Quando si dice «popolo bue»…

So che arrivo in ritardo. Ma avendo seguito il panico di massa di Torino da tv estere, segnalo là che l’hanno definito “stampede”. Nell’estremo Occidente (a noi noto come Far West) i vaccari (cow boys) chiamano così un fenomeno da loro molto temuto: una mandria di migliaia di capi, colta da panico insensato e improvviso, si mette tutta al galoppo all’impazzata; un colpo di pistola, ma anche lo spezzarsi di un grosso ramo secco, l’ululato di un coyote, qualunque altro motivo possono destare l’armento, specie di notte, dormiente in piedi, al più cieco spavento; migliaia di zoccoli e corpi pesanti quintali si danno al galoppo senza meta; impossibile fermarli e farli tornare alla ragione, dato che bovidi ed equidi, di ragione non sono dotati; come per la mandria umana, spesso occorre un contro-terrore che gli faccia dimenticare il panico di prima – essendo di corta memoria; cosa difficile e rischiosa, perché anche le scariche in aria coi fidi Winchester non bastano a sovrastare il rumore, come di decine di treni, che produce la massa galoppante, muggente e fumante di vapore. Quando i vaccari ci riescono in qualche modo, poi contano i danni, accampamenti calpestati, cani stritolati, gambe rotte, mandriani travolti.

Stampede di veri bovini.

Anche se bisogna ammettere che nel selvaggio West i ruminanti in panico, anche impazziti di paura, se distruggono qualunque cosa al loro passaggio, abbastanza di rado travolgono, schiacciano e uccidono i loro piccoli. Se a mantenerli quasi umani sia la indisponibilità di birra in quelle praterie e di cocci di vetro delle bottiglie della birra medesima nel West, non saprei. Vedo che vetri rotti e birra sono molto discussi come causa dello stampede di Torino; c’è chi parla di camion di venditori abusivi dello spumeggiante dissetante, lasciati passare dai vigili urbani; c’è chi accusa la sindaca Appendino di non aver vegliato, di aver lasciato entrare i venditori, di non aver predisposto vie di fuga nel “salotto di Torino”. Anche se riterrei più concreta la responsabilità del prefetto e delle forze dell’ordine, vorrei che tutto ciò non servisse a sminuire la responsabilità del principale autore e protagonista del disastro. Il Popolo Bue.

Una vecchia conoscenza, purtroppo, in Italia. Il Popolo Bue ha quella sera la più chiara esibizione dei suoi caratteri zoologici: dalla sua misteriosa tendenza ad agglomerarsi spontaneamente in inverosimili folle accalcate gomito a gomito davanti a palchi rock pop, pedane illuminate ed emittenti di mega-decibel, ma soprattutto a teleschermi giganti in occasioni di tifo calcistico; il loro stato d’animo perennemente oscillante tra le rabbie e passioni di pancia, e la paura; la viltà fondamentale. Che il Popolo Bue viva di paura, s’è visto: l’eco degli attentati a Londra e Manchester covava con tremore e timore in quelle miriadi di cuori – tant’è vero che è bastato che qualcuno gridasse, o qualcuno credesse di udire gridare “ Allah”, e tutti a schizzare in tutte le direzioni, cercando di scavalcare le centinaia di vicini, perdendo le scarpe; altri evocano un petardo, e tutti hanno rivisto quel che avevano guardato con indifferenza bovina al tg: Kabul, il mega attentato, 90 morti, 400 feriti..Ecco, l’Islam attacca anche noi! Invece, il fantasmatico e mediatico ISIS non ha alcun bisogno di mobilitare uno dei suoi kamikaze occultati fra noi perché, come ha scritto beffardo Libero, noi “ci siamo fatti l’attentato da soli” – non occorrono terroristi, ci terrorizziamo perfettamente da noi stessi.

