“Dall’amico Osvaldo, un bresciano che vive nell’ascolano, ricevo le foto di querce che stanno seccando. Altri amici contadini mi parlano di noci che si spogliano ed orti senza vita. Segni premonitori, ma è solo l’inizio delle sofferenze. Intanto sulla nave che affonda si continua a ballare. Ora conta solo la salvezza della nostra anima”
Carlo C.
“Oggi, nella migliore delle ipotesi, l’uomo riesce ancora a capire il peccato in maniera grettamente morale, ma non riesce a considerarlo come un turbamento del cosmo, dell’intera vita e delle fonti di essa” (Hans Sedlmayr, Perdita del Centro).
Sono convinto che i grandi alberi, colonne viventi del cosmo, si ammalino a causa del nostro tradimento cosmico. Siamo responsabili, come dice Paolo:
“La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità – non per suo volere, ma per volere di colui che l’ha sottomessa – e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto”, San Paolo Romani, 8,19:23-