Dove si trovava Klaus Schwab, il fondatore del World Economic Forum di Davos, l’11 Settembre 2001?
“Il fondatore e presidente del World Economic Forum, Klaus Schwab, stava facendo colazione con Il rabbino Arthur Schneier nella sua sinagoga di Park East a New York quando i due jet hanno colpito il World Trade Center “.
Ne dava notizia la Jewish Telegraphic Agency in un compiaciuto articolo del 5 febbraio 2002; una gustosa trouvaille di Henry Makhov. Titolo:
La religione ha un ruolo nel forum economico
L’articolo spiegava il motivo per cui Schwab era a colazione col rabbino Arthur Schneier (classe 1933 come Schwab, origine austriaca) nella sua sinagoga Park East a New York quando i due jet hanno colpito il World Trade Center. “Schneier, che dirige l’Appeal of Conscience Foundation, una coalizione di leader economici e religiosi a New York, aveva intenzione di discutere l’aumento della partecipazione dei leader religiosi al forum economico di Davos. Dopo l’attacco, l’idea sembra ancora più urgente. Con l’assistenza di Schneier, Schwab ha deciso di commemorare il disastro mondiale spostando il suo forum – tradizionalmente tenuto nella stazione sciistica svizzera di Davos – a New York City, ha detto Schneier. E raddoppiò il numero dei capi religiosi a 40, inclusi otto ebrei. Mentre le nazioni occidentali hanno allontanato la religione dalla vita pubblica negli ultimi decenni, la nuova linea del forum è abbracciare la religione, comprenderne le tradizioni e raccogliere la sua saggezza.
“Mentre le aziende globali espandono i loro mercati, e i governi e le società vedono la pace come essenziale per il progresso, i leader stanno dando sempre più alla religione un ruolo nel rafforzare la stabilità internazionale. Il forum di cinque giorni di quest’anno, che si è concluso lunedì, ha incluso gruppi di dialogo interreligioso e, per la prima volta, ha diffuso i leader religiosi in pannelli in tutto il forum come la migrazione e la cittadinanza, il conflitto in Medio Oriente e la diversità culturale”.
“Schneier, domenica mattina ha portato 60 leader religiosi a Ground Zero per una cerimonia di preghiera, riflessione e lume di candela. In piedi accanto al rabbino Ashkenazi capo di Israele, Yisrael Meir Lau; SE Mustafa Ceric, il Gran Muftì di Bosnia; e Carey, Schneier ha detto: “Dobbiamo impegnarci a invocare il nome di Dio per la vita e non per la morte, per la pace e non per la lotta, per la tolleranza e non per l’oppressione”. I membri di ogni religione hanno recitato le tradizionali preghiere commemorative e il gruppo ha concluso tenendosi per mano e cantando “We Shall Overcome”. Schwab e gli altri del gruppo erano in lacrime” [come è umano! NDR]
“L’11 settembre ha dimostrato con più forza che mai è che la religione può essere terribilmente abusata per scopi violenti che possono colpire tutti noi”, ha detto il rabbino David Rosen, direttore degli affari interreligiosi dell’American Jewish Committee e partecipante al forum economico [ riferendosi ovviamente ai colpevoli musulmani della narrativa ufficiale] . Gli scettici notano che mentre i partecipanti musulmani ai dialoghi interreligiosi criticano effettivamente la violenza, spesso la formulano in modi che legittimano gli attacchi arabi contro Israele. Gli esperti israeliani, ad esempio, hanno notato che i religiosi musulmani che hanno contribuito a redigere la dichiarazione pacifica del vertice di Alessandria di gennaio – che ha definito l’omicidio di innocenti una profanazione del nome di Dio – si sono comunque rifiutati di condannare gli attuali attacchi terroristici contro Israele”.
Fin qui l’articolo di allora: esaltazione di ISraele al Forum e condanna di chi non condanna la resistenza palestinese.
Israele, Israele, Israele
Oggi, il progetto ha avuto una accelerazione : l’uno dopo l’altra le varie dispotie islamiste fanatiche, sedute sul petrolio, cominciando dall’Arabia Saudita e gli Emirati, hanno aperto le relazioni diplomatiche con Israele. Ultimo il Sudan, che ha “deciso” di normalizzare i rapporti con Israele, convinto da 300 milioni di dollari versatigli dall’Arabia Saudita e la promessa americana di cancellare il paese dalla lista degli stati terroristi e conseguente cancellazione delle sanzioni. Se ne rallegra l’organo neocon Il Foglio: “Effetto domino indebolisce la posizione palestinese”
Ma altri paesi, non islamici, seguono a ritmo serrato: ai primi di settembre il presidente serbo Vucic ha saputo, mentre era in visita alla Casa Bianca, che la Serbia stava per aprire la sua ambasciata a Gerusalemme; con la sorpresa stampata sul volto. A Parigi Manuel Valls, l’ex primo ministro francese ai tempi di Hollande, approfitta della rabbia suscitata dalla decapitazione dell’insegnante che esibiva le oscene caricature di Charlie Hebdo contro Allah, e gli insulti di Erdogan a Macron, per ordinare: “Proclamare Gerusalemme capitale di Israele, definire Hezbollah come terrorista, rivedere la nostra posizione diplomatica”, insomma “si fa portavoce senza complessi dello stato d’Israele”.
Anche il più grande inviato sul Medio Oriente, Elija Magnier, si stupisce: “Come la normalizzazione tra Sudan e Israele aiuta Trump ad essere rieletto? E’ questo che vuole da un presidente il popolo americano?”. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha fatto la spola tra il Sudan.. “Quando un presidente americano, un segretario di Stato, e una quantità di alti funzionari si danno tanto da fare per spingere i paesi del Medio Oriente a normalizzare le relazioni verso Israele, stanno investendo tanto tempo per il bene…del popolo americano? Non arrivo a capire”.
Eppure non è difficile. Tutte queste normalizzazioni, dalla Serbia al Sudan, sono avvenute nell’ufficio Ovale di Donald Trump, sotto l’occhio duro e gelido del genero Jared Kushner.
E’ palesemente lui che dirige la politica di Donald riguardo al Medio Oriente. E Jared Kushner appartiene alla setta dei Chabad Lubavitcher, un miscuglio messianismo ebraico che crede di essere chassidico, mentre è palesemente influenzato americanamente da un miscuglio di pentecostalismo evangelico (da “Cristiani rinati”) con evidenti contaminazioni da Testimoni di Geova: credono infatti che il loro rabbino Schneerson, l’adorato Rebbe, fosse il Messia; morto nel 1944 senza risorgere (lo attesero per tre giorni…) “presto ritornerà per completare la redenzione in qualità di Messia”, ormai reso “più potente in campo spirituale senza l’ostacolo del corpo fisico” – con la tendenza nella setta ad asserire “che egli non sia mai morto, che il Rebbe sia Dio”.
fatto sta che Jared il genero sta accelerando la preparazione politica per il regno del Messia, ovviamente terrestre, che dominerà i regni dei goym, e farà vivere Israele in “pace e sicurezza” mentre i “principi della terra” lo serviranno di tutto.