Ma poi, che cosa fanno quei trentamila cuori tremebondi che vivono nella paura dell’attentato islamico? Invece di vedere la partita di Champions League con 15 amici nel salotto di casa, o 30 in pizzeria, hanno voluto agglutinarsi in 30 mila in una piazza davanti al teleschermo. Com’è tipica questa sconsideratezza! Vi sono imprudenze che vengono dettate dall’audacia; ovviamente non è il nostro caso. L’imprudenza del Popolo Bue è dovuta alla inettitudine a prevedere, a vedere al di là del proprio naso – già ornato del resto, in alcuni esemplari tatuati, di anello. E giù birra. Sarebbe vietato, ma chi se ne frega? Anzi infrangiamone qualche migliaio sul selciato: che cosa può succedere di male?

La irresistibile tendenza ad agglutinarsi davanti a qualunque maxi schermo e a cantante pop o sagra, è condivisa dalle masse in tutto l’Occidente, specie (ma non solo) giovanili. Può esser dovuta nei giovani, ma anche nei trentenni o quarantenni millennials, alla sensazione (ahimé fondata) di vuoto ontologico. Alla oscura angosciosa consapevolezza di non ”essere”, che si cerca di placare con un surrogato, l’”esserci”: essere là dove sono tutti i coetanei poco essenti, fare le loro stesse cose nello stesso momento. Nell’agglomerarsi degli italiani mi sembra però di vedere un sovrappiù, molto più antico. Quello di cui già parlò Leopardi: “Tutta vestita a festa, la gioventù del loco…per le vie si spande – e mira ed è mirata e in cor s’allegra”.

L’italiano d’oggi fa’ tanta fatica ad essere un uomo all’altezza del moderno e della sua complessità, che quando può cerca di affondare il suo quasi inesistente Io nell’antico rito paesano-cafonesco, meridionale e contadino dello “struscio”. Allora è beato, e in cor s’allegra: oggi come nell’800. Il punto è che in una grande città, uno struscio di 30 mila sopravvenuti diventa qualcosa d’altro, e comporta dei rischi che il villan rifatto non è in grado di valutare.

So quel che dico. Ormai da una vita vedo rigurgitare nell’italiano collettivo questo riflusso rurale, anzi bracciantile, e mi domando: dopo un secolo di sviluppo industriale, dopo essere stati la quinta potenza economica, come mai questi sembra che abbiano appena lasciato la vanga, abbiano ancora le scarpe nella zolla e si siano ripuliti i calli dal terriccio? E’ un mistero. E’ un sedimento di contadineria, che bisogna riconoscere ineliminabile, dopo tanto sviluppo.

Non dite che sono troppo duro. E’ a causa di questo residuo di rozzezza rurale, di questo Bracciante a Giornata collettivo che continuamente si sveglia sotto nuove spoglie e impone i suoi gusti e angusti orizzonti, se abbiamo questo rapporto equivoco con la modernità.

La modernità non è la Cirinnà

Voglio dire: questo popolo crede di essere diventato moderno e civile perché ha le nozze gay, e presto si darà la legalizzazione delle droghe e l’eutanasia in lindo ambiente ospedaliero – ma nello stesso tempo non riesce a far funzionare la compagnia aerea di bandiera – questo sì un segno vero di modernità complessa a funzionante. Di salvare Alitalia non siamo capaci, perché un popolo di braccianti non ce la fa.

Sono sicuramente suggestionato da un recentissimo viaggio di ritorno sulla Aegean Airlines, greca: servizio impeccabile, competenza, perfezione. La Aegean ha vinto il premio per miglior linea regionale l’anno scorso; riesce a campare nonostante le altre low costo, non fa pagare extra il bagaglio stivato come la RyanAir che sta all’osso, eppure vive. Come fanno i greci? Eppure hanno lo stesso tasso di analfabetismo di noi italiani, il minor numero di laureati in Europa, sicuramente la stessa percentuale di mentalità rurali e bracciantili. La risposta non può essere che una: che là, gli zappatori non impediscono ai competenti e moderni di agire.

