ITALIA-GERMANIA/ L’affaire Microtecnica svela la mano Usa dietro il patto Meloni-Scholz
L’incontro di oggi Scholz-Meloni è stato preceduto da una notizia riguardante Microtecnica, società italiana attiva nel settore della difesa
Olaf Scholz e Giorgia Meloni (LaPresse)
Oggi pomeriggio a Berlino Giorgia Meloni parteciperà, con il cancelliere Olaf Scholz, al vertice intergovernativo italo-tedesco. La premier sarà accompagnata dai ministri di Esteri, Economia, Interno, Difesa, Lavoro e Ricerca. La nutrita compagine governativa lascia intendere non solo ampie discussioni, ma un importante punto di snodo nei rapporti politici tra Germania e Italia. Un incontro di questa portata è passato sorprendentemente sotto i radar.
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La riunione di oggi è stata preceduta da un piccolo grande incidente diplomatico sull’asse “Parigi-Roma”. Il Governo italiano ha deciso di usare il golden power sull’acquisizione da parte della francese Safran di una società italiana, Microtecnica. Safran è un colosso francese della difesa e dell’aerospazio che qualche mese fa ha comprato dall’americana Raytheon la società RTX, dentro cui c’è anche Microtecnica, attiva nel settore della difesa, che è titolare delle attività in Italia di Collins Aerospace, controllata di RTX. Secondo il Governo italiano, la vendita a Safran di Microtecnica sarebbe una “minaccia eccezionale alla sicurezza nazionale dell’Italia”. La motivazione risiederebbe nel fatto che Safran è un fornitore del caccia Rafale, competitor francese dell’Eurofighter.
Il quotidiano francese la Tribune ha dato ampio spazio alla vicenda. La lettura del direttore generale di Safran, Olivier Andriès, è particolare: “Questa decisione segue consultazioni molto serrate tra Germania e Italia. Questo blocco viene da entrambi i Paesi anche se è l’Italia che si è opposta”; ancora: “è una operazione concertata tra Berlino e Roma”. Andriès continua: “Non c’è stato alcun dialogo preliminare con Safran. Questo ci avrebbe permesso o di rassicurare i governi di Germania e Italia oppure di proporre misure che potessero rassicurarli. Ma non c’è stato alcun dialogo e il decreto è calato come una scure”.
Il problema, quindi, sarebbe l’incompatibilità tra la partecipazione al programma Rafale e quello dell’Eurofighter. Nota un sorpreso Andriès: “il fatto che Collins Aerospace sia l’azionista americano di Microtecnica non disturba l’Italia o la Germania in nessun modo, ma Safran che è un gruppo francese ed europeo li disturba e rappresenta una minaccia eccezionale”. Eppure Collins Aerospace, sussidiaria di RTX, è uno dei maggiori partner del programma F35 che sarebbe un competitor dell’aereo europeo. Safran oltretutto non solo è uno dei partner del programma Eurofighter, ma è anche un fornitore di Leonardo. Andriès conclude: “Questo è un segnale molto brutto mandato da Italia e Germania sul futuro della cooperazione europea nel settore della difesa”.
A ben vedere è difficile fare obiezioni al direttore generale di Safran. In una fase in cui si discute di maggiore integrazione europea, di mancanza di una politica estera comune e di un settore della difesa europeo, Italia e Germania sembrano voler dare vita a un asse che si pone in contrapposizione con il settore della difesa francese che è certamente leader in Europa. È persino inutile ricordare la fase particolarissima in cui si trova l’Europa dallo scoppio del conflitto in Ucraina. Il settore della difesa è sempre assolutamente politico e strategico, ma oggi l’assunto vale ancora di più.
Non è probabilmente un caso che la decisione del Governo italiano su Microtecnica avvenga alla vigilia del vertice italo-tedesco. Non si intravede affatto una “maggiore cooperazione europea” nel settore della difesa, quanto l’esatto opposto, con la creazione di un blocco, italo-tedesco, in diretta contrapposizione alla Francia. La narrazione su una messa a fattor comune delle risorse europee per rispondere alle sfide geopolitiche nel frattempo continua. Sotto, nella realtà, dove si fanno i fatti che contano davvero, l’Europa scompare e tornano gli Stati con le loro alleanze a tutto tondo.
La contrapposizione nel settore della difesa si può spiegare con una contrapposizione politica o di obiettivi politici. Se Germania, Italia e Francia fossero unite politicamente negli obiettivi, tanto più di fronte all’incombere delle sfide poste dall’invasione della Russia in Ucraina, la collaborazione nella difesa, in questa fase geopolitica, sarebbe conseguente. “L’incidente diplomatico” di Microtecnica suggerisce invece una svolta in cui Italia e Germania decidono di perseguire obiettivi che non sono condivisi dalla Francia o da cui la Francia si è esclusa o è esclusa per un deficit di affidabilità. Il tema del giorno è il futuro del supporto alla guerra in Ucraina e lo scontro con la Russia mentre scema il sostegno americano. Qualsiasi contrapposizione nella difesa segnala un disaccordo su questo versante. Italia e Germania, nel frattempo, vivono una fase di chiaro declino industriale ed economico causato principalmente dall’esplosione dei costi energetici.
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