funzionario di banca Etruria – di convincere più clienti possibili ad acquistare i prodotti della banca, settimanalmente eravamo obbligati a presentare dei report con dei budget che ogni filiale doveva raggiungere. L’ultimo della lista veniva richiamato pesantemente dal direttore”.
…la seconda ovviamente è questa…
I titoli subordinati di Banca Etruria, il cui valore è stato azzerato, in mano al pensionato di Civitavecchia Luigino D’Angelo, morto suicida lo scorso 28 novembre, erano stati emessi nel 2006 e sono stati da lui comprati all’inizio del 2013 sul mercato secondario e non quindi ‘spinti’ dalla banca nella rete di filiali dando disposizioni ai propri dipendenti. È quanto spiegano fonti finanziarie secondo cui l’istituto aveva già collocato nel 2006 questi titoli per soddisfare i propri bisogni di capitale e quindi l’iniziativa, nel caso, è stata presa dall’ex dipendente dell’istituto su cui pende un’indagine penale in fase di istruttoria su un altro tema e che sarebbe alla base del suo licenziamento.
La verità verrà accertata dagli organi competenti a noi interessa raccontarvi cosa sta dietro alcune leggende metropolitane.
Personalmente non interessano particolarmente le vicende della famiglia Boschi ma basterebbe dare un’occhiata a questo articolo per comprendere che in realtà più che una banca, questa era un’associazione a delinquere…
Tutti i retroscena del fallimento della vecchia Banca Etruria …
“I 13 ex amministratori e i 5 ex sindaci cumulano 198 posizioni di fido a loro concessi per ben 185 milioni. Ne vengono utilizzati 142 con perdite per la banca di 18 milioni. Non solo ma di questi soldi dati agli amministratori ben 90 milioni finiscono tra i prestiti in incaglio e sofferenza. Non verranno cioè restituiti. Fanno parte di quel lento accumulo di prestiti malati che sono la vera croce per l’istituto.”
Ma attenzione perchè non finisce qui il bello deve ancora arrivare…
“La prima lacuna del decreto salva banche è la mancata decadenza o la sospensione dei requisiti di onorabilità per gli organi amministrativi o di controllo delle banche in risoluzione. (…)
Le misure favorevoli agli amministratori non cambiate dal decreto
Vi ricorda nulla questo? Certo un manipolo di falliti e ladri, con l’aiuto di un decreto allegro, una volta spente le luci dei riflettori, potrà tornare ad amministrare e distruggere qualche altra creatura aziendale.
Di tutto ciò statene pur certi sui media principali troverete ben poca traccia!
(…) Come racconto nei miei incontri in giro per l’Italia, nella finanza tutto si crea, nulla si distrugge, tutto si trasferisce da una tasca all’altra.
Una storia che si ripete, nulla cambia tutto è per sempre uguale.
(…) La politica dovrebbe aver il buon gusto di fare silenzio, visto che molte delle banche coinvolte negli ultimi anni dal Monte dei Paschi di Siena sino alla Banca Etruria e le fondazioni, non sono altro che le loro galline dalle uova d’oro.
Nel fine settimane ho letto di tutto e di più, consigli e manifesti ovunque, un inno al risparmiatore, quasi una razza in via di estinzione da salvare, consigli dell’ultima ora per spostare i propri risparmi da una banca all’altra, da un prodotto finanziario all’altro, il solito squallido manifesto postumo.
C’è addirittura chi consiglia di scegliere solo banche di grandi dimensioni possibilmente quotate in borsa.
E’ naturale che in mezzo a questa “repressione finanziaria” la tendenza è quella di concentrare il potere finanziario in poche grandi banche. Le banche più grandi sono le più solide, le più sicure dicono loro, anche se magari sono quelle che hanno contribuito maggiormente alla crisi, ma poco importa.
Ieri il direttore generale di Bankitalia, tanto per cambiare, ha detto che la riforma del credito cooperativo avviata dal governo è fondamentale, «perché sono molte banche e molto piccole e cominciano ad avere serie difficoltà a resistere in un mercato che si sta globalizzando e che chiede di avere molto capitale»
Fa piacere che finalmente la Banca d’Italia abbia ammesso che … «da relativamente poco tempo, da 3 o 4 anni abbiamo cominciato a investire nella tutela del cliente delle banche, è una funzione che la legge ci assegna da un po’ di anni, l’abbiamo svolta inizialmente forse con timidezza».
(…) Quello che importa è che oggi bisogna eliminare tutto ciò che è piccolo, farlo credere fragile …
Bcc: «Si eviti l’equazione che vuole le banche territoriali più fragili delle altre…
Ma fermiamoci qui perchè gli sciacalli sono di casa in questa vicenda.
In questo caso ovviamente la colpa è sempre se solo di chi travestito da pollo ha sottoscritto un prodotto finanziario semplice con allegate un prodotto finanziario semplice con allegate ben 245 pagine di bugiardino, giusto per usare l’ironia…
245 pagine di fumetti in legalese, da leggere la sera prima di andare a dormire per un pensionato sono uno scherzo, sostengono alcuni, se non sa leggere nessuno lo obbliga a sottoscrivere una simile operazione.
Sto pensando ai milioni di fessi che hanno comprato una Volkswagen, Audi o Porsche che prima di acquistarla non si sono letti come funzionano le emissioni C02 o a tutti quelli che vanno sotto i ferri del chirurgo e ci restano per sempre.
La colpa è loro perchè prima di fare l’intervento dovevano studiare medicina, anche se non capivano nulla, mica erano obbligati a farsi operare suvvia.
Come sempre la verità sta nel mezzo, ma spesso e volentieri a pensare male, senza generalizzare ovviamente si fa peccato ma ci si azzecca.
Da domani non sarà più possibile seminare obbligazioni subordinate…
«A questo punto è necessario e urgente che per prodotti come le obbligazioni subordinate venga vietata la vendita allo sportello, per legge». Il direttore della Banca d’Italia Salvatore Rossi torna a chiedere una norma che impedisca la vendita alla clientela al dettaglio di questi strumenti perché con le nuove norme sul bail-in «è davvero cambiato il mondo nel campo della gestione delle crisi bancarie».
Ma certo geniale, così risolviamo il problema, perchè non aggiungervi anche le obbligazioni strutturate, le unit linked, gli etf a leva e … Ragazzi, altro che Pinocchio, questo è il vero campo dei miracoli, non sanno più che pesci pigliare!
(MB: Commento finale: e volete mandar via la Boschi? Io licenzierei i pagatissimi dirigenti della Banca d’Italia, onde non possano più nuocere. E gli confischerei il 90 per cento degli stipendi, onde da una parte fargli restituire il danno, dall’altra riportare la paghe al livello delle loro qualità professionale: diciamo 1500 euro mensili netti?)