Bastasse così poco…

Guardatevi il “Faccia a Faccia” del 28 maggio, dove Minoli intervista Domenico Cempella (l’ex ad di Alitalia negli anni migliori) e Vincenzo Boccia (Presidente Confindustria). Vi renderete conto di come la compagnia di bandiera sia stata rovinata da politici che, per quanto riguarda i trasporti, vivono ancora nella stagione del carretto siciliano e del ciucciariello; ovviamente D’Alema, paisano nato a Gallipoli, silurò il progetto di fare della Malpensa un hub europeo, perché il suo elettorato di “campanili”, a cominciare dai romani, non voleva. Ma che dire dei “capitani coraggiosi” a cui Berlusconi affidò la compagnia disastrata, dotandola dei miliardi di denaro pubblico? Questi erano, cosi chiamano e son chiamati dai giornali, “imprenditori privati”; non sono mica meridionali: Luca Cordero di Montezemolo, Passera, Colaninno… ebbene, hanno consumato il denaro pubblico , senza fare nemmeno una delle ovvie operazioni che ci si aspetta da imprenditorie privati: a cominciare dalla fornitura di carburante, che la nuova Alitalia “privata”, come la vecchia, ha continuato a pagare il 20% in più delle altre compagnie, fino all’ostinazione a voler guadagnare sul cosiddetto monopolio dei trasporti Milano-Roma, vantaggio incenerito dal treno ad Alta Velocità, fino all’enorme numero di apparecchi presi in affitto da 15 diverse compagnie. Si sono ritagliati i loro emolumenti milionari, e poi basta. Finito il denaro pubblico, questi imprenditori se ne sono andati lasciando a noi contribuenti il disastro, peggiorato. Ora, un governo di villan rifatti cerca di svendere Alitalia a qualche straniero. Ignorando, da ignoranti, che una compagnia di bandiera “rende” quattro volte il suo fatturato nell’indotto che si trascina dietro, tanto che se ben gestita può raddrizzare un Pil nazionale. Regalano a qualche straniero questo motore di crescita,

E’ evidente che anche Passera e Montezemolo, e non parliamo di Berlusconi, non hanno l’orgoglio e l’ingegno, la competenza e la fantasia creativa, richiesti per gestire una moderna compagnia e farla fruttare; non sono imprenditori; si limitano a sembrarlo, grazie ai loro doppiopetti di bel taglio. Ma anche loro non sono capaci di prevedere al di là del proprio naso. Sono anch’essi, ahimé, Popolo Bue. In altri paesi, costoro sarebbero in galera; o almeno, si vergognerebbero di farsi vedere in giro. Qui invece no, e il perché me lo spiego così: il Popolo Bue, che nulla sa di Alitalia, di quel che spende da decenni per Alitalia senza esito, non è esigente: in fatto di modernità, si contenta di apparire avanzato, con le nozze gay, invece di esserlo esigendo una compagnia di bandiera aerea gestita da veri competenti.

Una torma di braccianti sopravvissuti non si sa come all’età della gleba. Una massa di imprevidenti ancora legati alla zolla, che vive di paure e di voglie, che ad uno scoppio o a un grido scappa scavalcandosi come una mandria impazzita, ciascun per sé, incapace di reggersi degnamente nella modernità – e che per giunta impone nella vita pubblica le sue ignoranze, le sue ristrettissime vedute. Una torma che non riesce mai ad elevarsi all’interesse generale, per il semplice fatto che non sa capire le idee generali. La nostra corruzione è, prima che morale, un problema di insufficienza intellettuale. Il Popolo Bue.

37 commenti

  1. MattioliLorenzo

    Direttore lei non è troppo duro…e troppo buono, sono esempi come questi che mi chiedo, se per il resto del pianeta, non fosse stato meglio, fosse finita molto peggio.

    1. lady Dodi

      A proposito di Cirinna’. Mi piacciono molto i 5 Stelle con ESCLUSIONE dell’Appendino entusiasta sostenitrice della Cirinna’ . Così adesso la “nostra”, invece di celebrare matrimoni gay, dovrà occuparsi di lattine e bottiglie da non lasciare in giro.

      1. Luigi Ranalli

        Non si lasci ingannare dal M5S, lady Dodi. La loro forza è quella di non dichiarare il proprio programma.
        Di loro infatti sappiamo solo che sono ecologisti, giustizialisti, pauperisti… nient’altro.
        Si sono contraddetti mille volte in tutte le questioni politiche reali, dall’Europa al signoraggio, dall’immigrazione al ripristino del voto di preferenza nella legge elettorale (che prima volevano ed ora non più).
        Lo stesso Grillo dichiara di non avere un programma politico e che questo sarà il frutto delle famose e fantomatiche votazioni in rete del movimento.
        La forza è non dichiararsi per attirare consensi da parte delle realtà più diverse. Poi di fronte ai fatti vediamo di che pasta sono fatti e l’Appendino pro gender e pro coppie di fatto ne è una delle numerose manifestazioni.

  2. jafar

    Questo popolo bue fino agli anni ’60 era guidato, “formato” da precetti morali e religiosi che impedivano alla parte subumana,ancestrale,primitivistica di fuoriuscire e debordare.Ora senza più freni inibitori il popolo esprime la parte peggiore di sé.

  3. Nucleo Autoriduzione Parassiti

    Direttore, le persone da lei citate nell’articolo sono tutte legate dalla partecipazione a HOPA S.p.A. di Emilio Gnutti. Inoltre un paio di facce hanno “studiato” nelle università americane del gruppo M7, dove incidentalmente hanno “studiato” tutti i CEO delle più importanti multinazionali come Pfizer, Mittal, Google solo per citarne alcune di settori molto diversi.

  4. Rensie86

    Più che altro, trovo sempre triste e sconcertante come per una partita di calcio, quindi fuffa inutile spegnicervello, si concentri tanta gente nel giro di pochi minuti.
    Se questa concentrazione si facesse per opporsi allo schifo che è diventata l’europa e il governo attuale di collusi adesso saremmo ancora la quinta potenza industriale d’europa con la nostra sovranità monetaria e una democrazia che fa gli interessi del popolo e non vacche chiuse in un recinto dove i macellai crucchi ci spellano vivi uno ad uno nella completa omertà.

  5. lady Dodi

    E’ anche il risultato di trasmissioni h24 sui “terribili attentati” di Manchester e Londra abbinati ai “salvataggi” di migranti da accogliere e mantenere. Ce n’è abbastanza per far diventare bue e schizofrenico qualsiasi popolo.

  6. lady Dodi

    Mi scuso per come è andato a finire un mio commento che non voleva essere in risposta al sig Mattioli.


  7. È loro regola [dei Malamatiyya ndr] avere un povero concetto di se stessi e pensare sempre che gli altri abbiano una scusa per la loro situazione.
    Su questo argomento ho udito Abd-Allah ben Mudhammad al-Mu’allim (il maestro) riferire che Abu Bakr al-Farisi abbia detto: “Il migliore degli uomini è colui che vede il bene degli altri e sa che le vie verso Allah sono molteplici e differenti da quella che lui percorre, cosicchè vede la sua piccolezza nella situazione in cui è e non guarda gli altri ritenendoli piccoli e difettosi”.
    Ho udito mio nonno Ismail ben Nujaid, che riferiva che Shah-al-Kirmani avesse detto: “Chi guarda alle creature con i suoi occhi, è sempre in disaccordo con esse; chi guarda ad esse con gli occhi del Vero, le scusa per la condizione in cui si trovano e sa che esse non possono fare altro che ciò a cui sono state predestinate”.

    Sulami, Epistola della Gente della riprovazione

    1. Luigi Ranalli

      Questi sono ottimi esempi del fatalismo islamico che condanna il mondo arabo alla perenne inferiorità culturale, sociale e civile.
      Non sono stupito del fatto che il perfido ebreo strumentalizzi voi musulmani in funzione anti-cristiana ed anti-occidentale dai tempi dei mori in Spagna fino ad oggi con Isis islamico creato in vitro nei sapienti laboratori katzonici.


  8. In tutte le città d’Italia c’è ormai una piccola mafia di venditori abusivi di bevande e alcolici nelle strade della movida, laddove ci sono eventi e perfino dentro i luoghi turistici come il Colosseo e il Foro. La maggior parte viene dal Bangladesh e sono sicuro che la Appendino (come Sala, Raggi e compagnia bella “progressista”), li tollera come esempio di integrazione e blablabla. Non sia mai che un sindaco progressista ripulisca questa fogna d’illegalità! OItretutto, non essendo minimamente capaci di creare lavoro per i nuovi arrivati, sono loro grati che si sappiano arrangiare da soli. E quindi, se tolleri questo, poi devi tollerare i vetri e i 1500 feriti su 30 mila buoi. Avete visto quante scarpe perdute? Se nell’epoca del terrorismo non pensi nemmeno a smettere di fare il figo con le scarpe slacciate, allora ti esponi a rischi maggiori, sei impreparato, quindi sei una vittima predestinata.


  9. “Augusta Taurinorum” era il nome antico di Torino, taurino, la città del bove. La psicosi dipende da vari fattori, si, è vero, non ultimo l’ignoranza. Recentemente, cucinando io a un evento sul vedantismo, al fine di allontanare dalla cucina disturbatori frivoli feci cadere sul pavimento i coperchi metallici-parlando in tedesco. Fuga generale dei capponi, al che potei io chiudere la porta a chiave e continuare a cucinare senza i noiosi. Ma hanno reagito come animali in preda all’istinto.


    1. Egregio Signore, oltrea rammentarLe che tra il bue ed il toro esiste una consistente differenza…….Le faccio notare che i torinesi a Torino non sono molti di piu che cinquantamila. Questo disse il buon Mariannini qualche anno prima della sua dipartita. Per la differenza, fino a circa un milione, con i comuni limitrofi raddoppiato, potrebbe leggersi la storia di Torino dell’ultimo secolo.Non ci sono solo Agnelli a Torino, ma i Tori sono rimasti veramente pochi Cordialita’


  10. Caro direttore, mi dispiace doverle dare torto in questo suo articolo!Vede la cultura meridionale che lei disprezza tanto, non c’entra coi fatti di torino (citttà del nord italia) infatti tra gli spettatori di piazza san carlo c’era anche la figlia del noto marco travaglio ,gran giornalista come lei!Quindi la mentalità di strusciarsi non è propria dei meridionali !Si attenga a fare articoli citando fonti di altri intellettuali quando va a braccio nei suoi articoli,lei tende a […………],come diciamo noi al meridione!Senza offesa,sono un suo ammiratore!

    1. Luigi Ranalli

      Mi scusi, ma la cultura meridionale è proprio un effetto di quella sabauda. Glielo dico da milanese di origine meridionale quale sono: i “terroni” ragionano in termini di plebe proprio perchè furono resi colonia dai Savoia torinesi, che diffusero in tutta Italia i vizi della clientela, della raccomandazione e del privilegio.
      E’ un vizio tipico degli italiani del sud delegare sempre a chi governa il compito della gestione di tutto, proprio perchè da 160 anni i meridionali sono abituati a subire le decisioni prese altrove e col tempo hanno imparato a trarne vantaggio.
      La “terronizzazione” del nord dipende in parte dalla massiccia presenza di meridionali (e la Fiat ne attirò molti) ed in parte dal fatto che anche il settentrione oggi è ridotto a plebe dal colonizzatore europeo-tedesco cui è soggetto.


    2. A Torino e a Milano, ma anche a Brescia, sono i più i terroni dei polentoni. Quindi le città del “NORD” semplicemente non esistono!
      Saluti
      Loris da Brescia

      1. Nico-

        A Milano,Torino,Genova e nelle medio piccole città del nord italia 2 abitanti su 3 sono meridionali.
        Nel settore pubblico ,nelle forze dell’ordine ,nella sanità ,nelle scuole sono quasi tutti meridionali e comunisti.
        Si capisce perchè l’italia ha perso la propria sovranità politica e monetaria e perchè assomiglia sempre di più ad una nazione dell’africa subsahariana.

  11. Der Wanderer

    Prossimo raduno umano: 1° luglio, concerto di Vasco Rossi a Modena. Una città di 180.000 abitanti che ospiterà 220.000 fans. Oltre ad almeno 20.000 – 30.000 senza biglietto. Bastano solo queste cifre per dare l’idea di una pazzia totale di questa povera ex-nazione.

    1. Luigi Ranalli

      Panem et circenses appunto! E Grillo ci mette il carico da 90 con il reddito di cittadinanza – ma l’aveva capito già Renzi con l’elemosina degli 80 euro che gli assicurò la vittoria delle europee (+ 2,5 milioni di voti).
      L’italiota è aspirante plebeo. Ecco l’unica vera eredità, assieme al clientelismo, che abbiamo ricevuto dagli antichi romani…

  12. Luigi Ranalli

    Articolo da incorniciare! Ripeto nuovamente che il dott. Blondet dovrebbe raccogliere i suoi ultimi articoli sulla società italiana, impietosi e veritieri ritratti di quello che siamo, in una nuova edizione aggiornata di “Selvaggi Con Telefonino”.
    Credo che i posteri, leggendo gli articoli di Blondet, capiranno le ragioni della sparizione dell’Italia e del primato occidentale – perché a questo siamo destinati, temo…
    Mi permetto solo di aggiungere che il peggio che potesse capitare al popolo bue ed in particolare al fellah italiota è proprio la democrazia, perché questa ha permesso che l’Europa e l’Italia in particolare fossero guidate da elementi sufficientemente mediocri da piacere al volgo, perché come insegna anche Bernays in “Propaganda”, il popolo sceglie leader che non siano troppo superiori ad esso e col quale possano identificarsi. Ed infatti noi abbiamo i D’Alema, i Berlusconi, i Renzi, i Salvini, i Grillo o capitani d’industria come Montezemolo, Agnelli e Benetton, elementi tanto grossolani e meschini da rappresentare benissimo “L’italiano medio” – l’hanno capito loro stessi, al punto di non vergognarsi di far schifo e non temere più il giudizio del popolo, che sanno avere i loro stessi difetti.
    Rispetto ad altri popoli noi italioti abbiamo pure la tara di non sentirci proprietari e dunque responsabili del nostro Paese e dunque non siamo neanche cittadini. L’ha capito bene Grillo che ai giovani disoccupati suoi sostenitori non propone infatti l’abbattimento del job act e del precariato, ma il “reddito di cittadinanza” che trasforma il cittadino italiano il plebeo.
    Ed infatti eccola lì a Torino la nostra plebe, a festeggiare i panem et circenses puntualmente offerti dalle partite di calcio.

    1. Mastro Lallo

      Concordo 100%.
      Auspico che esca quanto prima una raccolta simile del Direttore!!!

  13. lady Dodi

    Sig. RANALLI, spero Lei ci sia ancora.
    Vede, io ho conosciuto i 5 Stelle. Quelli della mia città. Ma ho potuto andare da loro poche volte perché si trovano il mercoledì sera, piuttosto lontano da dove abito io. E così ci sono andata solo qualche volta per parlare di euro. Tra l’altro io sono contraria all’uscita, almeno ad un’uscita “alla garibaldina”.
    Ma quella sera, in quei giorni in cui si decideva per la stepchild adoption, taxi senza badare a spese, e sono piombata da loro e ho fatto la peggior scenata della mia vita. Ancora mi vergogno di quello che ho urlato, più che detto e……la mattina dopo, era un giovedì, Grillo ha dato libertà di coscienza e l’infamia non è passata.
    Il giorno dopo mi hanno telefonato due o tre per chiedermi se ero contenta e se mi ero calmata. Ho saputo poi, che fra i presenti quella sera, c’era la guardia del corpo di Grillo. Ma è più probabile che sia stato un Miracolo. Ma da allora, voglio bene ai 5 Stelle. Chiunque sia contro l’uso e l’abuso dei bambini, mi trova accanto. Gli adulti possono anche andare a morì……

    1. Luigi Ranalli

      Lady Dodi, mi scusi ma il fatto che Grillo abbia “concesso” libertà di coscienza sulla cosiddetta “stepchild adoption” mi pare un po’ troppo poco.
      Da un partito politico pretendo come minimo una posizione chiara su questi temi: pro o contro. Voglio sapere da che parte stanno dal principio, senza aspettare il responso del guru.
      Se il M5S si dichiarasse contrario all’adozione di bambini da parte di unioni ricchione…pardòn, “civili”, avrebbe tutto il mio appoggio.
      Ma invece Grillo preferisce astenersi dal giudizio, proprio per non urtare la sensibilità di nessuno ed accontentare tutti senza esporre il suo partito. Se ci pensa bene, tutti i sostenitori dei grillini vedono nel partito quello che ci vogliono vedere, non quello che è.

      1. Luigi Ranalli

        …e mi scusi, aggiungo che lei stessa deve rievare che la Appendino è pro-coppie di fatto. Ed al M5S questo sembra stare benissimo a quanto pare, visto che non è stata nè redarguita nè epurata, in un movimento che non si è mai fatto problemi a dare il ben servito ai membri che non seguivano la linea.
        Questo dimostra che il M5S non è per la difesa dei bambini e della famiglia. Si astiene dal decidere ed in realtà permette l’introduzione del gender ad opera di alcuni suoi membri.
        Peraltro non so se allo stesso modo posizioni anti-gender nel movimento sarebbero ugualmente tollerate, ma ne dubito.

  14. Finglas

    Vangelo di Matteo 8:28-34

    28 Giunto all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. 29 Cominciarono a gridare: «Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?».
    30 A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci a pascolare; 31 e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: «Se ci scacci, mandaci in quella mandria». 32 Egli disse loro: «Andate!». Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. 33 I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. 34 Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.

  15. Nucleo Autoriduzione Parassiti

    Noto che nessuno ha analizzato la situazione dello sport professionistico in generale ed in particolare degli sport professionistici americani e l’evoluzione del gioco del calcio in Europa.
    Si tratta chiaramente di “oppio per popoli” e gli spacciatori sono casualmente di stampo (J) o loro affiliati wahabiti. Stanno arrivando anche i “draghetti”, ma non mi stupisce. In fondo si sono allineati anche sul clima.

    1. Finglas

      Non è ormai estendibile a praticamente tutto l’ “entertainment” (Draghetti in allineamento slow motion compresi)?

      1. Nucleo Autoriduzione Parassiti

        Assolutamente sì – ho diversi problemi morali e materiali nel reperire materiale audiovisivo adatto all’educazione della mia prole. Quello che spacciano ai nostri figli in TV e nei media in generale è “molto grave” secondo me.

    2. Piero61

      salve
      NAP; analisi direi perfetta: ho quasi 56 anni, pratico sport a livello agonistico (corsa in montagna) da quando ne avevo 12, ho fatto l’allenatore in II^ e preparatore atletico nel rugby giovanile e, sono stato, lo scrivo senza alcuna vergogna, frequentatore di stadi (non solo calcistici ma di altre discipline sportive) per diversi anni.
      Tutto lo sport e di conseguenza il suo pubblico è cambiato, in peggio negli ultimi 20/30anni; se le o vi capita, guardate una partita di pallavolo, pallacanestro dentro un palazzetto: ad ogni punto, (presunta) musica al massimo dei decibel e annunciatore che urla a squarciagola e pubblico che batte e urla le mani in totale delirio .
      Le regole dei vari sports sono state cambiate, a volte stravolte, per “esigenze televisive” o di sponsor, snaturandone la loro essenza, le divise sociali sono un ricettacolo di scritte e colori fluo da gay pride, i giocatori sembrano galeotti, tanto sono pieni di tatuaggi, piercing, orecchini e capelli dei più assurdi colori … potrei andare avanti per ore.
      E, il popolo bove, al 90% si adegua e copia i loro “idoli” …
      Andavo allo stadio, Genova rossoblu, negli anni 60 con mio padre, spendevo meno di 500 lire per un biglietto in gradinata e mi divertivo un sacco: ricordo ancora le esultanze, dei giocatori, ad ogni loro rete: un sorriso, una stretta di mano ed una pacca sulle spalle e, sugli spalti ci si alzava in piedi e si appaludiva … e tutto finiva lì.
      La maggior parte dei loro ingaggi, all’epoca, era non molto superiore a quella di un impiegato di banca … ed erano pettinati, barba fatta e avevano lo sguardo PULITO
      saluti
      Piero e famiglia

  16. luca

    Ahimè, caro direttore, sa che devo purtroppo concordare con il commento di Riccardo Pacifici (comandante della comunità ebraica italiana)? Rispondendo a un giornalista, a proposito dei fatti di Torino, Pacifici ha detto: ” Cosa si vuole ottenere da un popolo che ruota intorno ad un pallone?” Io credo che questa affermazione sia sacrosanta. Il degrado culturale e sociale ha raggiunto un tale livello da suscitare solo una grande tristezza.
    Buona serata a tutti.

  17. lady Dodi

    Ben prima di Pacifici anche De Gaulle , a chi gli proponeva di rieducare tutti gli imbecilli, aveva risposto: ” Questo è un programma troppo ambizioso!”
    A me interessa solo salvaguardare i bambini, almeno finché non diventano zombi come gli adulti.

    1. luca

      ah, allora possiamo anche tornare a molto prima di De Gaulle, precisamente al filosofo dell’antica Grecia Eraclìto il quale scriveva che “la maggior parte della popolazione è costituita da imbecilli”. A questo punto lasciamo ogni speranza. Oltretutto gli imbecilli sono funzionali al potere, quello vero.
      Cordialità.

  18. lady Dodi

    Forse bisognerebbe dire agli imbecilli che il potere li spazza quando vuole. Magari si spaventano.
    Eraclito era Immenso. Diceva: ” Chi non crede all’incredibile non arriverà mai alla Verità”.

  19. Nico-

    I meridionali sono abituati a comportarsi da cafoni.
    L’ambiente che li ha generati sforna maleducati.
    Il comportamento delle persone non è totalmente attribuibile alla cultura o all’educazione che ricevono,ma è qualcosa di biologico.
    Gli abitanti del nord italia hanno poco o nulla a che fare con quelli che abitano sotto l’arno e il rubicone.
    Nel nord italia c’è sempre stato un inverno molto rigido ,qualcosa di sconosciuto per gli zoticoni del sud.

  20. Pierpaolo

    Quale differenza passa tra “lo struscio” ed “el listòn”?

  21. GianlucaC82

    Credo che questo tipo di fenomeno sia solamente l’estensione industriale della politica che Roma attuava nei confronti della plebe
    “duas tantum res anxius optat panem et circenses”
    che poco ha a che vedere col vero mondo rurale (che non intendo assolutamente idealizzare, ma che è stato a lungo custode della tradizione cristiana).
    Personalmente ritengo che sia un fenomeno tutto cittadino.
    Dalla terra proviene un altro tipo di cultura di certo distorta in ciò che invece è il prodotto dell’esodo di massa dalle campagne.
    Per capire a quale cultura mi riferisco basta portare un giovane cittadino (di quelli con l’anello al naso) da un grosso centro in una campagna già coltivata e feconda e osservare in quanto poco tempo morirebbe di fame.
    Ritengo inoltre che i modi sicuramente più chiassosi e diretti tipici delle popolazioni mediterranee non debbano essere fraintesi in “inciviltà”. Questa fu la stessa leva usata da Bixio per convincere il popolo italiano che “Al Sud i nemici non basta ucciderli, bisogna straziarli, bruciarli vivi a fuoco lento, E’ un paese che bisogna distruggere o almeno spopolare, mandarli in Africa a farsi civili”.
    Ricordando che da buon massone quel’era, Bixio sentiva la necessità di distruggere il Sud in quanto uno dei pochi stati cattolici rimasti, insieme all’impero austroungarico.


  22. Caro Direttore, a mio parere quanto accaduto a Torino non è altro che il tipico comportamento di una folla tra i quali caratteri generali ha l’eccessiva suggestionabilità. Il livello personale nella composizione dell’enorme massa presente a piazza san carlo in termini di qualità intellettiva perde completamente importanza
    in quanto essendo in una FOLLA sia l’ignorante che l’intellettuale diventano egualmente incapaci di fare osservazioni e reagire con raziocinio. I fatti reali vengono sostituiti da un allucinazione collettiva che non risparmia nessuno. Detto questo il focus sarebbe da spostare su quanto successo purtroppo sta ottenendo la strategia del terrore, sulla pericolosità che tale avvenimento potrebbe scatenare con l’emulazione di altri inutili idioti.

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